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L'ironia oscura di Pablo Cammello, la recensione di Tumorama

“Le parodie e le caricature sono le critiche più acute”.
(Aldous Huxley)

Il mondo è diventato così serio che l’umorismo è una professione rischiosa.
(berlich, #charliehebdo)

Tumorama di Pablo Cammello è un altro esempio di opera nata in versione digitale, sulle pagine de Lo Spazio Bianco, che è migrata poi sulla carta, prima sotto forma di autoproduzione per poi passare a Shockdom. Il fumetto in questione è un progetto molto particolare e dall’ironia oscura che ti strappa spesso un sorriso, ma allo stesso tempo ti getta in situazioni dove non puoi che porti domande esistenziali.

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Il volume segue le vicende di Tumorboy, l’amico Rubens e il loro cane plurilaureato Plutarco (che ha però un po’ di problemi con l’italiano) fra droghe, apatia e situazioni grottesche e surreali. Strutturato in 12 capitoli autoconclusivi, l’opera ha un fil-rouge che sembra inesistente ma che man mano che la narrazione avanza sembra palesarsi quasi impercettibilmente, grazie a una trama orizzontale ben orchestrata e nascosta che a una seconda lettura si rivela essere chiara, fino alla conclusione dell’ultimo capitolo spiazzante. Perché spiazzante?
Dopo capitoli metanarrativi in cui l’autore stesso è presente, divenendo una comic-star grazie alla storia del suo vicino Tumorboy, scene in cui aleggia una presenza misteriosa che si rivolge a Cammello, l’ultimo para ne raccoglie gli indizi e sparge una nuova visione dell’opera. Una visione in cui tutto è collegato ed è meno divertente di ciò che sembra. Quel divertimento è stato un diversivo per nasconderci la triste verità celata.
L’influenza di Rick and Morty, serie animata statunitense creata da Justin Roiland e Dan Harmon si sente, soprattutto per stile narrativo: episodi che nascondono un’orizzontalità di trama in cui gli elementi ai lettori non erano ancora sufficienti per comprenderli. Il dodicesimo capitolo diviene un punto di rottura e di scoperta. Stesso meccanismo utilizzando anche dal famosissimo Adventure Time. Cammello insomma tesse una trappola narrativa, un’intelaiatura apparentemente semplice che apre una verità finale: cosa mi sono perso? Cosa non ho visto? Così che una rilettura “post scoperta” cambia considerevolmente la chiave di interpretazione.

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Anche l’apparato illustrativo rispecchia l’evoluzione narrativa dell’autore. Un tratto volutamente grottesco e surreale che man mano acquista lucidità con il passare dei capitoli. Si parte da un approccio molto cartoonesco e dal tratto sporco per arrivare ad uno stile completamente personale e più maturo e anticonvenzionale che pochi autori nel panorama italiano hanno. Meno crudo e pulsionale di AkaB, Cammello ricerca  in questo viaggio il suo linguaggio personale.

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Tumorama non è un fumetto per tutti, ciò non significa che non può essere apprezzato, tuttavia il titolo potrebbe trarre in inganno dando l’impressione di un contenuto più leggero, nascondendo invece un'opera più complessa di quella che appare. Ma forse non era ciò che l’autore cercava?
Shockdom insomma riesce nuovamente a prendere nel suo bouquet di titoli un fenomeno web dall’alto contenuto simbolico/stilistico, facendo constatare che c’è una forte presenza di autori degni di nota che si nascondono nel web. Autori che hanno molto da dire.

Dati del volume

  • Editore: Shockdom
  • Autori: Testi e disegni di Pablo Cammello
  • Genere: Umoristico
  • Formato: 17x24, B., 288 pp, b/n.
  • Prezzo: 12€
  • ISBN: 978-8893360555
  • Voto della redazione: 7,5
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