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Battle Royale 13-15

Giunge al termine anche la riedizione Panini di Battle Royale, pietra miliare del manga contemporaneo realizzato da Masayuki Taguchi e tratto dall’omonimo romanzo di Koushun Takami
Si conclude il Program, il terribile gioco organizzato dalla Grande Repubblica dell’Estremo Oriente che aveva isolato un’intera classe delle scuole medie su un’isola deserta, per una caccia all’uomo tutti contro tutti votata alla sopravvivenza dell’unico più forte. La rosa finale dei contendenti, a tre numeri dalla conclusione, risulta abbastanza ovvia ai lettori fedeli: l’eroico e idealista Shuya Nanahara (personaggio di spicco della storia, se non vero e proprio protagonista), la fragile Noriko Nakagawa, l’esperto stratega Shogo Kawada, la seducente quanto letale Mitsuko Soma e il diabolico Kazuo Kiriyama. Il nucleo della resistenza al Program, i tre giovani decisi a sopravvivere al perverso gioco al massacro senza uccidere nessuno, e i due personaggi più spietati, veri propri arcivillain della storia.

L’arco narrativo finale, che si apre con il confronto tra Kiriyama e Mitsuko Soma, è uno scontro privo di veri colpi di scena, che non si concede la comodità di una tregua, un’alleanza o un finale in sospeso. Uno dei due inevitabilmente morirà, e non è difficile stabilire chi dei due darà la caccia al gruppo dei “ribelli”.
Ancora una volta il momento della morte pone le condizioni per lo scavo finale nel passato dei personaggi, mettendo a nudo le loro motivazioni e scelte. In particolare, essendo i due personaggi in questione quelli considerati assolutamente malvagi fin dai loro primi passi nel Program, i capitoli dedicati alla loro vicenda personale risultano essere epifanie di grande impatto, che giungono in risposta ad uno degli interrogativi ricorrenti di Shuya Nanahara: è possibile che esista una persona dalla malvagità innata o è più probabile che questa sia il risultato di un avvenimento del passato che ha trasformato una persona un tempo buona?
La seconda metà del tredicesimo tankobon squarcia poi il velo di mistero che da sempre avvolge Shogo Kawada. Il passato del risoluto studente emerge dalla bocca dello stesso, svelando i tragici eventi della precedente edizione del Program, il modo in cui Kawada sia risucito ad uscirne vincitore e il prezzo da lui pagato. Proprio Kawada sarà fulcro dei principali snodi narrativi degli ultimi due volumetti, quando verranno rivelati il suo effettivo potenziale strategico e le ultime mosse del suo piano.
 
Il  quattordicesimo tankobon tiene alto il livello offerto ai lettori con il numero precedente, con una lunga sequenza di caccia reciproca tra gli ultimi studenti rimasti. Il ritmo narrativo parte di scatto a poche pagine dall’inizio e si fa subito coinvolgente, esplodendo all’approssimarsi di un piccolo complesso di edifici in cui i ragazzi trovano degli autoveicoli. Di qui l’azione si fa sfrenata, in un inseguimento d’auto costellato da una pioggia di proiettili e coronato da risvolti inaspettati.
Dopo l’adrenalina dei due precedenti, il volume conclusivo è introdotto però da una prima metà piuttosto inutile, che dilata oltremodo uno dei momenti chiave della vicenda. Per la durata degli interi capitoli 113 e 114 l’eccessivo idealismo di Nanahara zavorra la narrazione che tuttavia, una volta superata la situazione, ritrova il suo ritmo in una parte più corposa, correndo sul filo del rasoio fino alla conclusione e tirando le fila degli eventi.

Lo stile grafico di Taguchi è codificato sin dal primo numero, e tale e quale arriva all’ultimo, senza alcun mutamento. Iperrealistici, brutalmente attenti al dettaglio e crudi fino a essere disturbanti, i disegni di Taguchi sono il vero valore aggiunto alla storia di Koushun Takami, perché permettono di vedere con gli occhi la barbarie, la mutilazione, la sofferenza e la morte con una precisione che le rende non solo vere ma anche disturbanti, qualificandole negativamente. 
L’unica critica che si potrebbe muovere a Taguchi è relativa al modo di raffigurare i suoi giovani protagonisti, tutti studenti di terza media (solamente Kawada è più vecchio di un anno poiché ripetente) con una corporatura esagerata per la loro età, troppo muscolosa nei ragazzi ed eccessivamente prosperosa, in certi casi, nelle ragazze. Quella che può sembrare una scelta grossolana, tuttavia, ricorda la tendenza tipica dei jidai geki manga (termine con cui, dal secondo dopoguerra, venivano indicati i manga più seri e drammatici) di ritrarre i bambini e i giovani con una corporatura adulta, soluzione grafica con cui questi adulti in miniatura incarnano la forza e il vigore del paese che saranno chiamati a condurre in futuro. 
Da questo punto di vista è quindi interessante notare come tutti i personaggi siano sostanzialmente statici, non tanto perché a loro è negata un’evoluzione, ma perché nella maggior parte dei casi un’evoluzione si è già verificata; tralasciando infatti la deformazione della personalità che alcuni personaggi subiscono durante il Program (deviazione estemporanea dovuta al contesto malato e senza via d'uscita in cui si sono visti scaraventare) tutti hanno attraversato il cambiamento prima che la loro disavventura avesse inizio. Gli stessi Nanahara e Kawada, personaggi centrali della vicenda, sono già due adulti a tutti gli effetti.

Che Battle Royale sia un’opera di marcata denuncia nei confronti della società nipponica e della sua eccessiva regolamentazione è evidente fin dalle prime battute. Distopico fin dall’inizio, non molla la presa fino all’ultima battuta, che segue solo in parte lo sviluppo delle vicende personali dei personaggi rimasti e non si preoccupa minimamente di smantellare il Program, che rimane un’ombra oscura su un amaro happy ending in cui la speranza non sembra che una parola con cui rivestire un bel discorso. 
Non si può che elogiare l’opera narrativa creata da Koushun Takami (e la sua trasposizione per mano di Masayuki Taguchi) che, seppur spronata da un forte idealismo, al momento dello scioglimento non perde la propria identità di opera realistica, consegnando ai lettori una vittoria fumosa, un senso necessario di incompiutezza dettato da una considerazione razionale: può la volontà di un singolo individuo piegare un intero sistema? Forse, ma non esiste una certezza automatica del risultato. Takami, in conclusione, sceglie di non rispondere a questa domanda e preferisce mostrare una via, pur senza sbilanciarsi in promesse difficili da mantenere.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: storia di Koushun Takami, testi e disegni di Masayuki Taguchi
  • Formato: brossurato con sovraccoperta, 208 pagine in b/n
  • Prezzo: € 5,90
  • Voto della redazione: 8
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