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Hitsuji no uta 1

Sulla scia del successo dell’attuale mondo vampiresco, Magic Press porta per la prima volta in Italia una delle prime serie di Kei Toume: Hitsuji no uta – Il silenzio degli innocenti.

Il protagonista della storia è Kazuna Takashiro, un giovane liceale che, dopo la morte della madre, viene cresciuto da una coppia di amici di famiglia. Kazuna vive all’oscuro delle gravi condizioni in cui versano principalmente le donne della famiglia Takashiro, ovvero di una rara forma di malattia che le porta a desiderare di nutrirsi di sangue umano.
Quando strani sintomi e ricordi offuscati della sua infanzia cominciano ad affiorare, Kazuna decide allora di tornare nella sua vecchia casa, dove trova inaspettatamente una sorella di cui ha solo un vago ricordo.

Sin dall’inizio si ha quindi l’impressione di essere di fronte ad una buona storia: la situazione e il dramma del protagonista vengono presentati subito e in modo chiaro. Con lo scorrere delle pagine si ha una visione più completa dell’opera, e quindi, anche dei suoi punti di debolezza.
L’autrice aveva sicuramente un’idea ben precisa di cosa rappresentare: ciò è evidente nel sottotesto, ma non sempre nei dialoghi. Altra nota positiva è la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto nel rapporto speciale che si viene a creare tra fratello e sorella. Non c’era mai stato un vero legame tra loro ma, le difficoltà di Kazuna nell’affrontare la verità sulla sua famiglia e la sua nuova “condizione” da un lato, e la solitudine di lei insieme alla sua già maturata esperienza riguardo la “malattia” dall’altro, permette loro di trovare un punto d’incontro.

La difficoltà maggiore sta, probabilmente, nel rendere tutto questo nel disegno. Il tratto è preciso e deciso nei primi piani e nelle vignette a tutto campo, dove c’è la massima espressione del sottotesto. Nelle vignette piccole, però, questo si perde un po’ troppo spesso nei particolari: il tratto finisce per risultare incompiuto, se non addirittura un po’ piatto. La sensazione che si ha , quindi, è che la combinazione tra trama e disegno non sempre combaci.

D’altro lato, analizzando meglio l’opera, si capisce che il tratto non è ancora maturo. Hitsuji no uta, infatti, risale al 1995 ed è una delle prime opere dell’autrice. Si può, quindi, anche apprezzare meglio il suo vampirismo, a tutti gli effetti presentato come una malattia genetica, con i suoi sintomi fisici e disturbi mentali, senza zanne o trasformazioni. Molto lontano dalle rappresentazioni sovrannaturali e affascinanti dei nostri giorni.

In questa prima edizione italiana troviamo un buon prezzo e una buona presentazione del prodotto visto dall’esterno. Per l’interno del volume sono da fare invece un paio di considerazioni. Una riguarda l’editing, in una scelta di punteggiatura non sempre lineare e convincente, che non facilita la lettura dei dialoghi. L’altra riguarda una scelta traduttiva all’interno di un balloon. Mettere un modo tipicamente italiano di dire “stai saltando un po’ di palo in frasca” stride un po’ con la consapevolezza di stare leggendo un fumetto giapponese, soprattutto quando, nelle prime pagine, si decide di inserire una nota su una credenza popolare decidendo di non tradurla o di adattarla.

L’opera ha quindi delle buone potenzialità per il genere seinen e non è per forza legata ad un universo vampiresco contemporaneo, ma al massimo possiamo dire che risenta della poca esperienza dell’autrice. Il voto è quindi anche sulla fiducia in una sua futura crescita ed in un suo prossimo miglioramento.

Dati del volume

  • Editore: Magic Press Edizioni
  • Autori: testi e disegni di Kei Toume
  • Formato: brossura con sovraccoperta, 208 pagine in b/n
  • Prezzo: € 5,90
  • Voto della redazione: 5
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