Innocent 1
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Si dice sempre di non giudicare un libro dalla copertina perchè la veste grafica dell'edizione non riesce ad esprimere appieno i contenuti all'interno, né tantomeno deve condizionare l'approccio del lettore al messaggio, o anche semplicemente alla storia, veicolai dal mezzo.
Ci sono però dei libri, in questo caso fumetti, e la cosa assume una rilevanza ancora più spiccata, che facendo forza sull'impatto visivo particolarmente ricercato della cover riescono ad attirare il pubblico e a far venire meno questa proverbiale dicitura. E sicuramente questo è ciò in cui riesce perfettamente Innocent, il nuovo manga di Shin'Ichi Sakamoto edito da J-Pop. La copertina del primo volume, identica a quella originale giapponese, attrae per la sua incommensurabile delicatezza e per quel senso di malinconia e tristezza che vi si intravede, una sorta di aura nefasta che avvolge il giovane personaggio.
E mai come per Innocent si può dire che l'iniziale monito risulti vano. In quel bellissimo disegno colorato con tinte tenui e quasi effimere, evanescenti, diafane, è racchiusa tutta l'essenza dell'opera, ogni sentimento, ogni aspetto che troveremo poi nella storia si può identificare in quell'immagine. La tristezza, la caducità, la sensibilità, la purezza e l'innocenza del ragazzo emergono con una forza strepitosa. E infatti gran parte della bellezza di quest'opera è da attribuirsi alle meravigliose tavole di un Sakamoto allo stato dell'arte.
Anche la storia poi è molto ben sviluppata e raccontata in modo partecipato e sentito dallo stesso autore, che rielabora, romanzando parzialmente i fatti, la vera storia del boia parigino Charles-Henri Sanson come narrata da Masakatsu Adachi ne Il boia Sanson, argomento che abbiamo visto trattare anche nel primo volume de Le Storie di Sergio Bonelli Editore grazie a Paola Barbato.
Figlio maggiore del casato Sanson, Charles-Henri eredita il titolo di Monsieur de Paris, boia di Parigi, dal padre Jean-Baptiste gravemente malato; sarà in carica anche durante il periodo della Rivoluzione Francese e a lui verranno attribuite ben 2918 esecuzioni. Un incarico difficile e molto gravoso soprattutto per un ragazzo delicato e sensibile come il protagonista, del tutto non avvezzo alla morte e alla violenza e per nulla convinto della legittimità degli omicidi eseguiti in nome della giustizia. Ci vengono narrate in maniera accorta e accorata le vicissitudini del giovane Sanson e le difficoltà che attraversa nel farsi carico del suo retaggio familiare, dell'aura dinastica che lo perseguita; nel far fronte al peso che accompagna il suo cognome, e che lo precede, inaridendo il terreno dinnanzi a lui.
La denigrazione, il timore provato da chiunque nei confronti del casato, maledetto per l'incarico che gli è stato affidato, quello della tortura dei condannati e dell'esecuzione capitale, non lasciano scampo all'innocenza vera del giovane Charles, eroe titanico in lotta col destino prima, vittima del caso e rassegnato al suo fato poi, vittima del ruolo sociale e della contingenza temporale.
La costrizioni sociali e familiari scavano nell'animo del protagonista, vi si annidano nel profondo, mutandolo radicalmente, anche attraverso le umilianti e strazianti torture fisiche subite sin da piccolo per mano del padre e della nonna.
Per quanto riguarda la parte artistica, il tratto di Sakamoto è letteralmente magnifico. Il mangaka si allontana dalle figure nerborute, possenti e guerriere dei lavori passati, in particolare Masurao, e anche dallo stile simile, anche se più mitigato, su The Climber di Jiro Nitta. Lavori che per quanto molto ben realizzati, hanno rischiato di etichettare lo stile del Maestro, capace però di ben altre vette espressive e artistiche come mostrato proprio in questo manga. Un tratto sublime, delicato, dolce, di eccellente livello tecnico, delineato con una grazia e un'eleganza che esaltano la fragilità e la precarietà di Charles, rappresentato in antitesi al suo ruolo di portatore di morte con fattezze femminili, bishounen per essere precisi, che marcano il contrasto tra il dovere, il ruolo nefasto e maledetto, del giovane e la sua essenza, quasi angelica.
Lo stile è iperdettagliato, minuziosamente cesellato, realistico ed estasiante. I paesaggi, gli ambienti, i luoghi e i personaggi risultano evocativi, estremamente comunicativi e per nulla freddi, come spesso può scaturire da un tratto troppo tecnico. La resa anatomica è molto curata come lo sono le inquadrature sceniche e cinematografiche pregevolissime, che spesso donano un'aura epica e titanica al tutto. La violenza, sia fisica che psicologica, parte fondamentale dell'opera, viene spesso mostrata indirettamente, tramite cambi di scena e inquadrature, con la rappresentazione di immagini apparentemente svincolate dall'azione ma che di rimando ricreano esattamente l'effetto, moltiplicandone l'efficacia visiva e impressiva, come la statua di Atlante scalfita dalla lama del boia o lo sfaldamento del melograno osservabile nel secondo volume.
Un manga davvero molto interessante e artisticamente eccelso che non mancherà di soddisfare anche i lettori più sofisticati. Un vero e proprio fumetto d'autore che consigliamo vivamente a chiunque. Serve solo uno stomaco forte. Bella l'edizione J-Pop che rende ancora più elegante la copertina e il volume in sé. Semplicemente affascinante.