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Ultima lezione a Gottinga

Se non è un capolavoro, poco ci manca.
Ultima lezione a Gottinga
di Davide Osenda è la storia a fumetti italiana che si spera sempre di scovare da qualche parte ma in cui molto raramente si incappa.
Una storia solo apparentemente didattica – così come invece evidenziato in maniera esclusiva da più voci critiche – ma, in realtà, dotata di una forte e preminente peculiarità narrativa.

Siamo nel 1933 e Fiz, un cattedratico di Matematica dell’Università di Gottinga, tiene la sua ultima lezione in un’aula deserta mentre i nazisti, fuori in città, rastrellano i suoi colleghi di origine ebraica, azzerando di fatto un’intera generazione di menti eccelse.
Eppure in un contesto tragico, privo di vie d’uscita, è proprio l’esperienza del calcolo, l’enigma di formule apparentemente indecifrabili ai profani, a mostrare la strada verso la salvezza. Fiz – attraverso l’esplicazione del Teorema di incompletezza di Gödel per i sistemi formali – illustra a un unico spettatore isolato la storia del concetto di “infinito” in matematica, aprendogli davanti un vortice luminoso che sembra quasi coincidere con l’idea di una divinità: non esiste un solo infinito, ma una molteplicità infinita di infiniti. Attraverso calcoli e speculazioni Fiz introduce la mente (e il cuore) del suo ultimo allievo al concetto di un universo dalle innumerevoli sfaccettature accanto al quale scorrono – invisibili ma teorizzabili attraverso lo straordinario strumento della logica matematica – un’infinità di universi paralleli. E quindi, di conseguenza, la libertà assoluta, al di là di qualsiasi contingenza nefasta.

Davide Osenda, sceneggiatore e disegnatore di Ultima lezione a Gottinga, partendo dalla lettura di un trattato d’importanza cruciale – "Gödel, Escher e Bach: Un’eterna, brillante ghirlanda" di Douglas R. Hofstadter – ha la straordinaria capacità di presentare al lettore il calcolo matematico in funzione narrativa. I percorsi logici, le progressioni numeriche, assumono forza poetica e intrigano attraverso snodi che acquistano di volta in volta la potenza letteraria di un mirato flashforward, di un climax perfetto, di un astuto colpo di scena finale. E riverberano nella memoria anche molto tempo dopo la conclusione della lettura.

Osenda utilizza il medium fumetto con esperta padronanza: la staticità interna di molte vignette (che comunque sembrano rappresentare una cifra stilistica) viene compensata da una studiata ed elegante composizione delle tavole e da un uso dell’acquarello che denota la profonda sensibilità dell’autore. Per non parlare poi delle splash page che, all’improvviso, fanno “esplodere” i contenuti, proiettando il lettore verso territori sublimi.

A corollario del volume, due necessarie quanto sentite introduzioni di Piergiorgio Odifreddi e di Andrea Plazzi.


Alessandro Di Nocera

Dati del volume

  • Voto della redazione: 8
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