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Magico Vento Speciale

E alla fine arrivò l'agognato numero speciale di una delle collane più interessanti prodotte negli ultimi decenni dall'editoriale meneghina. Magico Vento si congeda – per sempre? – dai suoi affezionati lettori con un albo dalla genesi tormentata.
Il risultato è un'antologia del personaggio attraverso passato presente e futuro vista con gli occhi (o se preferite con i ricordi) del suo sodale amico Willy "Poe" Richards, che qui è protagonista anche di un singolare capitolo in solitaria.

Tre storie legate tra loro da una trama imbastita dal solido creatore della serie Gianfranco Manfredi e narrata per immagini da Giuseppe Matteoni, visto precedentemente sul GN Dragonero e su Volto Nascosto dello stesso sceneggiatore marchigiano.
Nel 1912 Robert Card, ambizioso collaboratore del Chicago Tribune, si reca presso la residenza dell'ormai anziana spalla del titolare di testata, il quale lo accoglie bruscamente ma poi asseconda la sua richiesta di racconti su episodi particolari del west, come l'inchiesta dello stesso Poe sui traffici di Howard Hogan, il vecchio antagonista di Ned Ellis.

"Il Ragno e il Coyote" racconta una complessa vicenda che originariamente doveva inserirsi nel numero 6 della saga, ma che l'evoluzione narrativa della serie ha escluso dalla pubblicazione regolare, nonostante l'apporto magnifico dell'indimenticato Carlo Raffaele Marcello (Tex e Zagor, oltre a una miriade di lavori per il mercato francofono) ai pennelli.
I due indiani del titolo si rivelano preziosi alleati di Ned e Poe, ci sarebbe piaciuto leggere altri capitoli da co-protagonisti. Oltre a Hogan rivediamo il demoniaco Groddek, che nella continuity della saga regolare non è mai venuto in contatto con l'affarista di Chicago. Il racconto, articolato e convincente, sicuramente il pezzo forte dell'albo quanto a lunghezza, si rivela infatti come una fantasia di Poe per accontentare il giovane assetato giornalista.
Storia con gli ingredienti caratteristici della serie, piuttosto movimentata e dalle atmosfere tetre in alcune situazioni che ci lascia il rimpianto di non aver mai più visto Marcello su questa testata.

"Poker col morto", disegnato dal lento e dettagliato Fabio Pezzi (Full Moon Project, Hammer e Nick Raider tra i suoi lavori precedenti), ci presenta un Poe alle prese con una morte misteriosa nello scenario di una polverosa cittadina del Montana. Cinque uomini attempati e assidui giocatori di poker scoprono che uno di loro è stato ucciso in modo da far ricadere la colpa su un poveraccio del luogo. Il nostro, di passaggio in quei luoghi, ottiene una delega dallo sceriffo per indagare sull'accaduto. Il finale è un po' debole ma la storia scorre abbastanza bene senza annoiare.

"Vivo o morto?" è illustrato con la consueta perizia da un veterano della serie, Stefano Biglia, e costituisce una sorta di testamento spirituale della testata. È il racconto successivo all'ultimo incontro tra Poe e Magico Vento descritto nel numero conclusivo della serie regolare. La narrazione è a carico di Henry Task, che adesso si fa chiamare Fred Flanagan e che dopo aver abbandonato i Servizi Segreti si cimenta con scarsa fortuna come attore teatrale.
Henry illustra sullo sfondo di un Messico in piena epoca rivoluzionaria la vicenda di Estrella e di un remissivo Ned alle prese con l'abuso di giustizia e con uno scienziato dalle idee strambe, il quale gli estrae la scheggia metallica dal cervello. Lo Sciamano bianco dei Lakota reagisce in maniera inusitata alle angherie e dopo un impeto di violenza non controllata si placa. Magico Vento e la sua compagna in seguito si rifugiano in un luogo isolato dal mondo oltre il deserto, ed è lì che Poe lo incontrerà fisicamente per l'ultima volta.

Il volume si conclude in maniera poetica dopo che Robert Card ha lasciato casa Richards. Ned è ben vivo nella mente e nei ricordi di Poe.
E di noi lettori.

Mitakuye Oyasin, Magico Vento!


Giovanni La Mantia

Dati del volume

  • Voto della redazione: 8
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