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Iron Fist 3

Iron Fist vol.3 – Le 7 Capitali del ParadisoCon la serie Iron Fist (o meglio The Immortal Iron Fist), la coppia Ed Brubaker e Matt Fraction ha conseguito un duplice obiettivo: rendere intrigante un personaggio legato alla moda dei film di arti marziali esplosa negli anni ’70 il quale, da molto tempo, aveva smarrito il suo appeal, realizzando al tempo stesso uno dei migliori titoli dal punto di vista narrativo prodotti recentemente dalla Marvel Comics.

Le qualità di questo fumetto emergono da diversi fattori: il principale è la reinterpretazione del suo protagonista, un personaggio datato e quasi pacchiano che, tenendo conto dei suoi principali elementi caratterizzanti, viene rinnovato con particolari inediti che gli conferiscono maggiore spessore e credibilità.
Daniel Rand/Iron Fist viene rimodellato con cura certosina e presentato al pubblico come character più riflessivo e consapevole del proprio destino, rivelando nuove capacità e dividendosi tra i vari aspetti della sua vita: supereroe, guerriero ed erede di un gigantesco gruppo industriale. Tre lati esistenziali molto lontani e differenti l’uno dall’altro che occupano altrettante linee narrative e che, in questo terzo volume, confluiscono in un unico corpus destinato ad aprire un nuovo percorso evolutivo del personaggio: alle prese con una cospirazione del gruppo terroristico Hydra, dubbi esistenziali, misteri dal passato e contemporaneamente un millenario torneo di combattimenti mortali.
Gli sceneggiatori indagano con creatività ed equilibrio sulla dicotomia di questo eroe, sospeso tra due mondi come l’occidente moderno/capitalistico e l’oriente tradizionale/spirituale, ai quali appartiene in ugual modo. Una duplicità interessante, utilizzata da altri autori solo come semplice incipit esotico, che invece Brubaker e Fraction sfruttano coerentemente per imbastire una storia ricca di sbocchi inerente sia la dimensione glamour di giustiziere mascherato a New York sia quella di guerriero predestinato della città segreta di K’un-Lun.

Sul fronte della trama si ravvisa, quindi, un altro importante fattore qualitativo: la struttura della serie è una scaletta di eventi perfettamente incastrati tra loro, tra presente e passato, la cui esposizione aggiorna ed amplia il background di Iron Fist con una serie di sviluppi appartenenti a due ordini precisi di idee; il primo è la rivelazione che Daniel Rand è solo l’ultimo in ordine di tempo di una stirpe di guerrieri chiamati Iron Fist e, grazie a vari episodi flashback, ci viene svelato il passato di alcuni di loro, arricchendo la trama principale e svelando inquietanti legami con il protagonista stesso.
Il secondo incipit è l’inserimento di elementi mistici ed un’introspezione fantasy dai sapori orientali inerente tanto l'eroe quanto l’ambientazione dell’antica K’un-Lun: la misteriosa città segreta in Tibet, che ha trasformato Daniel Rand nel suo guerriero più potente, viene descritta come una favolosa dimora ancestrale, focalizzata con maggiore attenzione e dettagli rispetto al passato, ed evoluta nel suo status quo grazie all’inserimento di nuovi personaggi (le Armi Immortali), concetti (le Sette Città del Paradiso) e sviluppi (una rivolta civile).

Tutto ciò rende Iron Fist un fumetto in grado di superare gli schemi prettamente supereroistici, trovando una propria strada con un impianto espositivo ricco e raffinato, costruito con molto equilibrio e con un'alternanza di disegnatori ospiti assolutamente all'altezza di una serie così impegnativa.


Paolo Pugliese
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