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Fenomenologia di Diabolik, recensione: alla scoperta del mondo del Re del Terrore

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Quando nel 1962 Angela e Luciana Giussani portano in edicola il primo numero di Diabolik, difficilmente avrebbero immaginato di dar vita non solo a uno dei personaggio più amati e longevi del fumetto italiano ma, addirittura, a un fenomeno culturale. L’idea era quella di creare un tascabile ideale da leggere nei viaggi che i pendolari affrontavano in treno ogni mattina, un fumetto rivolto agli adulti ispirato ai romanzi d’appendice francese stile Fantômas di Marcel Allain e Pierre Souvestre. Il resto è storia nota: Diabolik diventa un vero e proprio caso editoriale e di costume, dando vita a un intero genere, il fumetto nero, e una serie infinita di epigoni con la "K". Generando, inoltre, proteste da parte di numerose associazioni nell’Italia puritana degli anni ’60.

Diabolik è anche il primo protagonista negativo del fumetto mondiale, un ladro e un assassino, e anche se il suo carattere e il tono delle sue avventure si è mitigato nel tempo, resta un antieroe unico. Diabolik, infatti, di cui non conosciamo nemmeno il reale nome, visto che è ignoto allo stesso protagonista, in ognuno del suoi 850 albi (più speciali) si prodiga per effettuare un incredibile colpo, ai danni di ricchi o nobili, o di malavitosi. Naturalmente, ogni colpo prevede sfide da affrontare al limite dell’impossibile che Diabolik, insieme alla fidata e fedele Eva Kant, co-protagonista a tutti gli effetti della serie, dovrà superare. Ma cosa spinge Diabolik a effettuare colpi su colpi? Non certo la cupidigia, come spiegato da Andrea Carlo Cappi nel saggio Fenomenologia di Diabolik, edito da Edizioni NPE.

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In quest’agile libro di circa 100 pagine, Cappi, scrittore nonché autore di alcuni romanzi su Diabolik, parla della creatura delle sorelle Giussani non per tracciare la sua vita editoriale, parlando di storie e autori, ma analizzando tutta una serie di aspetti fondamentali nella definizione del personaggio, spiegandone anche aspetti legati alla psicologia e proponendo riflessioni interessanti. Un esempio, sull’economia. Siamo sicuri che lo stato di Clerville non debba addirittura ringraziare Diabolik piuttosto che dargli la caccia? I suoi furti, infatti, colpiscono fondi che sarebbero altrimenti rimasti fermi chiusi in una cassaforte, o addirittura si tratta di denaro sporco della mafia. Inoltre, i soldi che spende per le sue attrezzature o quelli che servono per riparare i danni da lui provocati, tengono viva l’economia di Clerville.
Altra considerazione: Diabolik fa colpi milionari, ma possiamo considerarlo un semplice benestante, non un "ricco". In effetti, il Re del Terrore non conduce una vita sfarzosa e i soldi dei suoi bottini servono a finanziare i suoi nuovi colpi. Da questo si evince che Diabolik ruba per una costante sfida con se stesso, e non per la ricchezza in sé.

Negli 11 capitoli del volume, più uno zero di presentazione, si affrontano questi temi e molti altri, come l’origine letteraria del personaggio, la geografia della serie, le declinazioni cinematografiche e animate realizzate e molto altro. Fenomenologia di Diabolik è dunque una lettura veloce e interessante anche per chi il personaggio lo segue da anni e un ottimo modo per comprenderne il suo mondo da parte di chi invece lo conosce poco.

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Edizioni NPE annuncia l'integrale di Gianni De Luca

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Con un post su Facebook, Edizioni NPE ha annunciato la pubblicazione dell'opera integrale di Gianni De Luca, il fumettista noto per il Commissario Spada, il ciclo shakespeariano e molte altre storie. Ecco quanto dichiarato dall'editore:

"A partire da marzo pubblicheremo bimestralmente tutti i suoi volumi ed una quantità di inediti strepitosa.

Partiremo con:
- "Shakespeariana" (volume unico con le tre opere che De Luca adattò);
- "Paulus" (praticamente un inedito, lo stile vi sconvolgerà!);
- "I Giorni dell'Impero".

In seguito annunceremo i nuovi titoli, ma già ora la collana consta di oltre 25 volumi. Come sempre bellini bellini e omogenei come le collane dedicate a Sergio Toppi, Dino Battaglia ed Attilio Micheluzzi (nonché Ivo Milazzo).

Resta solo escluso, si spera temporaneamente, il Commissario Spada, che viene pubblicato da Mondadori."

Di seguito, il post di Facebook completo:

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NPE inaugura la collana di Attilio Micheluzzi, ecco l'anteprima di Marcel Labrume

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È disponibile dal 26 ottobre il primo volume della collana NPE dedicata ad Attilio Micheluzzi, che ne presenterà l'opera integrale. Il primo volume è Marcel Labrume, che contiene le avventure del personaggio creato nel 1980 per la rivista Alter Alter.

"Marcel Labrume è un soldato francese di stanza in Africa settentrionale e l’anno in cui si svolgono le vicende è il 1942. Micheluzzi, grazie anche alle possibilità offerte da una rivista non destinata ai ragazzi (o almeno non solo), crea un personaggio più umano, cinico e disilluso, ricco di difetti e di contraddizioni, simbolo di una seduzione un po’ perversa, per quel suo ambiguo stato di persona poco chiara, senza ideali."

Il volume contiene entrambe le avventure di Marcel Labrume, ovvero:
– “Marcel Labrume”, storia di 48 pagine, ambientata nel Libano del 1940, pubblicata a puntate sulla rivista «Alter Alter», da ottobre 1980 a gennaio 1981;
– “Alla ricerca del tempo perduto,” storia di 84 pagine, ambientata nel Nord Africa del 1942, pubblicata a puntate sulla rivista «Alter Alter», da ottobre 1982 a giugno 1983.

Micheluzzi avrebbe dovuto lavorare a un terzo episodio ambientato in Indocina del 1947, ma non fu mai realizzato.
Di seguito, potete vedere un'anteprima del volume NPE.

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Blues, recensione: le note calde di Sergio Toppi

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-  Il blues è la musica del diavolo e noi i suoi figli. (Walter Mosley)

-  Il blues è sconfitta, un vincente non potrebbe mai portarsi il blues dentro. Il blues non ama i vincenti, si allontana quando ne sente l'odore. Il blues è la rivincita dei perdenti, il blues è il pane degli sconfitti. Il blues è la mia malinconia, mi accompagna, da quando sono nato. (Giovanni Scafoglio)

Dopo Sharaz-De, che vi abbiamo recensito qui, NPE Edizioni propone in libreria il secondo volume della collana dedicata al Maestro del fumetto italiano Sergio Toppi scomparso nel 2012. Intitolato semplicemente Blues, il tomo raccoglie due storie che vedono come protagonista questo genere nato nella metà del XIX secolo fra le piantagioni di cotone, suonato dai neri e caratterizzato dalle cosiddette blue note, una musica malinconica e maledetta, ma altrettanto liberatoria.

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La prima storia si intitola proprio "Blues" e tale è la suggestione suscitata dall’insieme di parole e disegni che sembra quasi di sentire le calde note descritte dall’autore. Toppi anima oggetti e dà voce agli animali pur non discostandosi mai dalla realtà, vecchie foto prendono vita e il suono del vecchio Honeylips torna a librarsi in un paesaggio rurale vuoto e abbandonato. Le sue note evocano figure misteriose, sono condanna e liberazione, via di fuga, libertà. L’autore dà vita a una vicenda di un microcosmo con un vecchio sfasciacarrozze salvato proprio dalla melodia di Honeylips. Si parla spesso di Toppi disegnatore, ma la lirica delle sue parole è precisa, l’umanità palpabile in un racconto evocativo e drammatico.
La seconda storia, invece, si intitola "L’erede" e ci cala in un’atmosfera sempre rurale ma più cupa con un Blues portatore di morte capace di evocare il Barone Samedi, principe delle tenebre, ricollegando il genere musicale alla sua dimensione di musica del diavolo.

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Nelle tavole di Toppi emerge un decadente paesaggio rurale che diventa protagonista insieme ai personaggi della vicenda. Qui l’artista, nel pieno della sua maturità, ci regala tavole di rara bellezza in cui le figure umane emergono possenti, giganteggiano nella composizione della tavola, anche quando sono reietti della società, ogni figura diventa protagonista di una tavola, di una vignetta. Ogni personaggio vive di vita propria, sempre ben caratterizzato, unico, ogni linea che ne tratteggia una ruga ha un suo peso, una sua importanza. Le costruzioni, sempre libere delle tavole, lasciano spesso e volentieri spazio a enormi splash-page in cui, quasi come collage, le figure si sovrappongono creando affreschi di grande impatto. Toppi è un maestro del bianco e nero e ciò appare evidente anche dalle due storie presentate nel volume. Il modo in cui può dominare il bianco o si affonda nel nero più scuro dà vita a contrasti e soluzioni di grande impatto ed efficacia.

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La cura dei prodotti NPE è tradizionalmente alta e non si fa eccezione in questa occasione in cui l’editore ha addirittura annunciato di aver ricopertinato l’intera tiratura per un’imperfezione tipografica. Troviamo, dunque, una cartonatura solida, carta opaca di alta quailità e una stampa in grado di riprodurre con la massima cura il tratto immortale di Toppi e, ad impreziosire il tutto, un’introduzione di Igort.

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