Patrick Zaki, una storia egiziana, recensione: una storia di lotta per la libertà
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Il 7 febbraio 2020 Patrick Zaki, studente di nazionalità egiziana ospite dell’università di Bologna dove frequenta un master sulla parità di genere, viene fermato all’Aeroporto Internazionale del Cairo dalle autorità locali che gli contestano capi di accusa gravissimi come tra cui minaccia alla sicurezza nazionale, sovversione e propaganda per il terrorismo. L’attenzione internazionale sull’Egitto, governato con pugno di ferro dal regime di Abdel Fattah el-Sisi, è alta dopo la vicenda dell’italiano Giulio Regeni, morto in circostanze ancora avvolte nel mistero. La scomparsa di Zaki non passa quindi inosservata e viene subito denunciata dagli attivisti per i diritti umani. Ne scaturisce una mobilitazione internazionale, che vede il nostro paese in prima fila, per sostenere l’innocenza di Zaki e chiederne la scarcerazione.
La storia del giovane attivista e del suo calvario giudiziario, peraltro non ancora terminato, rivive in Patrick Zaki – Una storia egiziana, ottimo esempio di graphic journalism realizzato da Laura Cappon e Gianluca Costantini per Feltrinelli Comics. La prima è una giornalista che ha lavorato per alcune delle testate giornalistiche e televisive più prestigiose, ed è un’esperta di vicende egiziane. Il secondo è un artista attivista che combatte le sue battaglie per i diritti e per la democrazia attraverso il disegno. È sua l’immagine iconica di Zaki, realizzata dopo la cattura del ragazzo, che ha fatto il giro del mondo e che ha accompagnato la mobilitazione di massa per la sua liberazione.
Il libro ci racconta la storia di Zaki fin dalla propria infanzia, mostrando momenti della sua vita sconosciuti ai più. Dalla fanciullezza a Mansoura, in una famiglia appartenente alla minoranza cristiana copta, fino agli anni giovanili spesi nella battaglia per i diritti civili nelle fila dell’ONG egiziana EIPR, la Egyptian Initiative for Personal Rights. Sullo sfondo, l’arrivo della “primavera araba” che provoca il crollo del regime di Hosni Mubarak portando il paese a libere elezioni, vinte dal movimento dei Fratelli Musulmani di Mohamed Morsi che non riesce però a gestire la transizione verso la democrazia. Si verifica così un colpo di stato che porta al potere il generale el-Sisi, che instaura un governo autoritario e repressivo peggiore dei precedenti. Patrick, insieme agli altri attivisti dell’EIPR, è sempre in prima fila per la richiesta di una maggiore democrazia e il suo impegno lo mette inevitabilmente nel mirino del regime. Agli occhi delle autorità egiziane è una colpa anche recarsi a studiare all’estero, cosa che il giovane fa scegliendo di frequentare un master sulla parità di genere all’Università di Bologna. È proprio al rientro in Egitto, dove si reca per una breve visita alla famiglia che Patrick viene arrestato dando così il via ad un caso giudiziario le cui conseguenze sono ancora lungi dall’essersi esaurite.
La prima accusa che viene mossa a Zaki è quella di aver scritto alcuni post compromettenti su Facebook, ma è talmente flebile che viene sostituita da quella di aver scritto un articolo sulla minoranza copta in Egitto. Un vero e proprio reato di opinione che chiarisce subito al lettore il clima di oppressione che si respira in una dittatura.
La vicenda processuale, farsesca e tragica allo stesso tempo, ci viene raccontata con taglio giornalistico, appassionato e mai freddo, dalla coppia di autori. I due sono stati tra i primi ad essere avvertiti della scomparsa di un giovane attivista in Egitto, e riversano su carta l’ansia di quelle prime ore febbrili, e tutta la tensione emotiva che ha accompagnato la vicenda giudiziaria di Zaki, che non si è ancora conclusa nonostante la sua scarcerazione. La sceneggiatura rigorosa della Cappon tiene le fila cronologica della successione di eventi che hanno caratterizzato il calvario del ragazzo, facendo sfilare tutte le numerose personalità politiche, i giornalisti e gli attivisti che si sono occupati del caso. Non si tratta solo di una mera cronaca dei fatti, ma di un racconto avvincente che trasmette al lettore la consapevolezza di quanto i propri diritti e le proprie libertà ritenute giustamente inalienabili possano essere messe in discussione dall’avvento di una dittatura.
Lo storytelling lineare e pulito di Costantini conferisce forza e vigore ai testi della giornalista, con una organizzazione della tavola classica ma di notevole suggestione e impatto, che riesce a ricreare tutte le tappe della tribolazione di Zaki. Ci troviamo di fronte quindi a un lavoro di qualità e di notevole importanza, soprattutto in questi tempi in cui la libertà individuale è a rischio in molte zone del mondo, che va ad arricchire il catalogo della Feltrinelli Comics sempre attenta ad unire intrattenimento e impegno civile.