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Don Chisciotte

È opinione comune che gli artisti siano romantici perduti, sognatori ad occhi aperti, ed è forse per questo motivo che il personaggio di Don Chisciotte, simbolo letterario dell’eroe romantico (che trasfigura la realtà modellandola al suo gusto letterario), è protagonista di numerose trasposizioni e parodie all’interno del mondo delle nuvole parlanti.
Basti pensare ai lavori di Angelo Bioletto, Benito Jacovitti ma anche alla disneyana parodia di Guido Martina e Pier Lorenzo De Vita, tralasciandone molte altre ancora nel solo panorama fumettistico italiano.

Il Don Chisciotte di Lino Landolfi, però, va oltre la semplice riduzione ed è l’importanza centrale di quest'opera, data dallo stesso autore all’interno della sua produzione, a farcelo capire. L’approccio di Landolfi al capolavoro di Miguel de Cervantes Saavedra è analitico ed il progetto ambizioso, lo si evince dalla gran cura posta nello studio dei personaggi, nel presentare una trama episodica, ma centellinata, che cresce tavola dopo tavola. Un’attenzione rara nel conferire personalità e calore al “cavaliere dalla triste figura” e al suo fido scudiero Sancho Panza, riuscendo nell’intento di essere tanto fedele all’opera quanto originale nella messa in scena.
Dal punto di vista grafico il lavoro svolto è ineccepibile. Lo stile di Landolfi, qui nel pieno della sua maturità, è ricco di dettagli e mai trascurato. In un paesaggio pienamente realistico e particolareggiato si inseriscono figure quasi grottesche e caricaturali, in un perfetto mix stilistico che fonde realismo e umorismo.

Ma lì dove Landolfi riesce a conferire pieno spessore all’opera è nelle pagine che fanno da antefatto ed epilogo alla vicenda principale portando il suo Don Chisciotte in una dimensione meta-fumettistica.
L’autore, in un’epoca in cui si iniziava a spingere fortemente il fumetto in una dimensione culturale paritaria con le altre espressioni artistiche, schiera apertamente il suo pensiero ai lettori. Don Chisciotte, sceso dal palcoscenico, punta il dito contro l’indottrinamento comune che conferisce a lui il titolo di “eroe della fantasia”. Ma suddetta fantasia, per Landolfi, altro non è che un mero rifugio dalla realtà e per questo da condannare. Il vero eroe è Cervantes che utilizza con le giuste finalità la propria immaginazione mettendola a disposizione dell’umanità. In questa prospettiva, che ribalta l'intento dell'autore, Don Chisciotte diventa un esempio negativo da seguire, così come numerosi eroi della letteratura, usurpatori di lode contro cui il nostro eroe combatterà, messi da parte i mulini a vento, la sua vera battaglia.
 
Nota finale per l’ottima edizione del volume edito da Nicola Pesce Edizioni, impreziosito da un ricco apparato redazionale di Gianni Brunoro, a cui va il merito di aver riportato alla luce un autore ingiustamente caduto nel dimenticatoio. La scelta dell’editore è stata premiata dalla critica e dai lettori con un Comicus Prize e un premio Micheluzzi come miglior ristampa del 2009.


Gennaro Costanzo

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
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