Cassidy 1
- Scritto da Redazione Comicus
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Irriconoscibile.
A tratti sembra quasi Quentin Tarantino, invece è Pasquale Ruju.
L'ultima miniserie Bonelli porta la sua firma. In Demian aveva già provato a parlare di uomini duri e (talvolta) puri, ma dopo il numero di esordio si era perso per strada. Ora la specie si è evoluta, ed è tempo di un hard boiled a fumetti dove tutto pare azzeccato. Atmosfera, personaggi, ambientazione: tutto quadra e fa di Cassidy una miniserie di belle speranze.
Possibilmente anche dopo l’esordio.
Non bastassero i buoni disegni di Maurizio Di Vincenzo, ci penserebbero le canzoni seminate qua e là a farci capire che siamo negli anni '70, in Arizona, in uno di quei far west fuori dal tempo celebrati da un immaginario pulp che è duro a morire, e che ora torna arzillo e deciso per mano di un Ruju in splendida forma. Perché ha centrato il giusto approccio, con una sceneggiatura che sa prendersi le dovute pause e con una costruzione della tavola che ogni tanto strizza l'occhio all'America.
Raymond Cassidy è un miracolato. Sfuggito al tradimento di fuoco dei compagni di rapina, il malvivente dagli occhi di ghiaccio viene salvato da un cieco bizzarro e bravo con la fisarmonica. Una seconda chance per "sistemare" le cose", che sia vendetta o altro è ancora tutto da scoprire.
Poco di nuovo sotto il sole cocente dell'Arizona, ma a leggere Cassidy 1 sembra comunque di avere in mano qualcosa di fresco.
E questo è un altro mezzo miracolo.
A tratti sembra quasi Quentin Tarantino, invece è Pasquale Ruju.
L'ultima miniserie Bonelli porta la sua firma. In Demian aveva già provato a parlare di uomini duri e (talvolta) puri, ma dopo il numero di esordio si era perso per strada. Ora la specie si è evoluta, ed è tempo di un hard boiled a fumetti dove tutto pare azzeccato. Atmosfera, personaggi, ambientazione: tutto quadra e fa di Cassidy una miniserie di belle speranze.
Possibilmente anche dopo l’esordio.
Non bastassero i buoni disegni di Maurizio Di Vincenzo, ci penserebbero le canzoni seminate qua e là a farci capire che siamo negli anni '70, in Arizona, in uno di quei far west fuori dal tempo celebrati da un immaginario pulp che è duro a morire, e che ora torna arzillo e deciso per mano di un Ruju in splendida forma. Perché ha centrato il giusto approccio, con una sceneggiatura che sa prendersi le dovute pause e con una costruzione della tavola che ogni tanto strizza l'occhio all'America.
Raymond Cassidy è un miracolato. Sfuggito al tradimento di fuoco dei compagni di rapina, il malvivente dagli occhi di ghiaccio viene salvato da un cieco bizzarro e bravo con la fisarmonica. Una seconda chance per "sistemare" le cose", che sia vendetta o altro è ancora tutto da scoprire.
Poco di nuovo sotto il sole cocente dell'Arizona, ma a leggere Cassidy 1 sembra comunque di avere in mano qualcosa di fresco.
E questo è un altro mezzo miracolo.
Simone Celli
Dati del volume
- Voto della redazione: 1