Menu

Lo specchio dell’amore

Lo specchio dell’amoreDoveroso, oggi 17 maggio 2010, data in cui si celebra la IV Giornata mondiale contro l’Omofobia, segnalare questo significativo volume edito un paio di anni fa dalle Edizioni BD.

È bene chiarirlo subito: Lo specchio dell’amore anche se realizzato da Alan Moore e da José Villarubia - vale a dire due tra gli artisti più famosi e apprezzati dei comicdom anglosassone - non è una graphic novel. Raccoglie invece un poemetto del bardo di Northampton scritto nel 1988 per l’antologia a fumetti inglese AARGH! (acronimo per Artists Against Rampant Government Homophobia, Artisti contro la rampante omofobia governativa), una pubblicazione di protesta contro una legge antigay, la Clause 28, entrata in vigore in Gran Bretagna proprio in quel periodo.
Inutile ricordare che erano gli anni in cui nel Regno Unito dominava il primo ministro Margareth Tatcher, figura controversa che, al di là della sua indubbia abilità politica, ebbe il torto non da poco - nel nome del rinnovamento del Paese - di mettere da parte le conquiste del welfare. E, con atteggiamento criminale, cercò di fare scempio dei diritti civili.
Moore che di quel periodo fornì già nel pieno degli anni Ottanta una splendida e commovente interpretazione allegorica nel capolavoro V for Vendetta, si trovò in prima linea nel denunciare le colpe del governo Tatcher. E con Lo specchio dell’amore tentò di dare forma, attraverso liriche colte e delicate, vibranti ma con poche concessioni alla retorica, a tutto il suo malessere nei confronti di una politica bigotta, arretrata, marcia, priva di barlumi d’umanità.

Un decennio dopo la pubblicazione de Lo specchio dell’amore, José Villarubia, amico e collaboratore di Moore (sua la meravigliosa parte cromatica del serial Promethea, per esempio), riscoprì, in un momento di crisi personale, il testo e trovandovi conforto chiese di affiancarvi delle illustrazioni di matrice fotografica che esaltassero la ricchezza e la profondità della composizione poetica. Illustrazioni che, di fatto, andarono a sostituire quelle dell’edizione originale realizzate da Steve Bissette e Rick Veitch.
Il pannelli di Villarubia infondono nuova vita ai versi di Moore, li affiancano senza sovrastarli, servono a donare luce e cupezza a quest’excursus lirico che si inoltra nelle ragioni biologiche, storiche e sociali dell’omosessualità, cercando, al contempo, di smascherare le infondatezze culturali che fungono da sostrato ideologico dell’omofobia. Il ritmo è indubbiamente trascinante, le parole accompagnano il lettore attraverso i millenni. L’incipit, affascinante, ricalca in maniera critica quello della Bibbia, rievocando le ere primordiali in cui gli organismi viventi non erano ancora contraddistinti da un genere, ma la sessualità esplodeva libera nel suo atto creativo. E da lì la rievocazione di personaggi, eventi, amori, felicità, tragedie (che, al di là delle volute ambiguità del testo, vengono annotati con cura in appendice al libro). Con un finale tanto duro quanto fieramente romantico.
C’è però da dire che, a fronte dell’indubbia partecipazione emotiva e intellettiva che Lo specchio dell’amore suscita per istinto, è altrettanto evidente che a scriverlo è un Moore che non riesce a nascondere l’approccio prettamente letterario alla materia cadendo varie volte nella pedanteria. Nel 1988, Moore era ancora agli inizi di quel percorso creativo che stava per condurlo nei meandri del pensiero magico, liberandolo dalla ricerca a tutti i costi dei rapporti di causa-effetto all’interno delle sue opere di narrativa. Il poemetto prese corpo, quindi, in un momento di transizione, in cui una nuova creatività si sforzava, con qualche impaccio, di librarsi in altre direzioni.

Le asprezze letterarie e manieristiche de Lo specchio dell’amore - ben tradotto con piena partecipazione e commozione da Marco M. Lupoi - risaltano nella concatenazione talora forzata dei fatti e degli avvenimenti, nella scarsa fluidità di alcuni passaggi, nell’assenza di quella dimensione visionaria slegata da meccanicismi che caratterizzerà, invece, i componimenti successivi di Moore. Ciò non toglie però che il testo risplenda di forza sincera, riuscendo a coinvolgere, a interessare, a emozionare con la sua urgenza e le sue note spesso dolenti. Ma che non rinunciano mai a caricarsi di speranza.
A corollario del libro, alcune introduzioni storiche, una breve antologia delle poesie citate da Moore all’interno del poemetto, una bibliografia essenziale e gli indirizzi e i contatti di Stonewall - l’organizzazione per i diritti degli omosessuali che per prima si oppose alla Clause 28 - e dell’Arcigay.
Indirizzi e contatti  che non esitiamo a fornire anche qui:

Stonewall
Tower Building, York Road
London SE1 7NX

Telefono: 02075931850
Fax: 02075931877
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Arcigay
Via Don Minzoni 18
40121 Bologna

Telefono: 051643055
Fax: 0515282226
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
http://www.arcigay.it


Alessandro Di Nocera

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
Torna in alto