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Predator. 30° Anniversario HC, recensione: la trilogia Schaefer

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Predator è un cult del cinema, la creatura aliena protagonista è un’icona di fantascienza action a cavallo tra anni ’80 e ’90, che non ha mai smesso di essere presente in numerose opere multimediali. Dal 1987, anno di uscita del primigenio film di John McTiernan e con un testosteronico e muscolare Arnold Schwarzenegger, la razza aliena Yatuja (conosciuti agli essere umani come “predator”, per l’appunto) è comparsa in ben quattro film (di cui l’ultimo in uscita ad ottobre), in due crossover cinematografici (Alien vs Predator e Alien vs Predator: Requiem), in molti videogiochi e in innumerevoli serie a fumetti (arrivando a scontrarsi anche con Batman e Superman).

La Dark Horse Comics prima, e la Saldapress ora, ha realizzato un omnibus dedicato alla trilogia fumettistica scritta da Mark Verheiden, Predator 30° Anniversario. Il corposo volume, difatti, raccoglie le tre storie che vedono protagonista il detective Schaefer, fratello di Dutch, il marine interpretato da Schwarzenegger nel primo film, impegnato a combattere i Predator.
La trilogia di Verheiden è seminale per l’Alien Universe (il cui si inscrivono le avventure del “cacciatore” alieno) poiché ha avuto la capacità di influenzare, se non addirittura condizionare, il futuro cinematografico di Predator e, in misura minore, Alien.

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La prima storia, Giungla di Cemento, uscita a cavallo tra il 1989 e il 1990, vede, rispetto al primo film, cambiare il terreno di caccia degli Yatuja, dalla foresta alla città, e utilizza come sottofondo narrativo lo scontro violento tra bande, elementi usati per strutturare il film Predator 2.
La seconda miniserie contenuta nel volume è Guerra Fredda, del 1991 e porta il protagonista Schaefer nella fredda Siberia, in uno scontro Russia-Stati Uniti per accaparrarsi la tecnologia usata da questi ospiti indesiderati, architrave, questi, del crossover AvP. Il debito della pellicola nei confronti della miniserie viene sancito dal personaggio cinematografico chiamato, per l’appunto, Mark Verheiden (interpretato da Tommy Flanagan).
La terza e ultima storia è Fiume Oscuro, del 1996, che, riportando il detective nella giungla sudamericana, ciclicamente ritorna al primo capitolo fumettistico per chiudere la trama e ritorna al primo capitolo cinematografico per recuperare l’atmosfera della battaglia primordiale, bestiale, tra uomo e alieno.

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Verheiden è, senza dubbio, uno dei più importanti autori dell’Alien Universe. Oltre ad aver firmato questa trilogia dedicata a Predator, ed altre miniserie, è lo sceneggiatore della prima, fondativa, serie Aliens (edita dalla Saldapress come Aliens 30° Anniversario), seguito ormai apocrifo del film del 1979 di Ridley Scott, e dei due seguiti (contenuti nel volume Saldapress, Aliens: incubo sulla terra). Allo sceneggiatore statunitense, dunque, si deve la costruzione narrativa dell’universo che ruota attorno alla figura dei Predator: questa trilogia ne è il caposaldo. La costruzione narrativa messa in piedi da Verheiden è quella tipica del fumetto e cinema action degli anni ’90: eroi muscolosi che imbracciano armi gigantesche dalla deflagrante potenza di fuoco, dalla battuta caustica facile, incorruttibili e con un sentimento di giustizia che trascende le regole umane. E aliene, nel caso del taciturno detective Schaefer. Voci fuori campo di più protagonisti, battute taglienti e dialoghi serrati, sono al servizio di una storia in cui l’uomo è il protagonista sempre in pericolo ma mai inerme.

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Giungla di Cemento vede ai disegni Chris Warner, qui alla prima prova sul cacciatore alieno, che costruisce tavole dalla grande ricchezza compositiva e dal dichiarato gusto cinematografico. La capacità narrativa di Warner si esprime non solo nelle elaborate scene d’azione, ma anche nelle sequenze di “calma apparente” in cui i protagonisti sono in nervosa attesa dello scontro. Ron Randall si attesta sulle medesime volontà narrative, disegnando sia Guerra Fredda che Fiume Oscuro, recuperando le direttrici del suo predecessore per tavole dalla medesima articolazione compositiva, rese, forse, con un tratto meno accattivante e più scolastico.
Il volume Saldapress è un gioiello per tutti gli amanti dell’Alien Universe e di Predator, sia nella qualità grafica che nella cura editoriale. Il corposo cartonato racchiude, oltre alle tre miniserie, editoriali scritti dagli autori e illustrazioni.

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