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Batman: Lo Schedario Nero

Batman: Lo Schedario NeroNegli ultimi mesi, in Italia, sotto le insegne di Batman R.I.P. abbiamo assistito all'ennesima rivoluzione della continuity batmaniana grazie all'opera di Grant Morrison. Le novità introdotte da questo arco narrativo, ben più sostanziali dell'evento sconvolgente (e passeggero) visto sulle pagine di Crisi Finale, hanno riguardato aspetti di fondo della storia e del concetto di Batman, realizzando un riuscito gioco di intrecci tra la vicenda biografica e quella editoriale del personaggio. Morrison ha infatti recuperato e inserito nell'attuale continuity elementi del Batman pre-Crisi sulle Terre Infinite, spingendosi a riconsiderare nella vita dell'Uomo Pipistrello anche quelle storie che, soprattutto negli anni '50, si caratterizzavano per una vena particolarmente fantasiosa. E proprio accostando elementi tanto dissonanti rispetto all'attuale declinazione realistica di Batman, lo scrittore scozzese è riuscito a dipingere un potente squarcio sulla dimensione profonda del Cavaliere Oscuro.

Quasi come un compendio alla lettura di Batman R.I.P., Planeta DeAgostini ha riproposto anche in Italia queste vecchie storie, raccogliendole nel cosiddetto Schedario Nero di Batman, contenente i casi più "inspiegabili" della sua lunga carriera.
Come accennato, il volume contiene una selezione di storie degli anni '50 e dei primi '60. In quel periodo la DC di Julius Schwartz privilegiava toni leggeri e tematiche fantascientifiche, e anche queste storie non fanno eccezione. La cifra costante degli episodi presentati, in buona parte scritti da Bill Finger e illustrati da Sheldon Moldoff, è costituita da brevi avventure in cui Batman e Robin si trovano a risolvere i casi più disparati e coloriti, in una girandola di intuizioni fulminee e azione. Nelle ambientazioni più varie e strampalate, vanno in scena storie che davvero sembrano avere poco a che fare con il Batman oscuro e urbano cui ci abituano le storie odierne. Stesso discorso per il tipo di narrazione, veloce e serrata, nonché per i disegni, che con lo stile classico e "canonizzato" di Moldoff restituiscono un'atmosfera d'innocenza da tempo assente nelle storie del Cavaliere Oscuro.

Ma a prescindere dalla nostalgia che queste storie possono suscitare nei vecchi lettori, o dal disagio che può provare l'appassionato più modernista, l'interesse per questo volume si segnala proprio nel raffronto con la vicenda inscenata da Morrison. È in questo accostamento che, oltre a concretizzarsi alcuni elementi apparsi in Batman R.I.P., è possibile leggere in modo dinamico la storia dell'Uomo Pipistrello e trarre linfa da ogni sfaccettatura del suo pluridecennale sviluppo editoriale (come di recente sottolineato anche da Neil Gaiman).
Lo Schedario Nero, in sé, presenta di fatto storie carine, da molti punti di vista anche gustose, ma che lette alla luce delle ultime vicende di Batman vanno a costituire un inaspettato tassello fondamentale per continuare a scavare nell'essenza del personaggio.
Non che le nuove storie siano incomprensibili senza le vecchie (né tanto meno viceversa), ma la lettura contestuale delle une e delle altre giova in qualche modo al loro pieno godimento.

Alla piacevolezza del volume, infine, contribuisce anche il suo formato editoriale, in particolare per quanto riguarda la scelta della carta, adatta a valorizzare il tipo di tavole e di colorazione. Unica pecca, la mancanza delle copertine originali.


Valerio Coppola
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