Xerxes 1-3, recensione: il prequel-sequel di 300 di Frank Miller
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Frank Miller (Ronin, Il ritorno del Cavaliere Oscuro, Sin City) ritorna nell’Antica Grecia dopo l’indimenticabile 300 per raccontarci ancora dello scontro impari fra Persiani e Greci ma, questa volta, con un’ottica leggermente diversa. Si chiama infatti Xerxes - La caduta della casa di Dario e l’ascesa di Alessandro l’ultima fatica del fumettista statunitense, una miniserie di cinque numeri che vede Miller come sceneggiatore e disegnatore e Alex Sinclair (All Star Batman & Robin) come colorista e che sembra collocarsi prima e dopo quella battaglia delle Termopili (480 a.C.) che Miller aveva raccontato in 300.
Un prequel-sequel, dunque, in cui storia, mito e violenza si intrecciano su un arco temporale di un secolo e mezzo, dalle Guerre Persiane fino all’avvento di Alessandro Magno, che, in questi primi tre numeri ambientati a cavallo delle vicende di Leonida e dei suoi trecento soldati, racconta dello sbarco in Attica di alcuni manipoli persiani per ordine di Dario, padre di Serse. Ad accoglierli ci saranno però gli Ateniesi guidati dal capitano Temistocle, da Milziade e da Eschilo, il drammaturgo, in un primo numero ricco di azione che sembra fatto più per introdurre i personaggi e l’ambientazione che per portare avanti le vicende: la figura di Dario, l’iniziatore della lunga guerra fra Greci e Persiani, è appena accennata all’inizio dell’albo e Serse, suo figlio, è del tutto assente nel primo numero che ricalca, in tono minore, le atmosfere di 300.
Anche qui, infatti, abbiamo i Greci contro i Persiani, ma qualcosa è cambiato: il capitano dell’esercito ateniese, il rude e coraggioso Temistocle, simile in molti aspetti a Leonida, non combatte da solo, ma è affiancato da Eschilo, che nella rilettura di Miller diventa un letale esperto di armi bianche, e da un androgino Milziade. La scelta di affiancare a Temistocle due comprimari scongiura una somiglianza con 300 che sarebbe stata davvero notevole.
Allo stesso modo i soldati che i protagonisti guidano non sono i valorosi e addestrati Spartani, ma "un’accozzaglia di sarti e vasai, di fabbri e pescatori". Manca quella dimensione epica, fra storia e leggenda, che aveva caratterizzato 300, sebbene le scene d’azione siano preponderanti ed il numero si concluda con la colossale battaglia di Maratona: se si considera che buona parte dello spillato è occupata da scene di combattimento, la parte dedicata allo svolgimento dell’intreccio è davvero esigua, visto anche il numero non elevato di pagine, appena trentasei.
Bisogna aspettare il secondo numero perché Miller si discosti dal modello: qui, infatti, la figura di Serse assurge a protagonista delle vicende narrate, lasciando la Grecia per la sfarzosa, calda Persia. La scelta di raccontare l’origine del dio-imperatore adottando il punto di vista del villain è sicuramente originale, sebbene a volte si abbia l’impressione che la narrazione si dipani troppo velocemente, sorvolando con noncuranza svolte nella trama che avrebbero meritato maggiore spazio.
Per quanto riguarda il comparto visivo, l’aggettivo ‘spartano’ risulta più che mai azzeccato: Miller sceglie il formato verticale che, al contrario del panoramico formato orizzontale, è poco adatto a rendere con la dovuta spettacolarità le scene di combattimento di massa, sebbene gestisca la griglia con grande libertà ed efficacia. Il tratto, invece, è quello inconfondibile di Miller, sebbene, si tenda spesso ad una stilizzazione che nuoce soprattutto alla resa delle splash-page e dei campi larghi, nonostante i tentativi di Sinclair di riempire con il colore tavole che altrimenti sembrerebbero troppo vuote. L’ambientazione persiana del secondo e terzo numero, invece, e in particolare l’ingioiellatissima figura di Serse, forniscono a Miller l’occasione di rappresentare con perizia di dettagli lo sfarzo ed il lusso dell’impero persiano, raggiungendo in alcune tavole risultati davvero pregevoli.
Questi primi numeri di Xerxes - La caduta della casa di Dario e l’ascesa di Alessandro, in Italia per Magic Press, presentano una serie di pecche a livello grafico e di narrazione, pecche che ci sembrano ancora più grandi se paragonate a 300, vero e proprio fratello maggiore di questa miniserie, da cui pure Miller cerca, con intelligenza, di discostarsi. Nonostante i difetti, tuttavia, la natura prettamente action delle vicende narrate e la curiosità di scoprire qualcosa di più dell’universo narrativo di 300 permettono comunque una lettura scorrevole e tutto sommato piacevole. Attendiamo gli ultimi due numeri, previsti in autunno, per poter formulare un giudizio conclusivo.