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Ghost Box - X-Men Deluxe

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L’annunciato, atteso, nuovo ciclo di Astonishing X-Men firmato Warren Ellis e Simone Bianchi, pare abbia fatto centro.
Lo story-arc di sei numeri "Ghost Box" è stato pubblicato in Italia su X-Men Deluxe numeri 169-170 e 173-175, con un buco di 2 uscite causato dai ritardi delle uscite americane.
Il progetto per i due artisti era oneroso, soprattutto per l’artista toscano che, in occasione dell’uscita negli States, rilasciò un'intervista esclusiva a Comicus. Il suo compito era infatti quello di un restyling di immagine deciso e molto libero, senza stravolgere i personaggi naturalmente, del nuovo gruppo assemblato da Ellis. Un ritocco che avrebbe avuto effetti e validità sulla testata ammiraglia Uncanny X-Men e su tutte le altre.
Il risultato si può vedere nelle magnifiche tavole della run.
Il nuovo look di Wolverine e compagni è classico e personale al tempo stesso. Gli interventi su alcune icone  come Ciclope o Logan sono stati minimi mentre Bestia è stato interpretato in modo davvero vivace ed incisivo; le figure maschili, potenti ed atletiche hanno la “X” sul cuore mentre quelle femminili al centro, nel petto. Hisako è una deliziosa ragazzina, Emma Frost una conturbante, algida bellezza, ma Tempesta su tutti sfoggia una mise nuova di zecca e, nonostante pareri contrastanti, la sua immagine è superba. Il lavoro di Bianchi è nel complesso encomiabile, anche se magari ci sarebbe piaciuto una Regina Bianca ancora più sexy, american-puritan permettendo.

Il dialogo tra il disegnatore italiano e l’introverso scrittore inglese anche se difficile, come abbiamo appreso da Simone, ha fruttato tuttavia un felice risalutato e le figure rispecchiano al meglio il carattere che Ellis e Bianchi hanno voluto imprimere loro.
Questa rivisitazione, infatti, non ha riguardato solo l’aspetto fisico. L’autore ha reinterpretato i personaggi cercando di valorizzarne al meglio ciascun carattere con il suo personalissimo talento. Così, se il primo episodio è dedicato all’introduzione di ruoli e protagonisti, col secondo si entra in piena azione.
La squadra composta da Ciclope, Emma Frost, Bestia, Tempesta, Wolverine e la giovane Hisako, che ha trovato in San Francisco una seconda casa (come si è letto in Gli Incredibili X-Men #225) collabora ora con le forze dell’ordine cittadine e viene interpellata per uno strano omicidio che sembra coinvolgere un assassino pirocineta, dei “triploidi” (ovvero mutanti costruiti in laboratorio e dotati di un terzo set artificiale di cromosomi con gene X) ed un singolare cimitero di astronavi sulla terra, la mefitica e radioattiva Chaparanga. Qui si viene a sapere che il ricercato, il fantomatico Soggetto X, è in realtà un mutante ma con il gene X su di un diverso cromosoma. Henry McCoy capisce di trovarsi di fronte ad esseri di un’altra dimensione, sospetto che viene confermato dal ritrovamento a Chaparanga di un misterioso cubo iper-teconolgico, una ghost box appunto, in grado di mettere in comunicazione universi paralleli. La scena si sposta a Tian, un luogo fantastico, una volta abitato da mutanti cinesi ora tutti deceduti. Gli X-Men si trovano a fronteggiare esseri mostruosi, dietro i quali si nasconde una vecchia conoscenza: Forge. La minaccia si annuncia in realtà una catastrofe: la Terra rischia di divenire il luogo di battaglia e di invasione di creature provenienti da altre dimensioni. L’incontro con l’ingegnere mutante che si è rifugiato sul monte Wundagore, un tempo  dimora dell’Alto Evoluzionario, riserverà a Ciclope ed alla sua squadra una sorpresa ed un finale molto amaro.

Il racconto procede spedito, costellato di colpi di scena e di dialoghi dalle battute a volte irresistibili, in cui emerge la peculiarità di ogni personaggio.
Le tavole del talento italiano sono straordinarie, capaci di esprimere dinamicità, energia e potenza, ma anche una classe raffinata, plasmate in intelligenti giochi geometrici che ne accrescono la plasticità, per una qualità complessiva che si trova di rado oggigiorno negli albi americani.
Ci voleva, d’altra parte, lo stile di Warren Ellis per non farci dimenticare trama e dialoghi mentre ammiravamo le tavole: il suo sarcasmo e la sua ironia sono tra le sue armi migliori e figure come quella di Wolverine sono pane per i denti di Ellis, ma sono Tempesta e Ciclope a stupire per la loro freschezza e personalità.
I meccanismi narrativi ed il coinvolgimento della trama non sono quelli del suo ultimo eccellente lavoro, i Thunderbolts, ma il risultato finale è godibile ed avvincente. 
Gli X-Men si dimostrano una grande e variegata famiglia, anche senza Xavier, questo è il messaggio più positivo e vincente di Ellis. 
Ciclope viene rappresentato sempre più come leader cinico e pragmatico, in contrasto con la sensibilità di Bestia ed appaiono i primi dissapori con Emma Frost che si acuiranno in futuro. L’azione e la continuity sono il filo portante della narrazione ma la complicità, l’affetto ed i piccoli screzi quotidiani sono gli aspetti che più ci piacciono della gestione Ellis.


Francesco Borgoglio
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