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Kriminal 1

Kriminal 1Ne demmo comunicazione puntualmente alcuni mesi fa, Kriminal sarebbe tornato in edicola a raffreddare questa estate soffocante. Così è stato e dallo scorso 18 giugno, Panorama e TV Sorrisi e Canzoni stanno pubblicando i 16 migliori albi di questo storico noir, raccolti in 8 volumi.
Il primo contiene l’esordio, "Il Re Del Delitto", e la quinta pubblicazione originale, "Omicidio Al Riformatorio".
Il personaggio creato da Max Bunker (alias Luciano Secchi) e Magnus (alias Roberto Raviola) faceva il verso, lo si intende chiaramente dal primo titolo, a Diabolik che apparve con il leggendario "Il Re Del Terrore", due anni prima nel 1962.

Kriminal voleva essere la risposta ancora più dura, indigesta e spiazzante, all'ipocrisia e sordità di una società costruita su principi che stavano andando in frantumi e che sarebbe esplosa pochi anni dopo, ma già conteneva spunti ed elementi antesignani.
Diabolik era stato il capostipite del fumetto “nero” in Italia, un poliziesco in cui il cattivo è il protagonista ed in cui i buoni e la polizia non fanno sempre una bella figura. Ma se il personaggio delle sorelle Giussani è il primo eroe negativo, Kriminal è il primo protagonista negativo e basta, la parola “eroe” scompare. Diabolik non uccide mai gratuitamente e sadicamente, è monogamo, innamoratissimo e fedelissimo a Eva Kant. Kriminal  è l’opposto e anche quando affronta personaggi senza scrupoli o veri e propri malviventi, la sua ira e la sua vendetta sono spropositate, disumane.
Insieme a questi elementi estremizzati del noir, palesemente intesi a disturbare, ne compaiono altri innovativi, quasi profetici; il costume elaborato e distintivo, l’Inghilterra o Londra come ambientazione, il cognome del protagonista Logan, dal futuro splendente, la vendetta spietata verso i nemici, sono un insieme di intuizioni inconsce, casuali o meno, ma geniali, che ritorneranno vincenti in altrettanti fumetti storici italiani e americani.

Nel primo episodio del volume viene presentato il personaggio, la sua storia e ciò che lo ha portato ad indossare l’inconfondibile tuta gialla con lo scheletro nero: la vendetta nei confronti dei soci d’affare di suo padre. Appare anche subito l’ispettore Milton di Scotland Yard, l’eterno perdente. Ognuno dei tre ex amici ed azionisti della “Ireland Petroleum” che rovinarono e portarono alla morte il padre, saranno colpiti nei loro affetti più cari e poi eliminati con una ferocia davvero insolita e barbara.
Nella seconda storia viene sfruttato un espediente tipico del noir e soprattutto di Diabolik, il travestimento. Il protagonista riesce a penetrare insospettato all’interno di un riformatorio femminile per recuperare un’ingente somma di denaro nascosta nelle vicinanze. Alcune delle ragazze sono state complici del rapinatore a capo del colpo che ha fruttato il malloppo ed ora anch’egli come Kriminal è deciso a riottenere la somma ad ogni costo. La vicenda viene complicata da una torbida tresca tra alcune delle detenute ed il sindaco della città vicina; è questo un esempio eclatante di elemento dirompente nei confronti della pensiero bigotto dell’epoca, una sfida a “quelli che ben pensano”, a metà degli anni ’60.

Kriminal non è solo violenza dunque, è anche sesso, sempre meno velato, le figure femminili sono molto maliziose, davvero poco vestite per un fumetto di quel periodo e la volontà di denuncia dell’ipocrisia imperante va a braccetto con l’intenzione di stuzzicare i pruriti repressi degli italiani e di gonfiare le vendite.
Così fu e i primi numeri andarono a ruba, sfiorando una tiratura di duecentomila copie, diventando fenomeno di costume e andando ad affiancare nel lato oscuro dell’immaginario collettivo proprio quel Diabolik di lì a prima irraggiungibile.
Come si può leggere su questi volumi della Mondadori, semplici ma eleganti, arricchiti come sempre da schede di approfondimento ed interventi degli autori, si tratta senza dubbio di storie ben congeniate, vigorose da un punto di vista logico-narrativo e capaci quindi di sorreggere elementi leggeri senza mai cadere nella banalità o nella faciloneria. Gli sviluppi delle trame sono equilibrati da un intento satirico-caricaturale, evidente soprattutto nelle figure di contorno; questo permette di riscattare un fumetto altrimenti difficile da accettare anche oggi per l’assoluta mancanza di valori positivi.

Si tratta di storie che appassionarono dalla casalinga all’avvocato, dal carpentiere allo studente universitario e che sono assai godibili anche oggi, riuscendo ancora ruvide ed aspre per loro spietatezza.
Non possiamo stupirci di tutto ciò, dietro Kriminal stanno due icone del fumetto italiano come Bunker e Magnus, un team creativo, come si direbbe oggi, da far impallidire quelli d'oltreoceano, ma soprattutto una coppia di amici e professionisti capaci di una fantasia straordinaria, che hanno saputo conquistarsi con una successione di personaggi tra i più diversi e stupefacenti un angolo nel cuore di ognuno di noi, amanti del fumetto italiano.


Francesco Borgoglio

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
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