Tarantino, classe 1980, Antonio Rossetti - in arte Holdenaccio - esordisce con Bao Publishing grazie ad Umberto, graphic novel ispirato ai teen-movie anni '80 ma con una lettura critica su tematiche importanti, su tutte quelle ecologista.
La storia ha per protagonista Umberto, un abitante di Urano - pianeta sfruttato dai terrestri per creare energia -, e un gruppo di ragazzi della Terra che, insieme all'alieno, scongiureranno i folli piani della multinazione nota come Urangas.
Al Comicon di Napoli abbiamo incontrato Holdenaccio per un'intervista.
Puoi leggere la recensione di Umberto al seguente indirizzo.
Umberto è il tuo primo graphic novel. Com’è nata l’idea di questo racconto?
Umberto nasce dalla necessità di voler affrontare alcuni dei problemi più sentiti oggi, quali quelli dell'inquinamento e dell'immigrazione, però in un contesto non ordinario come quello dello spazio. Infatti Umberto nasce dalla necessità di iniziare a parlare del problema dell'inquinamento spaziale, nel momento in cui al di sopra di noi lo spazio vien visto quasi come una sorta di discarica: ci sono tantissimi oggetti che orbitano, tra rottami di satelliti in disuso e altra roba. Quindi, nasce principalmente da questa necessità.
In questi giorni si sta parlando molto di ecologia, qual è il tuo rapporto con l'ambiente? Immagino tu senta molto questo tema.
Sì, assolutamente. Il libro potrebbe essere visto come una sorta di simil-autobiografia, venendo da Taranto. Nel libro c'è questa città su Urano, Metown, la città del gas per eccellenza, che ha comunque qualche rimando a Taranto e alla sua questione ambientale, quindi è una tematica a cui sono molto attento.
A questo proposito, non so se stai seguendo le polemiche relative a Greta Thunberg, attaccati da molte persone per il suo attivismo. Cosa ne pensi?
È una cosa che mi dà veramente fastidio e non capisco come ci si possa mettere contro questa ragazzina che sta facendo qualcosa di meraviglioso. Ha incanalato in se stessa tutto quello che è lo spirito critico dei giovani, sta creando una coscienza critica che è favolosa, e che tutti a quell'età dovrebbero avere. Non capisco come le si possa andar contro, anche da parte di personaggi famosi come Rita Pavone che ha twittato contro di lei. Tra l'altro, mi è piaciuto tanto aggiungere personaggi giovani all'interno del libro, che ha comunque un target che parte dai teenager, proprio per sviluppare in loro uno spirito più critico riguardo le tematiche importanti come queste.
Altra tematica è quella dell’immigrazione, legata anche allo sfruttamento di una terra non propria che non si cura dei risvolti sociali sulla popolazione locale. Come mai ha deciso di inserirla nel libro?
Vedi, ho deciso di inserire molto materiale legato all'attualità in quanto io provengo da un contesto non proprio fumettistico, ovvero da anni di scienze politiche e relazioni internazionali, quindi ho in me una coscienza molto ferrata su questi argomenti e mi piaceva affrontarli e unirli a quello che è il linguaggio del fumetto. Essendo poi il mio primo lavoro lungo, volevo davvero aggiungere qualcosa di personale. Inoltre, all'interno del libro ci sono anche tanti riferimenti a pubblicità e propaganda, altri aspetti che ho a lungo affrontato.
Passando all'aspetto più tecnico, abbiamo detto che Umberto è il tuo primo grapich novel. Com'è stato confrontarsi per la prima volta con un racconto lungo?
All'inizio è stato un po' traumatico, essendo il primo racconto - 168 pagine - e venendo dal mondo dell'autoproduzione, il fumetto più lungo fatto finora non superava le 40 pagine. Quindi, affrontare qualcosa di più grande mi spaventava. Poi lavorandoci tra soggetto, sequenze narrative, sceneggiatura, etc., alla fine non mi sono poi trovato così tanto male, è stato quasi naturale andarci incontro.
La tua opera attinge molto da certe atmosfere anni ’80, in particolare dai teen-movie, riportati all’onore della cronaca di recente da opere come Stranger Things. Visto che sei nato negli anni ’90, come mai questa passione?
Il libro riprende tutte quelle che sono le tematiche, o comunque - più o meno - l'idea di narrazione, dei film anni '80 alla ET o alla Goonies. Sai, la storia con il gruppo di ragazzi coraggiosissimi che devono affrontare qualcosa di più grande di loro, ma alla fine si dimostra che l'unione e l'amicizia possano sconfiggere qualsiasi cosa se ci si crede. E questo è anche il messaggio in Umberto che è un alieno un po' scemo, un po' tonto, ma che dimostra che anche un cretino se si impegna può fare qualsiasi cosa e sconfiggere ciò che non gli va bene.
Riguardo l'aspetto grafico di Umberto, e degli alieni in generale, a cosa ti sei ispirato?
Be', è la ordinaria iconografia dell'alieno, cioè col capoccione grosso come se fosse un baccello. E poi è divertente da disegnare, basta fare questa sorta di palloncino, aggiungerci occhi e bocca ed è simpatico già così.
So che hai lavorato come illustratore delle sorpresine Kinder. Ce ne parli?
Lavoravo per un'agenzia che si occupava dei fogliettini di montaggio contenuti all'interno degli ovetti Kinder, io avevo l'incarico di disegnare i personaggi: il bimbo, la bimba. Non so se hai presente la scena del film di Aldo, Giovanni e Giacomo, per vantarmi con gli amici dicevo che le sorprese dell'ovetto le facevo io (ride). È stata una grande esperienza, mi è piaciuta tantissimo.
Ultima domanda: su cosa stai lavorando attualmente?
Attualmente sto lavorando a due cose diverse. Sto finendo i Quaderni Tarantini, un'autoproduzione che sto portando avanti da un annetto, divisa in tre capitoli, e nel giro di 2-3 mesi riuscirò a far uscire l'ultimo albo. Inoltre, sto lavorando ad altri progetti da proporre ad editori, come un volume dedicato alla figura del cantautore americano Elliott Smith.