Opey Il Ragazzo Bomba 1

Opey è un ragazzo che vive in un mondo devastato, reduce da una guerra atomica, che sta cercando di tornare alla normalità di un tempo. Opey è un ragazzo che ha un padre amorevole, il quale vuole per lui solo il meglio. Opey è un ragazzo vessato dai bulli della scuola, ma questo non gli impedisce di cercare ogni giorno di divenire loro amico. Opey è un ragazzo che prende solo voti alti a scuola. Opey è un ragazzo... come tanti altri? No, decisamente no. Opey non è umano, ha una bomba al posto della testa e questo contribuisce a renderlo un reietto di una società dominata dall'ipocrisia: eppure, grazie alla conoscenza di alcune persone speciali come lui, Opey scoprirà ben presto che questa sua diversità può essere un valore aggiunto.

La casa editrice ProGlo Edizioni propone al pubblico italiano il primo volume di questo web-comic scritto da Zac Allen Crockett, uno degli autori della scena underground americana. Nella prefazione di Pino Rinaldi, il disegnatore italiano afferma che ciò che impedisce a Crockett di ottenere i giusti riconoscimenti è il suo stile troppo europeo, fin troppo lontano dagli stilemi classici della scuola americana dominata dal superomismo. Questo è di certo vero, ma va anche sottolineato come l'autore non tratti temi di facile presa e soprattutto lo faccia senza peli sulla lingua (pur contornando alcune scene di un umorismo nero).

Il rapporto tra Opey e suo padre è l'emblema dell' ipocrisia che domina questo mondo post-apocalittico, ovvero la società americana del post-Bush Jr.: per l'uomo tutto va bene e considera il figlio uguale a tutti gli altri; il suo volerlo proteggere nascondendogli la verità su sua "madre" e su ciò che davvero è, contribuisce a creare una distanza tra loro piuttosto che ad avvicinarli. Crockett invece non sfrutta questo clichè da commedia americana strappalacrime, lui fin dal primo impatto grafico e dai dialoghi vuole evidenziare che Opey è e sarà sempre un diverso, uno che la società rifiuta e che non tenta nemmeno di capirlo. Eppure è proprio la sua diversità e la sua eccessiva sincerità, che sfocia a volte in ingenuità, a portare Opey a comprendere questo mondo omologato (dove la razza umana è divenuta sterile e tutti vengono clonati) meglio di chiunque altro.

La storia, di per sè surreale come descritto sopra, viene resa in maniera abile da Crockett con un tratto altrettanto surreale e che a volte sfocia nel cartoonesco. Ma i suoi disegni non strappano un sorriso, al più una risata a denti stretti per il fatto che alla fine ci è chiaro come l'omologazione di questa società post-apocalittica eppure ordinaria coinvolga anche noi. Tutti noi.