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Batman R.I.P.

Batman R.I.P.Chi sono Batman e Bruce Wayne?
Due aspetti di un’unica personalità o due entità separate?
È Bruce Wayne che si maschera da Batman, oppure è Batman che si traveste da Bruce Wayne?
A queste domande risponde Grant Morrison con Batman R.I.P. (Requiescat in Pace/Riposi in Pace), la fase conclusiva della sua lunga gestione della serie dell’Uomo Pipistrello che, per l’occasione, la Planeta DeAgostini ha deciso di pubblicare in un’edizione a sé, costituita da un elegante volume cartonato dal prezzo medio alto.
Leggiamo come Batman sia rimasto vittima delle macchinazioni di un misterioso circolo chiamato Guanto Nero, i cui membri conoscono la sua identità segreta e sono decisi ad eliminarlo dopo averlo condotto sul sentiero della follia e della disperazione. Dietro un piano machiavellico troviamo il misterioso dottor Simon Hurt: sedicente figura legata al passato della famiglia Wayne e capo del gruppo di singolari super-criminali che vantano un paio di alleati quali il Joker ed un personaggio della continuity del Cavaliere Oscuro, la cui identità (che non riveliamo) costituisce uno dei diversi colpi di scena di questa saga. Il fine ultimo della congiura, a lungo pianificata, è portare via a Batman tutto ciò che è e che lo definisce: il suo equilibrio mentale, la sua nobiltà d’animo, l’onore ed il nome della sua famiglia.

Con questa storia, Morrison tira i fili del suo lavoro su Batman, riprendendo tutti gli elementi e gli enigmi seminati nei vari episodi precedenti della serie, che qui trovano soluzione e compimento. Dettagli a prima vista secondari tra presente e passato dell’Uomo Pipistrello, che invece vanno a comporre un puzzle narrativo interessante, con il pregio di avere illuminanti intuizioni (come quelle sulla sanità mentale del protagonista), tracciando nuovi elementi di sviluppo sull’equazione Batman/Bruce Wayne.
Lo sceneggiatore tratteggia un quadro inedito ed ambiguo della personalità di Bruce, rappresentato da un percorso di lucida follia inerente la forte determinazione di raggiungere la perfezione umana per la sua crociata personale; una volontà che rappresenta invece una debolezza che lo ha allontanato dalla normalità e che Morrison ed il suo alter-ego cartaceo Simon Hurt sfruttano contro di lui. Al tempo stesso, è sempre la figura di Bruce ad essere in primo piano: una caratterizzazione alienata e vulnerabile nel suo rapporto con la neo-fidanzata Jezebel che scalfisce l’iconografia granitica e solitaria del suo alter-ego mascherato, dandoci un ritratto più intricato, ma anche più fragile del personaggio.

Sicuramente questa è una delle saghe di Batman più complesse e maggiormente ricche di elementi germinali. Però, nonostante i notevoli incipit di introspezione psicologica, le basi stesse della storia di Morrison risultano troppo ambigue e forzate, rivelando una struttura narrativa dalle fondamenta esili, seppur cesellate a regola d’arte. I membri del Guanto Nero, villain della saga, sono criminali aristocratici e pacchiani sviluppati in maniera abbastanza gratuita, mentre rimangono poco espresse sullo sfondo le loro motivazioni nel perseguitare Batman, in parte giustificate dal misterioso background di Hurt, in parte dal suo breve monologo dove definisce il Cavaliere Oscuro un giustiziere moralista, arrogante ed aristocratico che necessita di una lezione.
La conclusione della saga risulta un po’ deludente nella sua risoluzione affrettata e (chiaramente) aperta, con Batman che scompare in un’esplosione e viene quindi ritenuto morto da amici ed alleati.

È bene sottolineare come, per quanto possa essere interessante, questo volume non costituisce una lettura leggibile come prodotto a sé, avendo l’handicap di essere parte di un ampio disegno di marketing editoriale che rimanda sia alla lettura dei precedenti episodi di Batman, sia agli eventi della maxiserie "Crisi Finale" (con il volume n. 7), rendendo l’intera lettura un’operazione un po’ frammentaria.
Molto buono è l’apporto grafico di Tony Daniel, titolare di un tratto pulito e cinetico che lentamente si sta evolvendo in uno stile proprio, allontanandosi dal ricalcare quello di Jim Lee. Daniel è autore anche di una riuscita reinterpretazione del Joker, assolutamente agghiacciante ed oscura, probabilmente ispirata all’estroso rocker Marilyn Manson.
Semplice quanto evocativa, infine, la copertina firmata dal pittorico Alex Ross.


Paolo Pugliese

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
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