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Wolverine: Vecchio Logan

Wolverino: Vecchio Logan - 231-237In un futuro dove quasi tutti gli eroi conosciuti sono morti e l’America è in mano ai supercriminali ed i loro discendenti, Wolverine è ancora vivo, ma è un uomo diverso da quello che conosciamo. Stanco, anziano, segnato da un’immane tragedia che ha colpito gli X-Men, Logan ha deciso di non combattere più né tantomeno di sfoderare i suoi artigli. Pressato dai debiti con gente pericolosa ed arrogante (i figli di Hulk), per mantenere la famiglia accetta di accompagnare l’ex-Occhio di Falco, Clint Barton, in un viaggio da costa a costa per una consegna illegale.
Questa è la sinossi di Vecchio Logan, la saga in 7 parti pubblicata sui numeri 231-236 del mensile Wolverine con la quale Mark Millar e David McNiven ci forniscono un quadro apocalittico ed impietoso del mondo Marvel del futuro.

Lo sceneggiatore di Ultimates e Wanted rinuncia al suo gigantismo narrativo in favore di una prosa asciutta e tagliente, segnata da un timbro crepuscolare ed impietoso, sia negli sviluppi che nello stravolgimento di personaggi ed archetipi della continuity Marvel. La trama è una sorta di western on the road, costituito da tappe lungo le quali Logan e Clint incontrano ciò che resta dell’eredità Marvel, costituita da una serie di crudeli alterazioni tramite le quali Millar propone ai lettori un rincorrersi continuo di citazioni, giocando con la storia della Casa delle Idee: ad esempio, la Ragno-Mobile su cui viaggiano i protagonisti, oppure i predoni motorizzati/Ghost Rider, il robot domestico Ultron, il martello di Thor venerato come icona religiosa, i dinosauri della Terra Selvaggia infettati da Venom oppure la strada che attraversa lo scheletro di Giant-Man...
Millar è bravo a suggerire un senso di profonda caducità man mano che il viaggio prosegue, svelando progressivamente il destino degli X-Men e le cause alla base della trasformazione di Logan: un colpo di scena abbastanza efferato, la cui rivelazione porta il protagonista a riappropriarsi della propria identità nel crudo contro-finale di questa saga, purtroppo, sospesa a causa di un ritardo nelle uscite americane dell’ultimo numero.

Nonostante Vecchio Logan risulti divertente e ben disegnata, questa run appare fin da subito una lettura abbastanza leggera e gratuita nei suoi incipit principali, costituiti unicamente dalle alterazioni proposte da Millar e dal mistero del passato di Wolverine, sul quale si rivelano di volta in volta pochi e sapienti scorci. Eliminati questi due fattori, la trama rivela basi narrative molto fragili e convenzionali, affidandosi per i suoi sviluppi quasi unicamente alla presenza di citazioni/rielaborazioni di cui sopra: e se alcune sono particolarmente intriganti ed offrono materiale per sequenze e dialoghi convincenti (gli uomini-Talpa cannibali e mai così pericolosi, oppure una glaciale Emma Frost sposa di Von Doom), altre sono quanto mai forzate (la cecità di Occhio di Falco, la nuova Spider-Girl, il Teschio Rosso/Capitan America) e sembrano artifici per allungare il brodo e fare “colore”.
Attendendone la conclusione, che verrà pubblicata a breve in Italia (su Wolverine in uscita questo mese), segnaliamo l’ottima e ricercata prova grafica di McNiven, che ci consegna un Logan stravolto e convincente in un mondo la cui desolazione ha precise connotazioni da western post-industriale.


Paolo Pugliese
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