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La Legione dei Mostri

La Legione dei MostriNon sono molti a sapere che i mostri dello spazio ed i personaggi dell’orrore approdarono in casa Marvel molto prima degli anni ‘ 60 e dei suoi supereroi. Quando poi nel successivo decennio, il cinema e la letteratura horror tornarono di moda, queste figure riapparvero principalmente come nemici dei protagonisti sulle varie testate, conquistandone di proprie e addirittura affermandosi come eroi atipici quali Ghost Rider. Il motociclista maledetto esordì nel 1972 e sempre nello stesso anno, fino al 1979 uscirono i settanta indimenticabili numeri di The Tomb of Dracula scritti da Marv Wolfman e disegnati da un superbo Gene Colan.
Nel 1975 venne pubblicato il primo e unico numero di Legion of Monsters che raccoglieva il meglio dei personaggi del terrore Marvel.
Solo nel 2007 la Casa delle Idee ha concesso il bis con una serie di albi raccolti in questo volume, insieme all’episodio #28 di Marvel Premiere firmato Bill Mantlo e Frank Robbins, un racconto piacevole e divertente anche se semplice e datato, che sancì nel 1976 l’entrata ufficiale dei mostri nell’Universo Marvel.

Gli otto nuovi racconti sono il risultato dello sforzo di scrittori e disegnatori affermati o di giovani talenti che hanno già lasciato il segno nel mondo dei comics d’oltreoceano. Il volume è nel complesso molto godibile e caratterizzato da una qualità e una ricerca stilistica nelle tavole davvero apprezzabile.
La prima tetrade può essere accomunata dallo spirito che unisce le quattro brevi storie e che offre una diversa prospettiva sui mostri, tutt’altro che nuova per i lettori di Dylan Dog abituati alla peculiare chiave di lettura di Tiziano Sclavi, maestro nel ribaltare male e bene, normalità e mostruosità.
Così in Ragazza di paese di Mike Carey (Lucifer e X-Men: Legacy) e Greg Land (Uncanny X-Men) ritroviamo Licantropus alle prese con una banda di fanatici, sterminatori di lupi mannari, mentre in Essere un mostro scritto e disegnato da Skottie Young (New X-Men), è il Mostro di Frankenstein il protagonista di una storia cupa e atroce, espressa magnificamente nelle tavole da Young, in cui religione, scienza e orrore si mescolano e soprattutto confondono con esito inquietante.
Un fiore in suolo estraneo di Charlie Huston (Moon Knight) e Klaus Janson (inchiostratore per Frank Miller sul primo ciclo di Dardevil e su Batman: The Dark Knight Returns) e Amore all’obitorio scritto e disegnato da Ted McKeever, autore completo e veterano del genere, sono forse le due storie più vicine all’Indagatore dell’Incubo. Nella prima, l’Uomo Cosa è addirittura vittima di una agghiacciante congrega formata da alcuni abitanti di un’apparentemente tranquilla cittadina della Florida.
Nel secondo uno spaesato e confuso zombie fugge dall’obitorio per una deludente passeggiata metropolitana che lo riporterà al luogo di partenza ma con una piacevole sorpresa.

Emivita di Brendan Cahill e Michael Gaydos (Alias e The Pulse di Brian M. Bendis) è il racconto più originale del volume e propone un vampiro Morbius alquanto differente da quello conosciuto su The Amazing Spider-Man. Un racconto crudo e toccante che accosta la dipendenza dalla droga di un gruppo di tossici a quella dal sangue del protagonista, con un messaggio finale forte e al contempo privo di ogni retorica. Splendide le tavole patinate, dall’effetto pastello di Gaydos, capace di una forza espressiva quasi palpabile.
Guerra di Vampiri di C.B. Cebulski (Astonishing X-Men, X-Infernus) e David Finch (Ultimatum) e Satana e il pentagramma elettrico scritto dal giovane talento Jonathan Hickman (Dark Reign: Fantastic Four) e da Robin Furth (collaboratore di Stephen King e autore di alcuni episodi di The Dark Tower) e disegnato da Kalman Andrasofszky (noto soprattutto agli appassionati di giochi di ruolo, illustratore di Dungeons & Dragons e Star Wars), rappresentano i due episodi più frivoli e commerciali, ma tutt’altro che spiacevoli, soprattutto per le forme prorompenti delle protagoniste; Lilith nel primo, alle prese con l’ennesimo scontro mortale contro il padre Dracula e Satana nel secondo, in una divertente storia in cui la provocante diavolessa viene catturata in un pentagramma magico.
L’ultimo racconto è una vera e propria chicca, scritta e rappresentata ancora da Jonathan Hickman: Il mietitore di anime, una rivisitazione suggestiva delle origini di N'Kantu, la Mummia Vivente, è un fumetto erudito, fuori dagli schemi, un vero saggio artistico.


Francesco Borgoglio
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