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Devil & Hulk 158

Devil & Hulk 158 Il piatto forte del numero 158 è il numero 500 di Daredevil e lo sconvolgenye finale de Il Ritorno del Re.
Matt Murdock e il maestro Izo in una lotta senza quartiere contro la Mano, il Gufo, Lady Bullseye e Kingpin, in corsa verso un finale destinato a mutare le vite di tutti i presenti.
Il numero 500 segna l’addio di Ed Brubaker, dopo oltre tre anni, che tira qui le fila di quasi tutte le sottotrame da lui aperte nei numeri precedenti (il rapporto tra Matt e Foggy, la relazione con Milla Donovan e la liason con Dakota North, il patto con Kingpin, il corteggiamento da parte della Mano e altre ancora) chiudendo il cerchio con un ennesimo scontro tra Devil e Kingpin, che ancora una volta arriva a sottolineare un punto di svolta nella vita del vigilante di Hell’s Kitchen. Lo era stato ai tempi degli esordi di Brubaker sulle pagine dell’uomo senza paura, tra le mura della prigione, e lo è in conclusione, con le sorti della più insolita delle alleanze e la svolta (per quanto non ci è dato saperlo) del vigilante di Hell’s Kitchen.
 Una storia dal ritmo ascendente intramezzata da brevi flashback che spiegano i piani del maestro Izo e danno un senso profondo al personaggio, in corsa verso le frenetiche ultime battute e una chiusura che lascerà di sicuro molti punti interrogativi, primo tra tutti se il successore di Brian Bendis al trono del diavolo rosso, Andy  Diggle, sia in grado di prendere in mano le redini della serie mantenendone il livello.
La parte grafica è quella a cui ci si è abituati nel corso degli anni, essenziale e fortemente incentrata su un impianto chiaroscurale dalla forte complementarietà narrativa.

Per quanto ben realizzato sia l'ultimo capitolo della saga di Brubaker, tuttavia, non riesce a reggere da solo il peso di quello che segue.
Nelle pagine immediatamente successive troviamo la seconda parte di All new Savage She-Hulk (di Fred Van Lente, Peter Vale e Michael Ryan); nel presente Peter Vale ci mostra l’incontro/scontro Jen Walters e Lyra, alla ricerca dell’eroe più potente contro cui potersi confrontare; alternativamente le matite di Michael Ryan ritraggono i flashback dal passato della protagonista su Terra 8009, in cui infuria una superlotta tra sessi, muovendosi – ma senza ancora svelarla – verso la motivazione del viaggio di Lyra. Se si eccettua la parte centrale finalizzata a spiegare quel che succede, è decisamente un blockbuster: dialoghi sopra le righe (perlomeno nelle scene ambientate su Terra 616), scazzottate dall’inizio alla fine e una chiusa che lascia presagire, per il prossimo numero, solo un intensificarsi del volume di fuoco. Per essere la seconda parte di questa miniserie (in quattro parti) non ha niente di straordinario.

Chiudono l’albo due storie ipotetiche di Hulk tratte da Hulk: Broken Worlds 2. La prima, ambientata nel 1602 in Cina, mostra l’ascesa di Hulk grigio, dalla fuga al potere totale, passando per una baruffa con Fing Fang Foom; una storia senza pretese, sia graficamente che narrativamente, e dalla struttura classica, ma quantomeno, nella sua semplicità, piacevole da leggere, cosa che non si può esattamente dire di quella seguente. Troppo Tardi (di Steve Scott e Juan Santacruz) racconta della fuga di Bruce Banner dal campo di internamento per mutanti in cui lavora coattamente come medico; otto pagine dallo scarso peso che, probabilmente, stanno nell’albo giusto per riempire spazio.


Alfredo Goffredi
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