Le stagioni del Commissario Ricciardi: Il senso del dolore, recensione
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Maurizio De Giovanni nel 2005 ha avuto l’intuizione di creare il Commissario Ricciardi: un investigatore della Questura Regia che si muove nella Napoli degli anni ’30. Dodici romanzi, dodici avventure, dodici indagini e il successo di pubblico, hanno affascinato la Sergio Bonelli Editore, affidando l’adattamento a fumetti allo sceneggiatore Claudio Falco e al disegnatore Daniele Bigliardo.
Nasce così Il senso del dolore, graphic novel che adatta la prima storia del Commissario Ricciardi, uomo di grande intuizione investigativa e dotato di un potere (che, spesso, è una condanna): può vedere i morti nel loro ultimo istante di vita, sentire ciò che hanno pensato o detto, osservare l’ultimo e intimo attimo di chi è stato strappato con violenza dall’esistenza. Il grande tenore Arnaldo Vezzi viene trovato morto, con la gola recisa, nel suo camerino, poco prima della sua entrata in scena al Teatro San Carlo: Ricciardi, accompagnato dal fedele brigadiere Maione, dovrà scoprire l’assassino e la dinamica dell’omicidio.
Trovandosi tra le mani il primo personaggio Bonelli mutuato da opere preesistenti, Claudio Falco opera un’interessante adattamento, scegliendo una narrazione dalla chiara matrice cinematografica: nella lettura si respira l’aria da film noir degli anni ’40, Humphrey Bogart, Peter Lorre e tutti i riferimenti al mondo torbido delle indagini poliziesche nei vicoli di una città. In un felice sposalizio, i canoni e la struttura da libro giallo sono, però, in equilibrata fusione: i dialoghi e i personaggi richiamo le atmosfere della metropoli di inizio secolo dei romanzi polizieschi, intrise di tutte le contraddizioni sociali che la caratterizzano. Le cadenze linguistiche napoletane ancorano fortemente i personaggi a quel preciso tessuto geografico e culturale che fa da sfondo alla vicenda, spalancando lo sguardo e la fantasia verso il capoluogo campano di quasi novanta anni fa.
Sul piano visivo, perfettamente in linea con la sceneggiatura, il disegno di Daniele Bigliardo magnifica le architetture della città dalla Galleria Umberto I, al San Carlo, passando per i vicoli, le piazze e i “belvedere” ma non con finalità “turistiche”, bensì come ricostruzione iconografica degli anni in cui si svolge la storia. Medesima cura la troviamo nella trattazione dei personaggi: su tutti troneggia, giustamente, il freddo e algido Commissario, per cui Bigliardo tratteggia uno sguardo capace di rivelare quello che i dialoghi non devono fare.
L’obiettivo non era di facile raggiungimento: l’unione tra Napoli e il Noir – di matrice statunitense – fuso con il Giallo – di matrice anglosassone – potrebbe apparire come un amalgama artificioso – specie se abbinato alle tinte Horror della trama – e, invece, nelle sapienti mani del duo Falco/Bigliardo risulta essere un’intrigante sperimentazione grafico-narrativa dall’indubbio fascino.
Il volume è disponibile sia in brossurato da edicola che in cartonato da libreria.