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Batman 19

ATTENZIONE: la seguente recensione potrebbe contenere SPOILER!

Damian Wayne, nuovo Robin, figlio naturale di Bruce Wayne, è caduto in battaglia: con questo drammatico evento si apre Batman#19, albo  che segna una svolta nella vita editoriale del Cavaliere Oscuro e fa da apripista all’iniziativa editoriale intitolata “Requiem”, che coinvolgerà quasi tutte le testate dell’universo di Batman, con i protagonisti costretti ad elaborare, ognuno a suo modo, un pesante lutto.

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Gotham City è sempre teatro di eventi drammatici: difatti, subito dopo il ritorno in grande stile del Joker nella saga “Morte della Famiglia”, Batman e i suoi alleati devono affrontare una volta per tutte Leviatano, organizzazione criminale guidata da Talia al Ghul, decisa a distruggere dapprima la città e, poi, il mondo intero. La prima storia si apre con Batman incatenato e intrappolato in un container di metallo sul fondo di una piscina della Wayne Tower e i suoi aiutanti in grossa difficoltà: solo grazie all’eroico arrivo di Robin la situazione riesce a prendere una piega favorevole. Damian si troverà però a fronteggiare da solo l’apparentemente invincibile Eretico e una sfilza di sgherri di Leviatano: nello scontro, assolutamente impari, il ragazzo meraviglia perde la vita, trafitto al torace da una spada.

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Le storie successive si svolgono qualche settimana dopo gli eventi narrati in Batman, Inc. e, nella lunga storia in due capitoli intitolata “Resisti”, assistiamo alle gesta di un Batman sconvolto dal dolore per la perdita del proprio figlio: l’eroe sembra aver perso il controllo di sè, imbarcandosi in una crociata disperata e senza sosta, che ha lo scopo di cancellare ogni traccia di crimine, quasi come un cammino di espiazione. Solo grazie all’intervento di una nuova alleata, Harper Row, Bruce Wayne potrà fermarsi a riflettere e a elaborare il suo lutto.

In Detective Comics, continuiamo a seguire le vicissitudini di Oswald Cobblepot, il Pinguino, spodestato dal suo ex-assistente Ogilvy, recentemente ribattezzatosi Pinguino Imperatore. Nel frattempo, Batman dovrà dare la caccia al pericoloso Mr. Zsasz, evaso dal carcere.
Anche Dick Grayson, alias Nightwing, dovrà fare i conti con il vuoto lasciato da Damian: un processo di elaborazione del lutto ancora più complesso, dal momento che i due avevano stretto un profondo rapporto basato sul reciproco rispetto. Nel frattempo un fantasma del passato riappare inaspettatamente.

Grandi autori firmano le storie contenute in questo spillato: si parte con Grant Morrison e Chris Burnham, impegnati rispettivamente ai testi e alle matite di Batman, Incorporated. L’eclettico sceneggiatore scozzese porta a compimento il suo disegno su un personaggio da lui stesso creato nella saga “Batman & Figlio”: Damian Wayne, uno dei character più riusciti degli ultimi anni in casa DC Comics, dotato di grande spessore e carisma, muore per salvare suo padre, i suoi alleati e la sua città, dimostrandosi finalmente degno del ruolo di Robin. Fa specie che il mandante del suo brutale omicidio sia proprio sua madre. Morrison scrive qualcosa di spietato, ma magnifico nel suo essere dotato di un’intensità tale da togliere il fiato, fino all’epica e dolorosa conclusione: la storia è un climax di epicità e violenza poichè si assiste da spettatori impotenti alla lotta di un ragazzino contro un esercito, fino all'epilogo nel quale Robin viene massacrato come un animale da macello. Burnham a sua volta compie un notevole lavoro, impreziosendo un già ottimo script con matite curatissime e una costruzione della pagina incredibilmente dinamica e originale: l’artista divide la pagina in vignette a forma di schegge di vetro, l’una diversa dall’altra, che si intersecano fra loro in modo irregolare a rappresentare, simbolicamente, la rottura di un qualcosa che non potrà più essere riparato.

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Su Batman ritroviamo, ai testi, Scott Snyder (coadiuvato nel capitolo 2 della storia da James Tynion IV): lo sceneggiatore riesce a scrivere una storia dove la protagonista è la giovane e avventurosa Harper Row, attraverso gli occhi della quale assistiamo al silenzioso crollo emotivo di Batman, il quale tenta di affogare il suo dolore nel sangue dei suoi avversari, esponendosi a rischi inusuali per uno come lui. Nei silenzi e nella rabbia del Cavaliere Oscuro si avverte tutto il senso di colpa di un padre costretto a seppellire un figlio: Snyder è sempre bravo nello scivere racconti che sanno appassionare il lettore, facendolo immergere in storie sempre originali e mai noiose; lo sceneggiatore sa sfruttare a pieno le potenzialità di un personaggio  così iconico, sfruttando anche gli ambienti entro cui si muove e il ricco cast di alleati e avversari, ulteriormente arricchiti nel corso della sua run. Il successo di una storia come “Resolve” è dovuto anche al prezioso contributo dei due disegnatori (ospiti), che non fanno sentire la mancanza del regular Greg Capullo: il capitolo 1 è disegnato da Andy Kubert, il 2 da Alex Maleev. Ritrovare Kubert su Batman è una grande gioia per gli occhi, dato che sono pochi quelli che riescono a ritrarre il Cavaliere Oscuro in una maniera così totemica: la potenza e la rabbia del personaggio risaltano in maniera immediata agli occhi del lettore, che rimane piacevolmente basito. L’artista non si risparmia realizzando una storia con disegni dal tratto raffinato e preciso, ricchissima di dettagli: conviene infatti soffermarsi un po’ su queste pagine per apprezzarle a pieno.

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Allo stesso modo lo stile essenziale e pulp di Maleev appare perfetto per un secondo capitolo della storia più statico, meno ricco di azione, ma non di contenuti: l’artista bulgaro riesce a conferire grande espressività ai volti dei due protagonisti, impegnati in un commovente dialogo, nel quale Batman riesce finalmente a lasciarsi andare, confessando le sue emozioni.

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Si passa poi a Detective Comics di John Layman (testi) e Jason Fabok (matite): il primo scrive una serie molto improntata sull’action, con trame volutamente semplici, dialoghi diretti ed essenziali (e anche un po’ stereotipati), il secondo realizza disegni che richiama alla memoria il tipo di disegno impertrofico di David Finch. Il risultato è quello di una discreta lettura, che non dispiace né esalta.

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Nightwing, serie scritta da Kyle Higgins è una delle sorprese più inaspettate del New 52: le trame delle storie con protagonista Dick Grayson sono sempre molto originali e piacevoli. Nel corso dei mesi Nightwing è diventato un personaggio affascinante e a tutto tondo, grazie a sceneggiature sempre avvincenti, dove l’azione è perfettamente in equilirio con un approccio introspettivo; la storia contenuta in quest’albo funge un po’ da ponte tra passato e futuro del personaggio, ma nella sua semplicità piace proprio il modo delicato e sensibile con il quale Higgins ci racconta il lutto di Dick per la scomparsa di Robin.
Alle matite troviamo Juan Josè Ryp, disegnatore spagnolo che in passato aveva dimostrato un buon talento (ad esempio su Wolverine: Il migliore in quello che fa): in questa storia però l’artista non riesce a esprimerlo quasi per nulla, realizzando disegni davvero insufficienti. Le figure sono sproporzionate e rigide, i volti gonfi e inespressivi: è questa la vera nota di demerito di un fumetto altrimenti ottimo.

La scomparsa di Damian Wayne è una scelta editoriale che pone degli interrogativi, dato che il personaggio aveva enormi potenzialità. Sin dalla sua creazione, nel 2006, il nuovo Robin aveva goduto di grande consenso, sia da parte del pubblico che della critica: nato e cresciuto in provetta, addestrato sin dai primi anni di vita dalle Lega degli Assassini, destinato a divenire il nuovo Batman, Damian era pur sempre un bambino e, come tale, suscitava una grande tenerezza vederlo affannarsi per richiamare l'attenzione su di sè, tentando di dimostrare al padre di essere un figlio degno e meritevolo di rispetto e affetto. Allo stesso tempo, in lui vi erano molte ombre dovute a un'infanzia molto dura e violenta: più di una volta Robin si era sbarazzato dei propri nemici uccidendoli, infrangendo così un diKtat di Batman. Questa dicotomia, una continua lotta interiore fra giusto e sbagliato, lo rendeva estremamente umano, suscitando nel lettore un forte senso di empatia e appartenenza. Damian Wayne è stato spalla di due diversi Batman: Bruce Wayne e Dick Grayson (nel periodo nel quale il personaggio originale era ritenuto morto, mentre invece si era "solo" perduto nel flusso temporale). Il team-up con Dick nella prima stagione di Batman & Robin (precedente al rilancio New 52) è stato un elemento molto originale della gestione Morrison poichè i ruoli del Cavaliere Oscuro e del Ragazzo Meraviglia si erano paradossalmente invertiti: se da un lato avevamo un Batman ottimista e sorridente, dall'altro vi era un Robin serio, calcolatore e spietato. Con il ritorno i Bruce Wayne nel presente abbiamo invece potuto assistere alle dinamiche fra un padre a volte totalmente anaffettivo e un figlio smanioso invece di ricevere un po' d'amore, per la prima volta della sua breve, ma intensa, vita.

In conclusione Batman#19 è un numero ricco e appassionante per chi segue le gesta del Cavaliere Oscuro: nello stesso numero ritroviamo il Batman di Morrison e quello di Snyder, cioè passato, presente e futuro di una delle icone più rappresentative della DC Comics.

Dati del volume

  • Editore: RW-Lion
  • Autori: Testi di Grant Morrison, Scott Snyder, James Tynion IV, John Layman e Kyle Higgins Disegni di Chris Burnham, Andy Kubert, Alex Maleev, Jason Fabok e Juan Josè Ryp
  • Formato: spillato, 16,8x25,6, 96 pp., a colori
  • Prezzo: 3,50 €
  • Voto della redazione: 7
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