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Dylan Dog Color Fest 8 - Historieta

Verrebbe da dire "tanto rumore per nulla"...
L'ottavo numero della testata semestrale a colori dedicata all'Indagatore di Craven Road, in formula tematica come accade nella prima uscita dell'anno poiché dedicato alla scuola latinoamericana, non sfrutta appieno il potenziale richiamo internazionale offerto dalle guest star a causa dell'ormai annoso problema legato alle sceneggiature poco accattivanti.
L'unica eccezione, ancorché trattata in maniera rapida per lo spazio concesso, è costituita da "La grande nevicata" scritta da Luigi Mignacco per i disegni dell'artista più atteso dal pubblico degli appassionati: Enrique Breccia. Si tratta di un omaggio-citazione alla celebre storia de "L'Eternauta", il capolavoro di Héctor Oesterheld e Francisco Solano López - che ha visto anche una versione firmata da Alberto Breccia, padre di Enrique - ben noto ai lettori. Un bignami di situazioni e tematiche dall'opera originale interpretate dall'Old Boy e da un'inedito Juan Salvo (qui nei panni della dottoressa Sean O'Safe) che l'eccellente artista argentino tratta con grande rispetto e personalità, costruendo tavole d'impatto, pur se non appare al top della sua bravura.

La seconda parte dell'albo ("Persecuzione dall'aldilà", sceneggiatura di Pasquale Ruju) è un'innocua storiella di fantasmi e di una bad girl arrivista difficile da contenere per il cangiante Dylan Dog tracciato da un Lito Fernández non molto in forma e in vena di citazioni grafiche, per di più penalizzato da una colorazione eccessivamente coprente.
"Un patto diabolico", opera di Giovanni Gualdoni e Alfonso Font, è lieve e piuttosto gradevole. L'artista spagnolo non sembra riuscire a prendere bene le misure e così il volto di Dylan risulta spesso poco espressivo. La colorazione, opera di Chiara Fabbri Colabich, non è invasiva come quella di Overdrive Studio (che indebolisce ulteriormente tre quarti dell'albo) ma non risulta un elemento che possa rafforzare il giudizio sulla storia.
L'albo si chiude con "La dimora stregata", una storia di Andrea Cavaletto che tratta di una villa infestata e dove il segno grafico di José Ortiz, anche lui parecchio penalizzato in fase di colorazione, stranamente non spicca per efficacia, pur essendo lo spagnolo un artista avvezzo alle atmosfere oscure.

Alla fine rimane poco, il tutto occupa una scarsa ora di lettura e lascia la sensazione che non tutto in fase di lavorazione sia stato messo a punto.
Questa iniziativa editoriale è lodevole nella sua ideazione, ma troppo spesso nel corso degli anni abbiamo assistito a una sequela di avventure senza mordente e non sempre l'apporto dei disegnatori chiamati a impreziosire la testata è riuscito ad esprimersi, per le motivazioni più svariate: storie troppo brevi oppure insulse, colorazione inadatta, immagine di copertina legata a cliché rigidi (perfino il Carlos Gómez di questo numero sembra svogliato).
Sarebbe forse il caso di ripensare la formula, diminuendo il numero delle storie ma aumentando la foliazione alle stesse storie prescelte che dovrebbero essere degne della chance prestigiosa alla base della pubblicazione.

Dati del volume

  • Editore: Sergio Bonelli Editore
  • Autori: testi di Luigi Mignacco, Pasquale Ruju, Giovanni Gualdoni, Andrea Cavaletto; disegni di Enrique Breccia, Lito Fernández, Alfonso Font, José Ortiz
  • Formato: brossurato, 132 pagine a colori
  • Prezzo: € 4,80
  • Voto della redazione: 5
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