Menu

Billy Bat 1

Kevin Yamagata è un fumettista americano di origini nipponiche, famoso negli Stati Uniti per il fumetto di successo "Billy Bat", che racconta le indagini dell’omonimo detective privato dalle fattezze di pipistrello antropomorfo. A poche pagine dall’avvio della storia, Kevin scopre che il personaggio che gli ha permesso di ottenere un così grande successo potrebbe essere il plagio involontario di un identico ragazzo pipistrello, risalente all’immediato dopoguerra, quando Kevin lavorava come interprete in Giappone. Tormentato, a causa di una travagliata esperienza famigliare, dalla possibilità di fare fortuna con l’idea di un’altra persona, Kevin decide quindi di partire alla volta di Tokyo per scoprire la verità.
Con queste prime sequenze (anticipate da un primo capitolo interamente a colori e tutto dedicato al personaggio del detective pipistrello) prende avvio il nuovo lavoro del maestro Naoki Urasawa, indiscusso talento del manga. Chiunque non sia digiuno dell’opera di Urasawa non ci metterà più di un secondo per di capire che queste prime battute sono soltanto l’avvio di una storia ben più complessa, e che la decisione di Kevin non potrà avere conclusioni semplici e circoscritte al suo "Billy Bat".

Il tutto è ambientato in un mondo da poco uscito dalla Seconda Guerra Mondiale. La storia prende avvio nel 1949, anno in cui gli Stati Uniti iniziano a vivere nel costante terrore della minaccia rossa e il Giappone pian piano si sta risollevando e sta ricostruendo, seppur con il peso dell’occupazione americana. Questo permette all’autore di attardarsi con lo sguardo su una Tokyo in divenire, con un occhio alle zone tradizionali e alle baraccopoli, e un altro all’area che diverrà la metropoli dei giorni nostri.

Già da questo primo volume si può riconoscere l’impronta tipica dell’autore nella stesura di una storia dall’esordio lineare e che tende a espandersi, complicarsi e intrecciarsi man mano che la lettura procede. Così, una volta conclusosi il quarto capitolo, buona parte delle pedine è in gioco e ha già fatto le sue prime mosse: il ritmo narrativo, con il capitolo successivo, può iniziare ad accelerare, creando un intreccio che avanza su livelli paralleli, rovesciando punti di vista e certezze, mescolando ricordi, epifanie in forma di flashback, aperture in forma di flashforward e narrazioni “a fumetti”. Una trama articolata, insomma, che mescola storia, ricerca individuale, mistero, intrighi e complotti segreti, su un piano di gioco che, di certo, non ha ancora accolto tutti i giocatori.

Il tratto di Urasawa è immutato: preciso e dettagliato, specie nella resa degli ambienti e delle vedute, mostra una certa tendenza a ripetere alcuni volti dei personaggi chiave, segno non certo di scarsa inventiva e limitata originalità, quanto piuttosto, si direbbe, scelta compiuta consapevolmente per consentire un’immediata leggibilità del personaggio; una scelta che non si può non considerare un omaggio a Osamu Tezuka, primo tra gli autori nipponici a servirsi di questo espediente, che permette al lettore un immediato inquadramento del personaggio per quanto riguarda il carattere e l’allineamento. Bisogna poi riconoscere che molti dei personaggi di Urasawa si muovono in una regione grigia e ambigua, e anche nel primo tankobon di Billy Bat sembrano parecchi i personaggi di questo tipo, elemento che mette decisamente il risalto l’integrità e la coerenza di Kevin.
L’omaggio a Tezuka non si limita, anche qui, a una faccenda di stile. Se Pluto era stato un adattamento personale della storia di Tetsuwan Atom intitolata Il più grande robot del mondo, e Kenzō Tenma (protagonista di Monster) non solo portava il nome del Dottor Tenma, “padre” di Atom, ma per molti versi poteva sembrare una versione più realistica e umana di Black Jack, in Billy Bat Urasawa, con l’aiuto di un setting storico e di una trama che coinvolge direttamente il medium fumetto, elogia in maniera esplicita Tezuka dalla bocca di Zofu Karama, il vecchio mangaka: questo personaggio, mostrando a Kevin una copia di Shin Takarajima (La nuova isola del tesoro, del 1947), momento d’inizio dell’“era del fumetto”, è un espediente che permette ad Urasawa di esprimere ancora una volta il suo apprezzamento e la sua gratitudine verso il Dio del manga e il suo lavoro, per il quale spende aggettivi quale “meraviglioso” e “incredibile”.
Due parole ulteriori merita il capitolo introduttivo (cui fanno eco le prime pagine del secondo capitolo): interamente acquerellato, ricostruisce l’atmosfera del fumetto d’epoca, con tanto di pagina ingiallita e stile cartoonesco e sintetico; di certo un buon modo per immergersi nell’atmosfera dell’epoca.

A questo punto, però, lo scavo operato dalla narrazione dell’autore è già multidirezionale, la storia narrata ha già sfondato nella storia reale e nella storia del fumetto, e ha iniziato a coinvolgere tematiche di un certo spessore come quella del rapporto tra realtà e finzione (è la tavola che influenza la realtà? O invece la prevede? E, ancora, che cosa si può considerare reale all’interno di un prodotto di finzione?); quella dell’archetipo (che innesta sulla ricerca del pipistrello originario un'interessante visione dell’evoluzione umana mediata dall’arte); e, infine, quella del doppio. Il tema del doppio è fondamentale poiché vi si farà insistente riferimento, da un certo punto in poi, con una domanda ricorrente (“bianco o nero?”) a cui non verrà data risposta.

Sebbene sia appena iniziato in Italia, Billy Bat non può che catturare il lettore, forte di un ritmo la cui graduale accelerazione è assolutamente coinvolgente. La confezione, piuttosto curata, bilancia il prezzo elevato (ma in linea con gli altri lavori di Urasawa presentati nel nostro paese) e, forte anche di un numero di pagine a colori ben oltre la media (in tutto ventisei), fa in modo che il volume sia all’altezza del proprio costo.

Dati del volume

  • Editore: GP Publishing
  • Autori: testi di Naoki Urasawa (soggetto in collaborazione con Takashi Nagasaki); disegni di Naoki Urasawa
  • Formato: brossurato con sovracoperta, 200 pagine in b/n e colori
  • Prezzo: € 7.50
  • Voto della redazione: 9
Torna in alto