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Valter Buio 1

Valter Buio 1Dopo i vari Cornelio, Rourke e Factor-V, la Star Comics tira fuori dal suo cilindro una nuova miniserie, con protagonista un personaggio diverso dai soliti schemi editoriali italiani: uno psicanalista. O meglio, uno psicanalista per fantasmi. Perché Valter Buio non è un ciarlatano, ma una persona con il dono di poter vedere ed interagire con gli spettri. Per 90 euro a seduta aiuta a risolvere traumi inconsci dei defunti, spesso legati alla loro morte, aiutandoli nel passaggio dal nostro mondo all’aldilà.

Alessandro Bilotta è uno sceneggiatore che dimostra intuito e freschezza narrativa nell’esplorare temi già ampiamente narrati (Fantasmi e Sesto senso), arricchendoli con elementi ed atmosfere inedite. Al di là di una certa originalità del personaggio, ingredienti positivi di questa serie sono una chiara volontà di realismo ed un’ambientazione nostrana, oltre al fatto di non avere un’impronta concettuale univoca, usando invece molteplici toni narrativi. Ciò si evince dal fatto che, nonostante il protagonista (che vive e lavora a Roma) interagisca con presenze ultraterrene, le sue vicende vengono raccontate con sfumature leggere e scanzonate, alternandosi a momenti più intensi e drammatici nell’esplorare il caso del fantasma di un giovane suicida.
Classica è l’impostazione del personaggio, un po’ sopra le righe ed ancora poco esplorato, introdotto nella storia attraverso la sua nuova segretaria, la quale assume immediatamente il ruolo di suo contraltare.

La trama è abbastanza lineare, con pochi guizzi e colpi di scena, ma, nonostante qualche accentuato lirismo e qualche ingenuità narrativa (chi pagherà la parcella, ad esempio?), ha il pregio di scandire con un approccio naturale il lavoro del protagonista, con la presenza di personaggi collaterali ben delineati e dialoghi brillanti; l’inizio di una sottotrama a lungo termine, inerente una misteriosa figura sovrannaturale legata in qualche modo a Valter Buio, lega questo primo numero ai prossimi episodi, confermando una particolare attenzione dell’autore per il concetto di continuity narrativa, tipica dei fumetti americani ed ormai adottata anche dagli scrittori italiani.
Discreta, infine, la prova grafica di Sergio Gerasi, con tavole ben scandite e curate, sia per personaggi che per scenografie; registriamo, però, qualche incertezza nel ritrarre il viso aguzzo del protagonista (una via di mezzo tra Leonardo di Caprio in “Titanic” e il Joker nella Graphic Novel “The Killing Joke”), che sembra passare di volta in volta dai 20 ai 30 anni, oltre ad un marcato utilizzo di chiaroscuri ed ombreggiature che appesantiscono un po’ le vignette.


Paolo Pugliese

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
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