Crudeltà, recensione: tutte le storie brevi di Koren Shadmi
- Scritto da Gennaro Costanzo
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Israeliano, classe 1981, laureatosi alla School of Visual Arts di New York in illustrazione, Koren Shadmi è un fumettista e illustratore per importanti testate come Newsweek, New York Times, Wall Street Journal e tante altre ancora.
Sarà forse la sua provenienza la base di uno stile tanto poco ordinario e originale, uno stile che riguarda i suoi testi, visionari, altamente simbolici ma concreti, e il suo tratto unico, pulito, sottile e particolareggiato ma al tempo stesso sfuggevole, indefinito.
Noto e apprezzato per graphic novel quali Abbandon (NPE), Love Addict: Confessioni di un seduttore seriale (BAO) e Rise of the Dungeon Master (NPE) - su testi di David Kushner, Shadmi è approdato in Italia grazie a tre antologie edite dalla Double Shot, In Carne e Ossa (2008), Anatomia del Desiderio (2009) e Cuori Distratti (2011) che presentavano brevi storie di varia lunghezza realizzate dall’autore nel corso degli anni e ora tutte raccolte da Nicola Pesce Edizioni in un unico e corposo volume da 424 pagine.
I protagonisti dei suoi racconti sono persone che vivono la realtà quasi come i dannati vivono l’inferno di Dante: prigionieri delle proprie angosce, dei propri difetti, questi personaggi sono vittime di se stessi e del mondo che li circonda. Ad esempio, ne “Il Guardone” il protagonista trascorre l’intera giornata nelle quattro mura del proprio appartamento ad osservare, dalle numerose finestre, le proprie vicine e ad annotare il tutto a voce su nastri che poi conserva accuratamente. La particolare collocazione dell’appartamento gli dona una visuale solo parziale dei vari soggetti e per questo, alla fine della giornata, è costretto a fantasticare su una donna, mosaico incompleto e somma delle sue dirimpettaie.
Così come il Cantante di cover dell’omonimo racconto, incapace di vivere serenamente i propri sentimenti, convince la sua tastierista (innamorata di lui) a re-interpretare l’incontro con la donna che gli ha fatto perdere la testa quasi come stesse re-interpretando un brano musicale.
E Ava, ne “Il paradiso dei dolci”, che dopo un incidente è vittima dell’ossessione del cibo finendo per mordere, come se fosse una brioche, l’amico di un tempo.
L’impossibilità dei personaggi a instaurare un rapporto sereno, sottolinea tutte le nostre imperfezioni: rappresenta la cifra stilistica dei racconti di Shadmi, che mette a nudo una realtà cinica e spregiudicata. Tutto perfettamente esplicitato in “Un appuntamento”, vincitrice del Gran Guinigi come miglior storia breve a Lucca Comics & Games 2008. Qui una giovane coppia, dopo una cena romantica, decide di concedersi in un appartamento. La particolarità è che tutti, compresi i passanti, hanno il volto coperto da un sacchetto. Quando l’uomo, dopo il sesso, si scopre il viso, la ragazza - già titubante - ammette che è stato un errore. È l’impossibilità di mettersi completamente a nudo, stabilire un contatto con l’altro se non attraverso filtri, la chiave di lettura di una società che tende a distanziare sempre più gli esseri umani fra loro.
L’aria di angosciosa malinconia che traspare si respira per tutto il volume. L’autore mette il lettore davanti ad una realtà distorta e malata, ma reale. I brevi racconti ci spingono a riflettere su quanto appena letto e spesso la chiave d’interpretazione è soggettiva. Ma non solo. Shadmi, infatti, enfatizza il suo messaggio, i suoi racconti, con elementi simbolici, non aleatori ma del tutto contestualizzati.
Antoniette è una ragazza che ha la testa completamente staccata dal corpo, la trasporta in mano come una borsetta. Nonno Minolta, invece, ha una fotocamera al posto della testa. E Sophie, in “Testardaggine”, accudisce una grossa testa boriosa. Elementi del tutto surreali, simbolici, ma che non intaccano in alcun modo la realtà di quanto avviene, anzi, la esaltano. Sono metafore che sottolineano e rendono ancora più efficaci situazioni del tutto concrete. E i personaggi interagiscono con queste anomalie come se fossero la normalità, come assuefatti ad una distorsione sociale inevitabile in una convivenza senza alcuna forzatura.
Punto di forza dell’autore, oltre ad una originale costruzione della storia attraverso sceneggiature efficaci, è la piena padronanza del mezzo fumetto. Perfetto nello storytelling, l’autore applica una sapiente e originale regia alle proprie tavole. Esempi perfetti sono la sequenza finale della già citata “Il paradiso dei dolci” o la storia muta “Conosci te stesso”. Il tutto è coadiuvato dal tratto unico e personale accennato in apertura che muta nel corso degli anni rendendo evidente il distacco temporale fra i vari racconti: è evidente l’evoluzione di Shadmi da “Testardaggine”, fra le prime realizzate, alle ultime, dove il tratto è più maturo e troviamo una maggiore sicurezza del tratteggio e nell’utilizzo di chiaro-scuri. Da specificare, comunque, che la raccolta non propone le storie in ordine cronologico e non segue nemmeno l'ordine di pubblicazione dei volumi originali.
Il volume NPE, già imperdibile per il materiale proposto, ripropone tutte le storie pubblicate da Double Shot in un'ottima edizione cartonata con sovraccoperta. Ad arricchire il libro, oltre alla prefazione di Stefano Visinoni, che per Double Shot portò l'autore in Italia quando ancora in America non era affermato come fumettista, troviamo una storia inedita e autobiografica di ben 51 pagine dal titolo "Diario di Pechino" in cui Shadmi utilizza un tratto molto stilizzato e sporco mostrandoci un'ulteriore sfaccettatura della sua matita.
Dati del volume
- Editore: Edizioni NPE
- Autori: Testi e disegni di Koren Shadmi
- Genere: Antologico
- Formato: 16,5x240 cm, cartonato con sopraccoperta b/n, pg.424
- Prezzo: 25,00€
- ISBN: 9788894818284
- Voto della redazione: 8,5