Nirvana 1

Doppia recensione per Nirvana, nuovo fumetto di Emiliamo Pagani e Daniele Caluri, edito per Panini, che abbiamo già intervistato prima dell'uscita dell'albo.

Recensione positiva: di Carlo Alberto Montori

Panini Comics presenta una nuova produzione umoristica tutta italiana realizzata dagli stessi autori di Don Zauker, un'eccezione nel catalogo della casa editrice emiliana. L'unico precedente è Rat-Man, di cui Nirvana riprende anche il formato, perciò le aspettative su questo fumetto sono inevitabilmente alte...

Ramiro è un furfante abituato a vivere di espedienti, coinvolto accidentalmente in un traffico più grosso di lui; con i sicari alle calcagna, deve affidarsi al supporto dell'ispettore Buddha. Nonostante la nuova identità del programma protezione testimoni, Ramiro continuerà a truffare il prossimo ed infilarsi in situazioni pericolose.

I Paguri confezionano un volume introduttivo simpatico, purtroppo un po' confusionario e che non fa capire bene che direzione prenderà la serie. I personaggi però sono simpatici e l'aspetto grafico è davvero gradevole; anche se la trama manca finora di mordente, la satira sociale e i momenti di comicità surreale strappano più di un sorriso, viene quasi da pensare che Nirvana potrebbe diventare un nuovo Alan Ford.

Voto: 3 stelle

Recensione negativa: di Gennaro Costanzo

Finalmente è giunto il Nirvana, ma toglietevi dalla testa esperienze mistiche, gruppi grunge o eremiti di montagna, parliamo della nuova serie dei Paguri, al secolo Emiliano Pagani e Daniele Caluri. I papà (rigorosamente con l'accento) di Don Zauker approdano al mainstream e lo fanno grazie ad una nuova serie made in Panini.

Il protagonista, tale Ramiro, è un truffatore che l'ha fatta grossa e la polizia è costretto a coprirlo. Da quello che si evince, di volta in volta assumerà una nuova copertura per sfuggire alla vendetta del trafficante Carlos Ronson.

La serie, ben curata nella sceneggiatura e nei disegni, mescola comicità e satira ma purtroppo fallisce nel suo intento: le situazioni troppo surreali non riescono a strappare una risata e anche la denuncia sociale appare troppo grossolana.
Un peccato, anche perché si nota il grosso impegno dei due autori, anche nella cura dei redazionali che completano l'albo. Due stelle e mezzo per incoraggiamento.

Voto: 2,5 stelle