Se il parziale fallimento dell’iniziativa New 52 ha reso necessario un cambio di rotta nella linea editoriale della DC Comics, il discorso non era applicabile alle testate della Bat-Family, in particolare alla serie ammiraglia, Batman. Graziata dal fortunato ciclo di Scott Snyder e Greg Capullo, giustamente considerato una delle migliori versioni del Cavaliere Oscuro nella sua lunga storia, la testata ha sempre veleggiato ai primi posti delle classifiche di vendita e degli indici di gradimento della stampa specializzata. L’editor Mark Doyle si è trovato quindi alle prese con un problema non da poco al momento di allestire, per il rilancio della serie all’interno del brand DC Rebirth, un team creativo che fosse all’altezza del precedente. Si trattava di sopravvivere a se stessi e, se possibile, fare ancora di meglio. Cosa fare, dunque?
Tanto per cominciare si va a bussare a casa dello scrittore rivelazione dell’anno e si chiede la sua disponibilità a gestire le sorti del più grande personaggio del comicdom americano. I testi di Batman sono stati affidati infatti a Tom King, messosi in luce lo scorso anno alla DC con una avvincente maxiserie dedicata agli Omega Men e definitivamente esploso in casa Marvel con The Vision, brillante serie dedicata all’androide degli Avengers, inedita sintesi tra la tradizione del melodramma americano alla Douglas Sirk, Sam Mendes e Todd Haynes, fantascienza e fumetto di supereroi, un lavoro di qualità eccelsa che ha convinto la DC a riportarlo a casa con un contratto di esclusiva. Come sono dunque questi primi episodi del nuovo corso del Crociato Incappucciato e della sua famiglia, contenuti nello sfavillante quindicinale targato RW Lion? Se era lecito temere il confronto con l’ottimo lavoro di Snyder, il timore può ritenersi dissolto.
Nella prima storia contenuta nel numero 1 del quindicinale, lo speciale Batman Rebirth, King è co-autore dei testi proprio con Snyder, il suo celebrato predecessore. Lo speciale prepara la scena per le storie a venire ed è un perfetto starting point per nuovi lettori. I due scrittori si concentrano sui rapporti tra il Cavaliere Oscuro e la sua “famiglia” di collaboratori, tra cui gli immancabili Alfred Pennyworth e Lucius Fox, e il nuovo arrivato Duke Thomas, ragazzo per il quale Bruce ha preparato qualcosa di più interessante che un futuro come ennesimo Robin. La storia successiva è il debutto da solista di King, un action-thriller alla Die-Hard che segna subito un distacco dalle atmosfere più oscure di Snyder e lascia il cuore in gola al lettore per il ritmo sfrenato. Tutta la sequenza dello sventato disastro aereo da parte di Batman è da cardiopalma ed è magistralmente supportata dalle potenti matite di un David Finch in grandissimo spolvero, rude ed efficace come nei migliori momenti della sua carriera. L’artista è alla sua seconda prova sul Crociato di Gotham dopo il non esaltante ciclo di Batman The Dark Knight di qualche anno fa ma stavolta sembra aver preso le misure al personaggio e alle atmosfere, grazie anche alle chine di Matt Banning, Danny Miki e al solito, ispirato lavoro di Jordie Bellaire ai colori. Considerato che Finch si alternerà alle matite di Batman con Mikael Janin, reduce da un bel ciclo di Grayson proprio in coppia con King e autore della storia di apertura, il comparto grafico della serie sembra essere stato messo decisamente in sicurezza.
A seguire troviamo invece l’apertura del nuovo ciclo di Detective Comics, la testata che nel 1939 vide il debutto del Cavaliere Oscuro e che si avvia al glorioso traguardo del millesimo numero. Curata da James Tynion IV per i testi e da Eddy Barrows per i disegni, la serie vede Batman reclutare un team formato da Batwoman, Red Robin, Spoiler, Clayface e Orphan per affrontare la minaccia di una misteriosa milizia che spia di nascosto i vigilianti di Gotham e che ha attaccato a sorpresa Azrael, quasi uccidendolo. La serie è interessante perché esplora le dinamiche tra Batman e un’ampia fetta della sua famiglia di collaboratori, proponendoci un Cavaliere Oscuro leader di un team come non accadeva dai tempi di Batman & The Outsiders. Da segnalare l’ottimo lavoro di Barrows, già autore di un bel ciclo di Nightwing ai tempi del debutto del New 52, artista dal tratto plastico che meriterebbe più considerazione. E proprio con Nightwing, che dal secondo numero riprende quel posto da comprimario che già era stato suo ai tempi del mensile pre-Rebirth, si chiude l’offerta di serie proposta da RW per questo quindicinale.
Curata da Tim Seeley per i testi e dalle matite morbide di Yanick Paquette, Nightwing Rebirth riporta Dick Grayson a Gotham dopo il periodo passato come infiltrato nell’organizzazione terroristica Spyral. L’uomo che è stato anche Robin, Batman, Agente 33 tornerà al passato, riabbracciando il suo ruolo di Nightwing per affrontare la minaccia del Parlamento dei Gufi, circolo formato da un’élite segreta che lo ha sfidato.
Anche sotto l’ombrello dell’iniziativa Rinascita, la qualità di Batman rimane fuori discussione rendendolo l’appuntamento obbligato della checklist di ogni lettore di fumetti che si rispetti.