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Dylan Dog Color Fest 5

Dylan Dog Color Fest 5Quinto numero del neo semestrale atipico di Casa Bonelli, dopo il primo numero tematico uscito solo pochi mesi fa.
Questa volta, lo diciamo subito, non ci ha convinto, soprattutto a confronto con gli albi usciti nelle estati passate.
Nonostante la confezione, come al solito superba – volumetto solido ma maneggevole stampato assai bene e con una resa dei colori di tutto rispetto – i contenuti sono generalmente vicini a una sufficienza risicata. Nessuna delle quattro storie spicca per estro sulle altre e solo la personalità artistica dei disegnatori impegnati rende comunque appetibile il numero in questione.

“Il grido muto” è una discreta parabola ecologista moraleggiante di Luigi Mignacco e Pasquale Frisenda, il quale ha partecipato anche al soggetto e provveduto agli splendidi colori. Sono da rimarcare quasi esclusivamente le notevoli tavole cromatiche dell’artista milanese, a suo tempo collaboratore di Ivo Milazzo (e si vede!).

“Lacrima di stella” è un fantasy sfrenato dovuto a Giancarlo Marzano e Daniele Caluri. Un racconto claustrofobico dai tratti grottesco-surreali con contorno di freaks (che nell’economia dylaniana non guastano) che però rivela presto il suo scarso carattere, segnale di una storia non riuscita fino in fondo. Funzionale ma nulla di più l’interpretazione grafica del pur bravo Caluri.

“Cattiva sorte” vede l’esordio di Diego Cajelli alle prese col character in camicia rossa, per i disegni di un Daniele Bigliardo iperrealista ma purtroppo incostante riguardo la rappresentazione dei personaggi. Un giallo parapsicologico forse troppo ingabbiato nell’idea originaria per essere adatto a questa collana.

“L’uomo che non c’è” di Giovanni Gualdoni e Marco Nizzoli è l’innocua conclusione dell’albo, che rimesta situazioni dal forte gusto di déja vu letterario e cinematografico. Il disegnatore reggiano si limita a un compitino che non esalta le sue capacità.

Un albo consigliato quasi esclusivamente ai collezionisti dylaniati e agli acquirenti distratti dalla velleitaria copertina realizzata da Milo Manara.


Giovanni La Mantia

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
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