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Cassidy 2 - 6

Cassidy 2-6Sono passati sei mesi da quando abbiamo conosciuto Raymond Cassidy, ultimo eroe noir di casa Bonelli: mesi che sono volati, tra sparatorie, rapine sempre più elaborate e problemi familiari striscianti sottolineati dalle continue apparizioni del Blues Man.

Cassidy ha rapidamente rivendicato il suo ruolo di duro, portando avanti la sua vendetta contro la banda che lo ha tradito durante la rapina in banca del primo numero. Il personaggio creato da Pasquale Ruju si è infatti dimostrato spietato verso i suoi nemici, uccidendone alcuni a sangue freddo ed utilizzando altri come marionette per i suoi scopi.
A distinguerlo da un vero personaggio negativo sono però le azioni di giustizia gratuita che il rude biondo compie a favore di altri personaggi, per lo più femminili, portandoci ad interpretare Cassidy come un essere sostanzialmente neutrale: un uomo certamente con un forte senso dell’onore costretto dal mondo in cui vive a trasformarsi, a vivere lungo una sottilissima linea che demarca un uomo dedito al crimine ma con un suo codice morale da uno spietato assassino, disposto a compiere qualsiasi bassezza pur di trarne giovamento. Una  linea che sembra al momento abbastanza definita ma che si può supporre tenderà, col passare del tempo, ad assottigliarsi sempre di più, di fronte a scelte particolarmente importanti.

Del resto lo stesso vale per gli altri personaggi: l’America degli anni ’70 è vista crudamente, come un luogo dove si può essere soltanto lupi o agnelli. E tutti i personaggi di carattere non possono che scegliere la prima delle due ipotesi accettandone, però, anche le conseguenze.
Questa la scelta di Raymond e dei suoi due fedeli compagni che abbiamo ormai imparato a conoscere: Juan Cuervo, enorme mulatto con sangue indiano nelle vene, duro e fedele all’estremo, e Aaron Gibson, la spalla comica del gruppo, sempre preso in divertenti scaramucce con Juan, ma sotto sotto abile truffatore particolarmente a suo agio con le carte. Un gruppo eterogeneo di uomini fedeli gli uni agli altri in nome dell’onore di strada, dove una stretta di mano ha lo stesso valore della parola data.
Questa è anche la scelta che prova a fare la figlia di Cassidy, tinteggiata magistralmente con pochi ed essenziali dialoghi, come una ragazzina appena maggiorenne che vive malamente il distacco avvenuto tra i suoi genitori ed il nuovo compagno della madre, una tigre travestita da pecora che nonostante non ci sia stata ancora presentata, probabilmente si dimostrerà essere un boss alla Al Pacino o Robert De Niro, un uomo giunto all’apice del successo con modi certamente poco ortodossi (basta vedere la villa dove vive con la famiglia dell’eroe, una specie di fortezza guardata giorno e notte da numerosi gorilla armati). Ma non si può mai sapere, Ruju si è dimostrato prodigo nell’inserire colpi di scena uno appresso all’altro, alcuni anche completamente inattesi come quello dell’ultimo numero in cui entra in scena il figlio di Cassidy, Demian, inserito nella vicenda senza nessun riferimento precedente.
Di stesso tono solo le apparizioni del Bluesman, personaggio visibile dal solo Raymond, i cui scopi sono al momento nascosti, come nascosta è l’aura magica che chiaramente possiede: al momento si è limitato ad agire a mo’ di coscienza ricordando sempre all’eroe che in ogni caso la sua presenza sul mondo è prefissata a 18 mesi e si sa, il tempo passa in fretta.

Sulla testata si sono alternati vari disegnatori, tutti di ottimo livello. Unico punto fisso le copertine del creatore grafico della serie, Alessandro Poli, a ricoprire il ruolo che era stato suo già nella serie Demian sempre sui testi del bravo Ruju. Questa catena pare verrà spezzata con il prossimo numero in cui ritroveremo, con piacere, Elisabetta Barletta, dopo la buona prova del secondo numero.
Cassidy si è dimostrata una miniserie riuscita, in grado di portare un po’ d’aria fresca nel panorama editoriale bonelliano e, al tempo stesso, una valida fucina dove presentare volti nuovi: oltre alla già citata Barletta, da segnalare ci sono Andrea Borgioli, Paolo Armitano e Gianluca Gregorini, all’esordio in Bonelli. Quest’ultimo ci offre un numero 4 disegnato magistralmente, in uno stile duro ed essenziale, da autore maturo quale lui non dovrebbe essere: il suo Cassidy è il più cattivo visto finora, con una mascella prominente ed uno sguardo impossibile da sostenere.
Il numero 5, seconda parte dell’avventura più avvincente vista finora – ambientata in una spietata Las Vegas – è opera di Andrea Borgioli: è l’albo che maggiormente si distacca dai tratti finora visti, con un Raymond un po’ meno squadrato, ma risulta al tempo stesso forse il più originale con i suoi personaggi molto “plasticosi” ed un potente alternarsi di chiari e scuri in tavole fortemente dinamiche come il sogno di Cassidy, seguito della notte di passione con la bella Regina Canyon. Il risultato è molto buono, seppur qualcuno potrebbe avvertire la già citata differenza di stile con gli altri albi. Da segnalare, infine, l’ottimo lavoro di Armitano, in coppia con Davide Furnò, sul numero tre della serie.

Per quanto detto appare chiaro che la serie merita certamente attenzione ed è un acquisto consigliabile a chiunque sia in cerca di un bel fumetto d’azione, con poche riflessioni e tante sparatorie.


Andrea De Marsanich

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
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