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Vertigo Voices Paul Pope: 100%

Vertigo Voices Paul Pope: 100% In un futuro appena accennato un gruppo di giovani lotta con tutte le forze per preservare la propria libertà di avere dei sogni. Qui non si parla di scontri con superpoteri e minacce in grado di piegare la stessa fabbrica dello spaziotempo, no. La loro è una lotta ideologica, una resistenza alle imposizioni di un’epoca. Il mantenere fede, insomma, alle proprie idee, alle proprie convinzioni, e marciare dritti lungo la strada che si sono scelti.
Strel è una ragazza madre che sogna una torrefazione di caffè. Kimberly è una giovane barista spaventata che ancora non conosce il suo posto nel mondo. John è un brillante ex-studente che lavora come cameriere e ha scelto di prendere tutto quello che la vita gli offre. Daisy è una ballerina di Gastro misteriosa e in continuo movimento. Haitous sogna di conquistarsi un futuro sereno con la lotta, Eloy con la sua arte. Sei “tipi” umani che basano la propria vita ognuno sui propri sogni e aspirazioni, unico baluardo per resistere in una società abbandonata a se stessa, di cui Paul Pope racconta la storia, le ambizioni e l’amore. Su quest’ultimo si sofferma in modo particolare, ritraendolo in modo delicato e, viene da dire, rispettoso ma intenso; diversamente gli spettacoli di Daisy, che balla nuda e con le proprie viscere che volteggiano in aria, durante i quali l’autore indugia sul suo corpo nudo, sull’intimo, sulle pose aggressive, sui dettagli (siano questi esteri o interni).
Arte, passione, amore, aspirazioni in risposta al divertimento malato del V-Jak, ultima moda nel campo dell’intrattenimento, un sistema che permette di visualizzare le interiora di una persona in grandi dimensioni a tre metri d’altezza, e che viene applicato a contesti come la lotta o il ballo.

L’intreccio delle sei storie costruisce un microaffresco umano, che parla di pochi nella speranza di rivolgersi a tanti, ambientato in un futuro in cui i sogni e le paure degli individui sono gli stessi di sempre, siano essi il successo o una vita tranquilla, da un lato, o la morte e la solitudine, dall’altro. La scelta di un setting fantascientifico, del resto, non è che un semplice espediente narrativo usato dall’autore per vivisezionare alcuni aspetti del presente. Attraverso il V-Jak, quindi, Pope sembra voler criticare un sistema dell’intrattenimento (quello costruito sui reality show e sullo sciovinismo scandalistico) che non è più in grado di fornire alla popolazione una forma di intrattenimento intelligente, ormai scaduta nella volgarità, nella scontatezza e nel deprezzamento della figura umana in quanto tale, nell’eccesso. Il V-Jak non è altro che il simbolo dello sfascio dei costumi e del vuoto.

Con lo stile grafico non convenzionale che unisce contributi differenti, frutto delle sue molteplici esperienze, Pope realizza tavole in cui il segno si fa talvolta caotico, talvolta razionalizzato, affiancato dall’uso di retini (per i quali si serve dell’aiuto di Lee Loughridge) o di pennellate nervose, in un forte gioco di chiaroscuri in cui sembrano stratificarsi diversi livelli di ombra e buio. Punto di forza di Pope nel corso di questa narrazione è l’uso che fa dell’arte sequenziale e, specialmente, del ritmo narrativo; se è buona la composizione delle tavole, è ottimo il modo in cui le storie dei diversi personaggi coesistono e si intrecciano, a volte grazie a meccanismi di sospensione narrativa, che genera aspettative, a volte grazie a un uso tutto cinematografico del raccordo, magari non sempre originale ma efficace e ben realizzato.

Planeta DeAgostini confeziona un signor volume, che per qualità materiale e artistica vale quello che richiede al portafogli. Dopo il primo volume dedicato a Grant Morrison e contenente le due storie "Il Mistero di Dio" e "Kill Your Boyfriend", Planeta sembra voler confermare la propria intenzione di una collana di alta qualità ma dai prezzi contenuti, che presenti le opere di importanti autori del panorama Vertigo. Un’operazione editoriale dagli ottimi esordi, priva delle mancanze che negli ultimi anni hanno caratterizzato l’editore spagnolo, che  pertanto non può che meritare fiducia.


Alfredo Goffredi

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
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