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EC Comics Library. Weird Science. Vol. 1, recensione: un classico della fantascienza in edizione definitiva

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La EC Comics (Entertaining Comics) occupa un posto di assoluto rilievo nella storia del fumetto americano. Dopo il boom dei supereroi degli anni '40, con l’avvento di figure iconiche come Superman, il genere attraversò un periodo di stallo prima di rinascere con grande forza negli anni '60. Oltre ai fumetti dedicati a personaggi famosi come Batman, Superman, Topolino e Paperino, i lettori dell'epoca potevano scegliere tra una varietà di proposte editoriali che spaziavano tra generi diversi: horror, fantascienza, western, crime, storie d’amore, umorismo e avventura. Queste riviste, in genere caratterizzate da racconti brevi (dalle 5 alle 10 tavole), spesso presentavano protagonisti ricorrenti, si distinguevano per la varietà di temi e storie. Tra i vari editori, la EC Comics si impose per la sua qualità.

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Fondata nel 1945 da Maxwell "Max" Charles Gaines, la casa editrice raggiunse il suo apice negli anni '50, sotto la guida del figlio William. Fu in questo periodo che la EC divenne un punto di riferimento assoluto nel panorama fumettistico. Tuttavia, l'onda di censura che scaturì dalla pubblicazione del libro Seduction of the Innocent dello psichiatra Fredric Wertham, nel 1954, portò alla chiusura di molte delle sue serie principali. Max Gaines era stato un pioniere del fumetto americano, avendo creato nel 1933 il primo opuscolo a colori (in quadricromia), che divenne lo standard per i comic book moderni. Inoltre, fondò, insieme a Jack Liebovitz, la All-American Publications, che successivamente, fondendosi con la National Comics Publications, divenne l'attuale DC Comics. Nel 1944, Max lasciò la All-American e fondò la EC Comics, inizialmente conosciuta come Educational Comics, continuando a pubblicare serie educative come Picture Stories from the Bible. Queste prime pubblicazioni, tuttavia, non ebbero grande successo a causa della loro mediocrità. Dopo la morte improvvisa di Max, avvenuta nel 1947 per un incidente su un motoscafo, suo figlio William assunse la direzione dell'azienda, inizialmente con riluttanza. Col tempo, però, William si appassionò all'editoria e rilanciò la casa editrice, grazie anche al contributo di Al Feldstein, un fumettista da poco assunto che divenne editor e autore principale. I due chiusero le vecchie testate e lanciarono nuove serie, come The Vault of Horror, Tales from the Crypt e The Haunt of Fear, che si ispiravano a vecchi programmi radiofonici e riscossero un immediato successo.

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Nel 1950, quando i disegnatori Harry Harrison e Wallace “Wally” Wood iniziarono a insistere affinché Gaines producesse storie di fantascienza, la EC lanciò le testate Weird Science e Weird Fantasy. Gaines introdusse Feldstein a questo genere, suggerendogli alcune letture chiave. Il loro metodo di lavoro si caratterizzava per una stretta collaborazione nella creazione delle storie, che venivano poi affidate ai vari artisti. Tuttavia, il lavoro non era limitato a questo duo: un contributo fondamentale venne dal fumettista Harvey Kurtzman, autore di molte dei racconti, anche per i testi. Rispetto alle storie di Gaines e Feldstein, quelle di Kurtzman si distinguevano per un tono più leggero e con qualche risolto leggermente umoristico. Altri artisti come Jack Kamen e Joe Orlando contribuirono anch'essi alla rivista. A partire dal numero 9 di Weird Science ci fu un cambiamento importante: Feldstein smise, infatti, di realizzare tavole a fumetti per concentrarsi sui testi e sul ruolo di editor. Wood divenne il copertinista principale della testata.

Il primo volume della linea XXL della Taschen, dedicato alla serie Weird Science, ristampa integralmente i primi 11 numeri della testata proponendo non solo le storie a fumetti, ma anche i racconti, i redazionali e le pubblicità, restituendo una fedele riproduzione dell’edizione originale, compresa la resa tipografica. A introdurre il volume, un'accurata introduzione di circa 30 pagine ripercorre la storia della EC e della serie, corredando il testo con numerose immagini rare e inedite.

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Il piatto principale del volume è rappresentato dalla presenza degli 11 albi, integralmente riproposti. Dato il numero e la varietà delle storie, è difficile racchiuderle in poche righe. Tuttavia, ciò che emerge è la qualità e l’innovazione di queste piccole perle del fumetto, che hanno segnato un’epoca e che, ancora oggi, mantengono una forza straordinaria. Weird Science è una serie che ha fatto scuola nel mondo del fumetto, rivolta non solo a un pubblico giovanile ma anche adulto. Ogni storia, pur derivando da racconti preesistenti, possiede un tocco di genialità che sorprende il lettore con continui colpi di scena. Le tematiche trattate sono le più svariate, ma inevitabilmente riflettono il periodo storico in cui vennero scritte, dominato dal terrore atomico e dalla corsa allo spazio.

A chiudere questo eccellente volume Taschen, in lingua inglese, troviamo le biografie degli artisti che hanno contribuito alla realizzazione di queste storie. Un'opera che rappresenta il miglior modo per apprezzare questo caposaldo del fumetto mondiale e della fantascienza.
Del volume esiste anche una Collector’s Edition in 1000 copie. Inoltre, chi volesse approfondire la storia della EC Comics, può recuperare nella stessa collana il libro The History of EC Comics.

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Walt Disney's Donald Duck. The Ultimate History, recensione: il libro definitivo su Paperino

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Nell'introduzione del volume Walt Disney's Donald Duck. The Ultimate History, Daniel Kothenschulte dichiara: "Proprio come i grandi artisti del Rinascimento hanno lasciato dietro di sé immagini di perfezione nella forma umana, il David di Michelangelo o la Nascita di Venere di Botticelli, Paperino, non meno perfetto, è l'incarnazione di tutta la nostra imperfezione. Ancora oggi l'umanità del suo fallimento, spesso espressa in scoppi di rabbia del tutto giustificati, ispira sia gli artisti che il pubblico". In effetti, spiegare il successo duraturo di Paperino è tanto semplice quanto complesso: la sua umanità, la sua vulnerabilità cattura fin da subito la nostra simpatia. Le sue esplosioni di rabbia sullo schermo ci appaiano liberatorie e i suoi difetti (così come i suoi pregi) esplorati al cinema o su carta, lo rendono simile a noi. Ma la duratura fama è anche figlia di una sfaccettata complessità dovuta a un duro e certosino, nonché appassionato, lavoro da parte di artisti e creativi che da 90 anni danno vita a una delle icone del '900 e del nostro secolo. E proprio per celebrare l'anniversario che la tedesca Taschen, casa editrice specializzata in libri d'arte, dove l'oggetto stesso diventa opera, pubblica un volume che ripercorre tutta la storia del personaggio dagli esordi fino ai nostri giorni.

Come consuetudine per l'editore, il libro - in lingua inglese - si rileva non solo un appassionante - quanto preciso - saggio ma una ricca miniera di informazioni e immagini (frutto di una laboriosa ricerca) inedite e quindi preziose anche per l'appassionato più esigente. Il volume suddivide la "carriera" di Paperino in 3 grosse ere, ovvero "The Early Years", "The Defining Years" e "The International Years", ripartite a loro volte in capitoli tematici in cui, partendo dalla produzione di cartoni, film e fumetti, si analizza nel dettaglio l'evoluzione del personaggio, gli artisti che hanno dato vita alle sue gesta e le tappe che ne ricostruiscono la storia.

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La prima apparizione ufficiale, con cui si fa coincidere la nascita di Paperino, è la distribuzione della Silly Symphony La gallinella saggia, diretta da Wilfred Jackson, datata 9 giugno 1934. Basato sulla fiaba russa "La gallinella rossa", la trama vede una gallina e i suoi pulcini chiedere aiuto per piantare e raccogliere il raccolto ai pigri Paperino e Meo Porcello, che rifiutano per poi pentirsene quando arriverà il momento di goderne i frutti a tavola. Che il destino di Donald Duck non si limitasse a questa apparizione e che fosse, quindi, predestinato al successo lo sapeva bene Walt Disney che aveva assunto il caratterista Clarence Nash per dar voce a un personaggio per un corto con Topolino dal titolo Una serata di beneficenza. L'idea originale era quella di far recitare "Mary Had a Little Lamb" a un papero, che poi sarebbe diventato Paperino. La progettazione del corto era antecedente alla Gallinella Saggia, ma venne realizzato dopo quando Donald aveva fatto già il suo debutto. Il corto, diretto da Burt Gillett, dove vari personaggi si esibivano disturbati dagli orfani che assistevano allo spettacolo, fu fondamentale per Paperino sia perché lo introduceva nel cast di comprimari di Topolino, sia perché veniva mostrata per la prima volta una delle sue caratteristiche fondamentali: il suo pessimo carattere. Da qui in poi, Donald appare in un numero sempre crescente di corti al cinema, dividendo lo schermo tendenzialmente con Topolino e Pippo, con gli animatori che si concentravano principalmente sullo sviluppo delle sue gag.

A questo punto, se Topolino era stato l'eroe positivo della Grande Depressione, Paperino incarnava al meglio la nuova era e, soprattutto, poteva sfidare al meglio la concorrenza animata dei Looney Tunes e di Picchiarello che puntavano su un umorismo decisamente diverso da quello classico disneyiano. Era giunto il momento di dar maggior spazio al personaggio e lanciare la sua serie da protagonista, ma l'accordo di Disney con la United Artist prevedeva la distribuzione solamente di corti con Topolino o di Silly Symphony. Le cose cambiarono quando nel 1936 la Disney strinse un accordo con la RKO Radio Pictures che non prevedeva legami a serie specifiche. Era il momento di puntare tutto sul Papero, non a caso i corti di Topolino vennero da qui in poi centellinati, dando vita a una longeva serie che vide come principale registi Jack King principalmente per gli anni '40 e Jack Hannah per gli anni '50.
Il volume Taschen analizza l'evoluzione del personaggio approfondendo ogni corto animato mostrando, inoltre, bozzetti, storyboard, locandine, fotografie e altro materiale estremamente raro o inedito. Particolarmente preziosi sono ben due capitoli dedicati ai corti mai realizzati, che mostrano non solo materiale del tutto sconosciuto fino a oggi, ma che descrivono le motivazioni per cui quelle idee sono state scartate e come sono state riciclate altrove.

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Diventato in pochi anni una star, Paperino negli anni '40 collabora, per conto della Disney, per il governo americano sia per una lunga serie di corti a sfondo bellico, con scopo propagandistico, sia come ambasciatore per le Americhe Latine e per il Messico grazie ai lungometraggi Saludos Amigos e I tre caballeros. Nonostante Topolino fosse ancora la mascotte ufficiale dello studio, la sua iconicità lo rendeva poco malleabile e adatto a ricoprire un ruolo per il quale, invece, il suo collega Donald  risultava più naturale e per cui poteva mostrare sfumature ben più sfaccettate e ampie. Tuttavia, dopo la fine della Guerra Mondiale in America si respirava un nuovo clima e così negli anni '50 Paperino abbandonò ogni connotazione politica per abbracciare la tranquillità della vita borghese, se tranquilla si può definire la sua vita.

Intanto il personaggio si era evoluto non solo da un punto di vista grafico e caratteriale, ma dando vita a universo narrativo iper-strutturato grazie non solo all'introduzione di numerosi comprimari, ma anche al costante lavoro sinergico fra i reparti d'animazione e quello dei fumetti. Nel caso degli eroi Disney, non solo di Paperino, lo sviluppo crossmediale promosso dall'azienda ha contribuito ad arricchire di sfumature e background il caro Donald tanto che il passaggio di idee da celluloide a carta e viceversa è sempre stato attivo e dinamico.
Nel 1934 Paperino fu protagonista dell'adattamento a fumetti della Gallinella Saggia per la serie Silly Symphony ad opera di Ted Osborne e Al Taliaferro. In seguito, i due ripresero a proporre avventure per il papero (dopo che quest'ultimo era apparso nella serie di Mickey Mouse) per 15 mesi fra il 1936 e il 1937 prima di approdare a una propria serie personale nel febbraio del 1938.
A differenza delle strip di Topolino, quelle di Paperino non erano di carattere avventuroso ma presentavano gag autoconclusive, spesso agganciandosi ai corti animati in uscita. Taliaferro impresse un'impronta fondamentale per il personaggio, continuando a disegnare fino alla sua morte avvenuta nel 1969. Per poter leggere avventure lunghe e avventure di Paperino, dovremo aspettare qualche anno il lavoro di Carl Barks, sebbene già in Italia l'artista Federico Pedrocchi avesse realizzato avventure lunghe con protagonista il papero Disney.

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Barks, che già era impiegato nel reparto animazione della Disney, lavorando proprio ai corti di Paperino, trovò al sua vocazione nella realizzazione di fumetti proprio con protagonista Donald Duck. Si deve a lui la definizione di tutto l'universo di comprimari di Paperino, grazie a invenzioni fondamentali (su tutte citiamo quella di Zio Paperone), alla costruzione della famiglia dei paperi, alla stessa Paperopoli e alla definizione in generale di molti character già esistenti, fra cui Qui, Quo, Qua (apparsi per la prima volta per mano di Taliaferro) e dello stesso Paperino che grazie all'interazione con gli altri personaggi e all'universo messo a disposizione dall'artista, ma anche ad avventure ricche e complesse, poté mostrare una serie di sfumature inedite per lo schermo, ottenendo così una nuova tridimensionalità. Le sue storie, realizzate a partire dal 1943 su testi e disegni suoi (dopo il battesimo avuto con Paperino e l'oro del pirata su testi di Bob Karp e disegnata insieme a Jack Hannah), sia quelle da 10 pagine che quelle più lunghe, diventarono lo standard per tutti coloro che si cimentavano con le avventure di Paperino a fumetti. Il volume Taschen ne analizza tutte le principali con dovuta perizia.

Non deve sorprendere, naturalmente, l'ampio spazio che il volume dedica alla produzione di storie a fumetti realizzate in Italia, delle quali ne tratta alcune delle più significative. La produzione USA, infatti, non riuscendo a coprire l'alta richiesta italiana, stimolò Mondadori a creare avventure proprie in quantità sempre maggiori fino a farci diventare il Paese con la maggiore produzione mondiale di storie Disney. Pur rispettando i personaggi e la tradizione tracciata dagli artisti americani, la scuola italiana non solo prenderà una strada propria, grazie a eccellenze quali Romana Scarpa, Luciano Bottaro, Giorgio Cavazzano, Giovan Battista Carpi, e sceneggiatori quali Carlo Chendi, Guido Martina, Rodolfo Cimino, Giorgio Pezzin e altri ancora, ma inventerà personaggi propri continuando a espandere l'universo di Paperino. Creazioni quali Paperinik, Paperino Paperotto e Doubleduck doneranno ulteriori sfumature al personaggio di Donald. L’influenza della scuola italiana nel mondo risulta ampiamente riconosciuta.

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Walt Disney's Donald Duck. The Ultimate History tratta, nelle sue 564 pagine di ulteriori e vari argomenti, legati alle apparizioni televisive, al merchandising, ai videogame e a tanto altro dando una panoramica assolutamente completa e appagante sul personaggio. Il volume della collana XXL, 29 x 39,5 cm, dal peso di 5 kg, è curato sotto ogni dettaglio sia contenutistico che relativo alla sua confezione grazie a carta lucida di alta grammatura, stampa e rifiniture di pregio, risultando imperdibile per ogni appassionato.

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The Marvel Age Of Comics 1961–1978 (I), recensione: Taschen e il libro delle Meraviglie scritto da Roy Thomas

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Pensate alla Marvel Comics di oggi: uno dei maggiori colossi dell’intrattenimento mondiale - non solo riguardo ai fumetti, ma anche nel cinema e nell’animazione - che deve l’ulteriore e ultimo, in ordine cronologico, salto di qualità in tal senso all’acquisizione da parte della Disney.
Eppure, non è sempre stato così. Perché nonostante personaggi come Spider-Man, Iron Man e I Fantastici Quattro vengano dati per scontati, questi sono in realtà frutto dello sforzo creativo di un gruppo di artisti che hanno lavorato duramente per dar loro vita. La vicenda editoriale e creativa della Marvel ha vissuto di alti e bassi sin dai suoi esordi, nonché di svolte del tutto impreviste. Un esempio: uno Stan Lee propenso ad abbandonare il mondo dei fumetti scrisse, come ultima possibilità per rilanciare la sua carriera, Fantastic Four #1 insieme a Jack Kirby. Un'altro fenomeno simile si ebbe quando l’editore Martin Goodman chiuse la testata di Spider-Man ai suoi esordi, convinto che a nessuno interessassero le storie di un eroe con i poteri di ragno.

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Queste sono solo curiosità, ma sono parte essenziale della storia di una delle realtà a fumetti più importanti del mondo. Ma se volete approfondire in maniera critica tutti questi aspetti fondamentali e spesso ignorati dal grande pubblico, come la nascita editoriale di decine di personaggi o un'analisi oculata di un periodo ormai lontano ma tuttora di grande rilevanza per la major, il volume The Marvel Age Of Comics 1961–1978 (I) pubblicato dalla Taschen risulta il prodotto perfetto.

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Chi ha dimestichezza con i prodotti Taschen sa già a cosa andrà incontro: il volume si presenta mastodontico grazie ai suoi 23,8 x 32,4 cm, la sua solida cartonatura e la sovraccoperta argentea che, come per la maggior parte dei prodotti dell'editore, risulta di grande impatto estetico e non sfigurerà di certo sullo scaffale. All’interno, nelle 400 pagine che compongono il tomo, troviamo tre lunghi interventi di Roy Thomas che dividono il periodo analizzato in tre parti: la prima ondata di fumetti Marvel che va dal 1961 al 1964, gli anni 1964-70 in cui la casa editrice si afferma come realtà, e la cosiddetta Bronze Age dal 1970 al 1978.
Thomas - autore, editor ed esperto conoscitore della storia della Marvel - racconta gli eventi che hanno dato vita alla Casa delle Idee, alla nascita dei vari personaggi che tutti oggi conosciamo, portando a galla tutto quello che vi sta dietro, in maniera precisa e appassionante, mettendo tutto in prospettiva in modo da formare un racconto puntuale e intrigante.

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Alla parte saggistica segue poi una lunga e ricca selezione di immagini, decine e decine di pagine in cui vengono mostrate copertine, vignette, tavole, studi e foto riprodotte ad alta qualità su una spessa carta lucida. Ogni immagine ha una didascalia che ne specifica la provenienza, gli autori, e ne illustra i dettagli dando, dunque, preziose informazioni. La particolarità di questo volume, a differenza degli altri saggi, è proprio la sua potenza visiva. Una varietà infinita di immagini mai fine a se stessa, ma che anzi offre un approfondimento pari, se non superiore, ad altrettante pagine scritte. Il volume Taschen, dunque, è un amalgama fra saggio e libro illustrato che cattura l'attenzione lasciandoci a bocca aperta. 

Le informazioni ivi contenute sono spesso poco conosciute anche ai maggiori appassionati Marvel, dunque anche i più esperti potranno trovare qualche chicca. Ma in generale, il volume è un libro d’arte assolutamente consigliato a chi adora e ha adorato il primo periodo della Marvel, così come per chi vuole scoprirne di più sulla sua storia.

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