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Crisi Finale 1-8

Crisi Finale 1 - 8I lettori italiani già arrancano ne La Notte Più Profonda, ma Comicus non si poteva dimenticare di Crisi Finale; sarebbe stato un errore imperdonabile per lo spessore e la qualità di questa storia e per il forte legame con l’attuale crossover La Notte Più Profonda.
Si  tratta d’altra parte, a quanto sembra, dell’ultima Crisi, almeno per i prossimi anni a venire. L’opera di Grant Morrison conclude infatti il trittico cominciato con Crisi Sulle Terre Infinite di Marv Wolfman e proseguito da Crisi Infinita di Geoff Johns.

La Planeta pubblica in Italia la serie originale (di sette uscite) in otto volumi, con l’aggiunta di albi tie-in e materiale inedito come nei numeri 1 e 3.
Grant Morrison orchestra una serie che vede i disegni di J.G. Jones fino al numero 6 affiancato di volta in volta, a partire dal numero 4, da Carlos Pacheco (in FC #4-6), Jesus Merino (in FC #4-6), Marco Rudy (in FC #5-6), Christian Alamy (in FC #6) e Doug Mahnke, che firma tutto l’ultimo volume ed alcune pagine del sesto.

Si può affermare senza turbamento, di trovarsi di fronte alla Crisi più riuscita ed avvincente delle tre. È una Crisi atipica se si vuole, grazie all’estro unico del suo autore, che conserva i due ingredienti principali di questa tipologia di saga DC, il Multiverso ed il coinvolgimento globale di ogni suo eroe, ma sa ridosarne le misure, amalgamandoli ad altri elementi di sicuro effetto.
Questa volta a minacciare la Terra ed il Multiverso non sono l’Antimonitor o super-criminali di spicco, Morrison manda a raccolta i Nuovi Dei ed il loro malvagio signore: Darkseid.
Il racconto è prima di tutto un tributo al Re, a Jack Kirby (il creatore de Il Quarto Mondo e dei Nuovi Dei) ed è costellato di citazioni a storie passate del DCU in perfetto stile Crisi e disseminato di anticipazioni e accostamenti geniali; uno su tutti l’ultimo uomo Kamandi ed il primo dell’età della pietra  Anthro, legati da un grafo magico che sarà la chiave di volta della vicenda.
Vecchi e nuovi personaggi, protagonisti assoluti e comparse del DCU conquistano ed affezionano parimenti il lettore trovando a volte collocazioni e soluzioni sorprendenti o stravolgenti; Mister Miracle, il detective Turpin, Frankenstein, Wonder Woman, Mary Marvel ed altri ancora.
Il risultato è una saga complessa, impossibile da raccontare e catturare in poche righe, crocevia di personaggi, situazioni e rimandi come ogni Crisi che si rispetti, ma più irrazionale, visionaria e meno geometrica delle altre e ancora più potente, terrificante; mai Crisi DC è stata così cupa, decadente ed è stata capace di trasmettere angoscia ed incombenza di catastrofe.

Sulla Terra il Male sta operando per il ritorno di Darkseid; in un’atmosfera apocalittica i segnali si fanno più forti e minacciosi, fino all’assassinio di Orion, il figlio di Darkseid, di cui viene incolpato Hal Jordan dalle Lanterne Alpha (un’intuizione queste ultime, originaria di Morrison e sviluppata poi da Johns).
Libra, un mediocre e dimenticato personaggio del DCU, viene rielaborato dall’autore scozzese in uno spietato araldo del male, un terribile nemico che vuole riunire attorno a sé i più potenti super-criminali in circolazione per porli al servizio del signore di Apokolips, ma che suscita il sospetto ed il timore degli stessi Luthor e Sivana.
L’equazione anti-vita di Darkseid sta per annichilire l’intero Universo, mietendo vittime anche tra i suoi più grandi difensori. Morrison rimescola ruoli e trame e riserva sorprese e colpi di scena a raffica.
La vicenda vedrà incredibili sviluppi per personaggi come Turpin, Mary Marvel e la stessa Wonder Woman, ci mostrerà  la caduta di un Monitor, declassato a cameriere di fast food e ci priverà di due campioni assoluti della JLA, restituendoci però il primo supereroe della Silver Age e protagonista indiscusso dell’attuale DCU.

Su tutti gli artisti spiccano coloro che hanno avuto più spazio a disposizione.
J.G. Jones non lo scopriamo ora, il suo segno è limpido, classico e moderno al tempo stesso e capace di una qualità continua per tutta la serie.
Si può dire che insieme a Ethan Van Sciver e Ivan Reis stia contribuendo a ridefinire nell’immaginario collettivo l’immagine tipo dei personaggi più importanti del DCU.
Doug Mahnke dal tratto più atipico, personale, capace di un’espressività a volte esasperata, sembra abbia dato il meglio di se stesso in  Final Crisis Requiem (in Crisi Finale #2), il toccante resoconto ed omaggio che Peter J. Tomasi ha voluto tributare al primo grande supereroe caduto in questa  saga. Tomasi conferma tutta la sua bravura e le sue credenziali, guadagnate e confermate dall’ottimo lavoro su Green Lantern Corps.
Nel doppio numero di Superman Oltre (in Crisi Finale #7-8), ancora di Morrison, è difficile invece giudicare appieno il lavoro di Mahnke; si tratta di un fumetto con molte tavole realizzate in tecnica 3D, un esperimento non nuovo ed interessante, ma che obbliga il lettore allo scomodo uso degli occhialini (in omaggio con l’albo) per una lettura che altrimenti risulterebbe sfocata e soprattutto apatica. La storia invece è avvincente e ci racconta l’impresa di Superman per salvare la vita di Lois Lane, l’origine dei Monitor ed lo scontro con il terrificante Monitor Oscuro Mandrakk (il Monitor Dax Novu), che l’Uomo d’Acciaio affronterà insieme a tutta la schiera delle sue versioni alternative  appartenenti ai vari universi.
Le restanti storie di backup sono tutte godibili ma trascurabili per la comprensione della trama principale e senza sussulti qualitativi degni di nota.
Il numero 4 di Crisi Finale ne é interamente composto; "Ultime Volontà e Testamento" di Brad Meltzer e Adam Kubert è incentrato sulla figura di Geo-Force, mentre "Sottomesso", ancora di Morrison e Matthew Clark, racconta la vicenda dell’Uomo Tatuato e del suo incontro con Fulmine Nero nelle strade dominate dai Giustificatori, l’esercito di Darkseid.
"Final Crisis Resist" in (FC #5) di Greg Rucka - Eric Trautmann e Ryan Sook narra la resistenza dei membri di Checkmate di fronte all’avanzata dell’equazione anti-vita, mentre in "Gioco di Equilibri" (in FC #6) di Len Wein e Tony Shasteen, lo scrittore e creatore del personaggio Libra scioglie alcuni punti rimasti in sospeso sul neo-profeta di Darkseid.

Questa volta la Planeta sembra avere scongiurato gli errori più grossolani ai quali ha abituato il pubblico italiano. Gli albi di Crisi Finale ci è parso siano stati risparmiati da refusi ed inesattezze anche se rimangono curiose e divertenti le precisazioni sul personaggio secondario di Imán, che in originale parla spagnolo e che la Planeta è costretta a sottolineare più volte con una nota per le gaffe passate, ma che si guarda ben bene dal tradurre in italiano.
Le date di uscita degli albi sono state rispettate dopo l’increscioso incidente avuto con Countdown a Crisi Finale, interrotto a metà per diversi mesi e senza alcuna spiegazione. Il problema cruciale che affligge questo colosso dell’editoria, almeno in Italia, ci è parso essere proprio la comunicazione.
Due testate storiche e solitamente di buon livello come JSA (Justice Society of America) e JLA (Justice League of America) sono sospese da più di un anno e mezzo senza avviso né indicazioni sul futuro; lo stesso destino è toccato da poco a Booster Gold.
Il lettore italiano è abituato dalle case editrici storiche e ben radicate sul territorio ad un filo diretto, un’informazione ed un dialogo puntuale e personale, una cura della promozione e dell’organizzazione delle date di uscita di un mega-evento che la Planeta ignora o addirittura sottovaluta, prima di tutto con il fatto di non avere mai preso in considerazione la possibilità di una divisione editoriale italiana.
Blackest Night (La Notte Più Profonda) sembra soffrirà di questi stessi mali e l’amore che si ha per il DCU ci fa augurare di essere presto smentiti. Il potenziale ed il materiale di altissima qualità a disposizione Planeta è a dir poco imbarazzante, come la superficialità con cui viene trattato e divulgato.
i sul futuro; lo stesso destino è toccato da poco a Booster Gold.
Il lettore italiano è abituato dalle case editrici storiche e ben radicate sul territorio, ad un filo diretto, un’informazione ed un dialogo puntuale e personale, una cura della promozione e dell’organizzazione delle date di uscita di un mega-evento, che la Planeta ignora o addirittura sottovaluta, prima di tutto con il fatto di non avere mai preso in considerazione la possibilità di una divisione editoriale italiana.
Blackest Night (La Notte Più Profonda) sembra soffrirà di questi stessi mali e l’amore che si ha per il DCU ci fa augurare di essere presto smentiti. Il potenziale ed il materiale di altissima qualità a disposizione Planeta è a dir poco imbarazzante, come la superficialità con cui viene trattato e divulgato.


Francesco Borgoglio

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
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