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Greystorm 6

Greystorm 6C’è chi comincia col botto e poi crolla passo dopo passo. E c’è anche chi arriva e si fa notare appena, ma strada facendo mette in mostra tutto il suo potenziale. Greystorm 6 è senz’altro il miglior numero della serie uscito finora. All’inizio aveva incuriosito, aveva abbozzato i personaggi, aveva impostato un minimo di storia. Ma l’aveva fatto senza il giusto mordente. A metà dell’opera, invece, la miniserie di Antonio Serra scopre i bicipiti e ce li sbatte in faccia.
 
Sempre meno eroico, sempre più deviato. Robert Greystorm cresce per età e per caratterizzazione, muovendosi deciso verso un futuro cupo, segnato da un potere ignoto e tremendo. Un salto temporale porta in avanti trama e personaggi. Una serie di flashback ricostruisce il tempo perduto e spiega cos’è successo. Un meccanismo vecchio, ma non per questo invecchiato. Serra lo sfrutta al meglio, con silenzi profondi e seguendo un ritmo narrativo che per Greystorm è qualcosa di inedito.

Perfetti i disegni di Alessandro Bignamini. Un tratto potente che non tradisce le aspettative messe sul piatto dalla copertina di Gianmauro Cozzi. Bignamini sa esaltare lo sguardo dei personaggi, siano essi spaventati, iracondi o follemente determinati. Così com’è Robert Greystorm, il protagonista che non ti aspetti in un mondo a fumetti che non sembra più avere bisogno di eroi.


Simone Celli

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
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