Raffaello, recensione
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È Raffaello Sanzio il protagonista del nono volume della collana Prodigi fra le nuvole, dedicata a grandissimi personaggi della storia italiana, e presentato a Lucca Comics 2015 dalla casa editrice Kleiner Flug.
In tedesco, Kleiner Flug vuol dire "piccolo volo": volare quindi con le ali dell'immaginazione, restando tuttavia fedeli agli eventi tramandati, reinterpretando con il proprio punto di vista la psicologia dei personaggi e i loro rapporti interpersonali. Perché basta un piccolo salto per raccontare episodi storici attraverso un mezzo moderno ed immediato come il fumetto. Una sintesi perfetta per Raffaello: con un progetto grafico di Alessio D'Uva, ed illustrato e sceneggiato da Alessandro Bacchetta, classe 1986, il volume si apre con il momento della fine improvvisa dell'artista, a soli 37 anni, a Palazzo Caprini a Roma, con La Trasfigurazione, il suo ultimo capolavoro, collocato davanti il suo letto di morte. Una conclusione che, pur rappresentando il punto d'arrivo del racconto, interagisce attivamente con esso: dalla morte del pittore, infatti, non segue l'incipit plain and simple della sua storia, ma è proprio dal suo annuncio a tre diversi personaggi, i più vicini all'artista nonché spettatori della sua ascesa, che si snodano, rispettivamente, tre testimonianze fondamentali e simboliche di momenti diversi della vita del maestro. Dunque, come dicevamo, tre figure - Sara, Michelangelo e Margherita Luti-; tre diverse città italiane importantissime, Città di Castello, Firenze e Roma; tre momenti chiave del successo di Raffaello, in adolescenza, in gioventù ed in maturità. È tre il numero perfetto per rievocare le vicende dell'unico artista chiamato "divino" da critici e colleghi.
Attraverso Sara, il suo giovane amore incontrato a Città di Castello, apprendiamo del periodo in cui dipinge la sua prima opera importante, Lo Sposalizio della Vergine, e vengono delineati i primi contorni della sua personalità a tratti ambigua: "Sfruttava ogni momento per dipingere, e per quanto fosse cortese con le persone, illudendole di prestare attenzione, io sapevo che pensava solo alla sua opera - mentre stavamo insieme e fissava il vuoto, osservando qualcosa a me invisibile". In questa prima parte del volume la città diventa protagonista, forse più di altri personaggi soltanto citati (come Baldassarre Castiglione o il Perugino), che rivelano comunque una profonda conoscenza del percorso artistico di Raffaello da parte dell'autore e ci fanno comprendere l'importanza rivestita da un urbinate di 18 anni nel contesto del Rinascimento italiano senza scadere nel didascalico.
Con Michelangelo, il senso di ambiguità cresce, soprattutto a causa del duplice rapporto di ammirazione e competizione che ha con Raffaello: è geloso della sua affabilità, dei suoi modi cortesi, che giudica a tratti melliflui e a tratti sinceri, ma ne stima il lavoro, rispetta la grazia e l'eleganza della sua arte, è riconoscente di essere stato inserito nel suo capolavoro Scuola di Atene nei panni di Eraclito - le cui torsioni plastiche anatomiche quasi simboleggiano il temperamento spigoloso e irascibile del collega.
Margherita Luti, nota ai meno neofiti come La Fornarina, è stata la sua musa, ed è un personaggio oggi avvolto dal mistero, su cui si è tanto speculato, ma che di più ha influenzato il lavoro di Raffaello, ispirando diverse opere d'arte.
Un'opera che conquista, una finestra sulla vita pubblica e privata di un personaggio controverso, la cui sincerità appare in ogni momento inalienabile ma la cui voglia di affermarsi senza scadere nella competizione lo porta a scelte "di favore" discutibili. C'è molto cuore nella sceneggiatura, si avverte l'intenzione di raccontare la vita di un uomo, sebbene quella dell'artista vi cammini di fianco in ogni momento. Gli acquerelli sembrano essere una tecnica vincente, la più naturale per il tema, i toni caldi sono predominanti - soprattutto i rossi, che balzano alla mente se si pensa alle tonalità principali delle opere rinascimentali. È incantevole osservare Alessandro Bacchetta al lavoro sul suo canale Youtube, vi traspira meticolosità e passione.
Le vignette sono regolari, forse omaggio al rigore del Sanzio, tranne per le tavole orizzontali dove il bisogno di dare un più ampio respiro al paesaggio (come Città di Castello, che rivela il legame che ha l'autore con questa città, in cui ha vissuto)o alle sue opere -zoomate in sequenza-, predomina. I personaggi sono rappresentati spesso in primo piano, conferendo ai loro volti quasi la totalità della loro emotività.
Una lettura non impegnativa ma allo stesso tempo informativa, che incuriosisce il lettore e lo porta a volerne sapere di più, Raffaello va letto lentamente per poter apprezzare le sfumature e i piccoli omaggi dati a personaggi illustri del tempo o alle città rappresentate. Dolcemente poetica.