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Dylan Dog Color Fest 4

Dylan Dog Color Fest 4Quarto appuntamento per il neo-semestrale Color Fest, il primo della nuova incarnazione tematica che si alternerà alla ormai consueta uscita estiva.

Il volumetto si apre con la cover di un eccellente Silver, che fa il verso a quella di Claudio Villa dell’esordio della serie regolare dell’Indagatore dell’Incubo, con i personaggi della fattoria Mackenzie a fare da contraltare a Dylan Dog.
Le storie, tutte di 32 pagine, affrontano lo spirito umoristico secondo la sensibilità degli autori.

Si inizia con “Manichini” dell’affiatato duo Tito Faraci/Giorgio Cavazzano. È un viaggio divertito all’interno di una dimensione alternativa, improbabile e irreale ma proprio per questo affascinante, reso magnificamente dal disegnatore veneziano. Lo scrittore crea un divertissement sfruttando della serie sclaviana il solo titolare che, accompagnato da una svampita biondona, vive un’avventura tanto affollata quanto movimentata, sicuramente quella più in linea col tema dell’albo.
“Una situazione pesante” presenta l’esordio dylaniato del prolifico Lorenzo Bartoli accompagnato ai disegni (e ai colori) da Massimo Carnevale, protagonista di un’altra eccellente prova d’artista. Qui Dylan è alle prese con il mutamento repentino e inarrestabile del suo corpo causato da un sentimento tormentato. Tutto sommato un episodio godibile nel suo registro umoristico basato soprattutto sulla lieve rappresentazione grafica.
La terza storia è quella che abbiamo apprezzato in misura minore. Con “Morire dal ridere” Bruno Enna imbastisce un’avventura infarcita di battute e situazioni comiche non sempre esattamente originali. L’apporto di Fabio Celoni è funzionale alla sceneggiatura, ma l’agilità stilistica nella trasformazione dallo stile funny a quello realistico all’interno della vicenda è indice di grandi capacità artistiche.
L’albo si conclude con “La lettera bianca” di Giovanni Gualdoni, da pochi mesi curatore editoriale delle testate dedicate al detective di Craven Road. La storia probabilmente non era stata pensata per questa destinazione, tanto che nella narrazione nulla appare ascrivibile alla tematica di fondo. Ciò nonostante è una bella storia di solidarietà e di astrazione dalla realtà a causa di una malattia terribile. Le matite di Corrado Mastantuono, solitamente più briose, appaiono un poco mascherate dall’inchiostrazione di Stefano Intini.

Nel complesso una lettura godibile e diversificata che abbraccia diversi approcci allo humor (ma non solo), dove insieme alla pura evasione fa capolino anche qualche spunto di riflessione.
Ottimo l’allestimento editoriale voluto dall’editoriale meneghina, i colori realizzati da alcuni tra i migliori professionisti italiani (in questo numero Daniele Rudoni, Luca Bertelè, Manuela Nerolini, Fabio D’Auria e Nicola Pasquetto) rendono questa pubblicazione un ennesimo appuntamento imperdibile con il fumetto popolare d’autore.


Giovanni La Mantia

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
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