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Ultimates 41-43

Alla fine della terza serie di Ultimates, Magneto grida vendetta per la morte dei propri due figli Wanda e Quicksilver. Ritenendo gli Ultimates interi responsabili, decide di portare a compimento un apocalittico piano pensato anni prima. Inverte così i poli magnetici della Terra scatenando immani disastri e la morte immediata di sei miliardi di persone, tra le quali numerosi supereroi.
L’universo Ultimate intero reagisce alla minaccia con violenza e la lotta è quanto di più cruento si sia mai visto sulle pagine di un fumetto Marvel, linea Max inclusa. In questi tre numeri si sviluppa la serie Ultimatum che pone fine alla prima era dell’Ultimate Universe.

Se avete letto i primi capitoli della terza serie di Ultimates, scritta da Jeph Loeb e disegnata da Joe Madueira, purtroppo dobbiamo dirvi che qui la qualità non cambia eccezion fatta per i disegni di Finch. Alla fine di Ultimates 43 l’impressione è una sola: la fine dell’UU non è avvenuta con Ultimatum, ma con l’ingaggio di Loeb come sceneggiatore principale.

Non contento di avere rovinato la migliore e più innovativa serie di questo rinnovato universo Marvel, con Ultimatum dà il colpo di grazia anche alle serie parallele Ultimate X-Men, Ultimate Fantastic Four e Ultimate Spider-Man. Personaggi mandati al mattatoio, caratteri costruiti in migliaia di pagine stravolti in due vignette per amore della spettacolarità e violenza mai così gratuita e fuori luogo.

Una volta le morti nel Marvel Universe erano rare e piene di pathos. Sia Bendis sia Millar ci hanno fatto vedere con maestria come cambiare le carte in tavola e stupire il lettore con un universo sì nuovo in quanto a trame ma ricco dei personaggi Marvel classici, dei quali non si può tradire la caratterizzazione. Loeb deve aver perso qualche lezione ed essere stato posseduto da deliri di onnipotenza per pensare di poter sconvolgere i lettori uccidendo gratuitamente i pezzi da novanta che sarebbero altresì intoccabili nell’universo Marvel classico. O meglio, il lettore ne esce si sconvolto… ma per altri motivi. A lettura ultimata saranno scontenti sia i lettori di vecchia data, che quelli da poco acquisiti.

Loeb, insomma, fallisce in piena regola.
La trama di Ultimatum è approssimativa, a volerle fare un complimento; ovunque si annidano soluzioni narrative illogiche e i numerosi colpi di scena sono o telefonati o sprecati perché non preparati a dovere o senza senso.
David Finch, per fortuna, incanta e solleva con i propri disegni una storia che, senza la sua arte, sarebbe pura spazzatura. Verso la fine però anche lui sembra non farcela più e alcune vignette sono confuse e sembrano fatte in fretta.

Se comunque cercate un buon motivo per comprare questi albi, beh non ne troverete altro se non i disegni di Finch.

E questo è il problema con il Jeph Loeb attuale; se lo si confronta con l’autore del Batman de “Il lungo Halloween” e “Vittoria oscura” o della trilogia dei colori Hulk: Grey, Devil: Yellow e Spider-Man: Blue, si capisce che qualcosa si è spezzato. Negli ultimi anni le storie di Loeb sono povere e si salvano solo grazie ai disegnatori sempre più famosi che lo affiancano. A cosa sia dovuto tale declino lavorativo non sta a noi dirlo, ma siccome terrà le redini dei New Ultimates, con Frank Cho ai disegni, la formula brutta storia/bei disegni, probabilmente si ripeterà. Fortunatamente tornerà anche Mark Millar, mentre Brian Bendis su Ultimate Comics: Spider-Man è una garanzia.

Forse, almeno con loro, riusciremo a leggere ancora storie che possono definirsi tali.


Cris Tridello
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