Una sitcom a fumetti, la recensione di Giant Days 1
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Giant Days ha quel sapore di comicità all'americana a cui ci hanno abituato le serie tv di successo degli ultimi anni. Friends, Big Bang Theory, Scrubs, hanno tutte in comune, oltre all'essere sit-com, una comicità basata su situazioni ai limiti del verosimile, assurde e anche tragicomiche, personaggi iper-caratterizzati e assolutamente riconoscibili in ogni loro azione e dialoghi paradossali, spesso con frasi a effetto assolutamente inutili ai fini della trama. Giant Day è tutto questo.
John Allison, Max Sarin e Lissa Treiman, rispettivamente autore e disegnatori della serie, forniscono una panoramica di un dormitorio dell'Università dello Sheffild, che benché assolutamente inglese, ricorda quello che accosteremmo a un college-drama statunitense.
Le protagoniste di questa opera sono tre ragazze, Esther, Daisy e Susan, ognuna caratterizzata secondo alcuni canoni classici della letteratura e del cinema. Esther è una bella e pallida ragazza goth, forte, determinata e “attira-guari”; Daisy è lo spirito libero, l'ingenua e composta matricola che deve ancora fare esperienza del mondo; infine Susan, asse portante del terzetto, indipendente, femminista e dalla battuta pronta. Insieme, le tre amiche affrontano i primi giorni di università accompagnate da alcuni amici, facendo nuove conoscenze, ma soprattutto ritrovandone di vecchie.
La storia comincia con il presentarci le tre protagoniste appena uscite dal liceo e pronte per una nuova vita lontane dalle famiglie, amiche da poche settimane e già inseparabili. Il dormitorio universitario, quel luogo in cui il caso governa le vite degli studenti, così caro alla letteratura anglosassone, ma poco comprensibile per un italiano, ricopre anche in questo caso un ruolo di primo piano, rendendo possibile l'incontro di Esther, Daisy e Susan
Senza che la sceneggiatura risulti ovvia e noiosa, Allison rappresenta una sfilza di situazioni del tutto verosimili di vita quotidiana tra una lezione universitaria e l'altra. Le vicende che vengono mostrate non sono né avventurose, né tanto meno straordinarie, ma semplici parentesi che chiunque potrebbe aver sperimentato, presentate con una verve quasi surreale tipica delle sit-com.
I problemi delle tre ragazze ci appaiono tanto ordinari quanto però interessanti nel rappresentare tematiche di attualità della cultura moderna: amore, sesso, omosessualità, oggettificazione della donna e maschilismo. Del resto la serie è molto femminile per il punto di vista che viene presentato, con Susan voce fuori campo a risolvere i suoi problemi e quelli delle due amiche; problemi che appaiono sempre nuovi ad ogni episodio, risolvendosi nel finale di ciascun capitolo.
Con un'esagerazione tipica dei problemi adolescenziali, portati all'estremo dall'autore, si ottiene la comicità di cui si permea questo fumetto.
A sottolineare l'umorismo della storia uno splendido lavoro di disegno dallo stile umoristico e caricaturale, che riesce a mettere in rilievo gli elementi caratteristici dei personaggi, anche grazie alle tinte vive usate per la colorazione digitale da Whitney Cogar, mentre le vignette, molto regolari nella disposizione in pagina, scandiscono il tempo di sceneggiatura come fosse un'opera televisiva.
La serie, nata come web-comic e ora riproposta in volume da Edizione BD per l'Italia, è diventata una vera e propria pubblicazione ongoing grazie al successo ottenuto. Una storia a fumetti con protagonisti ragazzi e rivolta ad un pubblico di adolescenti, ma perfettamente godibile anche ai più grandi.