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Fantastici Quattro 2-3 (346-347)

Fantastici Quattro prosegue il suo percorso di rinnovamento. La famiglia Richards intraprende il suo viaggio verso «l’ovunque», mentre la Fondazione Futuro si rende conto che i famosi quattro minuti d’assenza non saranno così brevi come credeva. Si ritorna all’inizio, agli albori, rimarcando l’intenzione di Matt Fraction di scrivere fumetti per tutti, lettori vecchi e nuovi, che sappiano essere una buona lettura casuale e allo stesso tempo un attacco decostruttivista a vere icone statunitensi. Lo si può evincere dalle molte similitudini con All-Star Superman di Grant Morrison; le modalità editoriali sono simili (un nuovo inizio che attragga il pubblico generalista nel caso Marvel, un universo parallelo libero dai legacci della continuity - quindi più fruibile - in quello DC) e lo spunto di partenza è lo stesso: un incidente causa il decadimento molecolare dei protagonisti che li porterà a un viaggio lungo un anno; viene compiuta un’operazione atta al recupero di elementi del passato, non necessariamente derivanti dai fumetti, con una predilizione per gli anni Settanta (il robottino H.E.R.B.I.E. della serie televisiva in Fraction, i rimandi al Superman di Richard Donner e il personaggio di Nasthalthia in Morrison), e alla riflessione sul ruolo dell’eroe e della divinità. Se Morrison utilizzava l’immenso bagaglio di storie dell’Uomo d’Acciaio per costruire una Metropolis che attraversava tutti i decenni, i rimandi agli elementi iconici del quartetto sono svuotati di senso e sembrano appiccicati a bell’apposta per far sorridere i conoscitori piuttosto che tessuti con cura nell’arazzo narrativo della serie.

La tradizione però sta anche nei modi: oltre alle tipiche avventure spaziali, Fraction ritorna a una formula di scrittura basata sui singoli episodi, invece che su saghe multi-numero. Sebbene sia gradito il ritorno a storie autoconclusive, legate da un disegno progettuale più ampio, si avverte un certo sforzo, una macchinosità nel far funzionare entrambi i livelli, che lascia al pubblico storie il cui valore individuale non supera il mediocre o che, lette in sequenza, danno una sensazione di accelerazione interrotta, come dopo una brusca frenata (specie con le splash di apertura e chiusura a incorniciare l’albo). Gli spunti per un lavoro sulla figura di Reed, sulla messa in crisi dell’unità famigliare e sul simbolo del supereroe si scorgono all’orizzonte, ma questi primi numeri sono pochi per giudicare l’operato a lungo termine di Fraction ed è inevitabile che un giudizio più ponderato potrà essere espresso a gestione conclusa.

Alle matite, Mark Bagley convince a metà: adiuvato dalle ottime chine di Mark Farmer, l’artista disegna tutti i personaggi maschili con mandibole granitiche, tanto che perfino un pre-adolescente come Franklin ha i tratti di un Reed Richards poco più basso. A colmare il tratto monotematico ci pensano le capacità di narratore fluido, solare e, ancora una volta, tradizionalissimo, costituendo il giusto approdo per i testi di Fraction.

Se una certa aurea nostalgica investe la prima serie, Fondazione Futuro cerca di guardare, coerentemente con le proprie premesse, in avanti. La scintilla, un gruppo di eroi che devono sostituire i Fab Four per quattro minuti, è bizzarra, ma continua a non essere trattata in tal senso; e forse è proprio questo il problema: puntare sull’avanguardistico, non cercare una mediazione con uno stile di scrittura più classicheggiante, sarebbe stata una mossa più in bolla con il titolo. Non basta certo una versione alternativa alla Cable di Johnny Storm per dare la sensazione di “futuro”: dialoghi e situazioni sono nella norma e solo sul versante grafico si intuisce una volontà di rottura, grazi ai disegni di Mike Allred, stranianti e lichtensteiniani. Fondazione Futuro poteva essere un controcanto alle avventure vecchio stampo dei Fantastici Quattro, invece ne è solo un timido refrain.

Insomma, la rivista è dilaniata dagli estremi dello spettro: Fraction vuole tirare la corda del quartetto al suo massimo, osservando quanto sia possibile tornare indietro, decostruendo i Fantastici Quattro, e quanto si possa spingere in avanti con la Fondazione Futuro; il guaio è che nelle braccia narrative dell’autore non c’è abbastanza fibra muscolare per ottenere dei risultati sensibili. Si resta sospesi nel mezzo, nella speranza che un po’ di palestra e di rodaggio possano risolvere il problema.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: Testi di Matt Fraction Disegni di Mark Bagley e Mike Allred
  • Formato: spillato, 17x26 cm., 48pp., colori
  • Prezzo: 2,90 €
  • Voto della redazione: 4
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