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Incognito 1

Incognito 1Ed Brubaker e Sean Phillips possono ormai essere considerati alla stregua di quelle coppie di artisti che, quando operano in sinergia, vengono come a costituire un nuovo e originale soggetto artistico, peculiare e riconoscibile. I due hanno ormai instaurato un'affinità linguistica che, a prescindere dal tenore dell'opera, rende l'uno il complemento espressivo dell'altro, portando a considerare quei testi e quei disegni come l'associazione naturale e quasi scontata per raccontare la precisa storia che va in scena.
Anche in Incognito, ultimo lavoro in ordine di tempo del duo, questo meccanismo ormai oliato entra in funzione, generando una storia che alla fine non manda delusi il pregiudizio positivo e le alte aspettative che era lecito avere in partenza.

Incognito mantiene le atmosfere buie e noir già tipiche di Criminal, ma vira con decisione dai suoi toni realistici e "da strada", presentando invece una storia dal sapore spionistico e supereroistico, seppure in maniera piuttosto particolare. Al centro della vicenda è Zack Sterminio, un ex supercriminale privato dei propri poteri e incasellato in una vita anonima all'interno di un programma di protezione testimoni; il tutto al centro di una lotta tra un'agenzia governativa e un sindacato di criminali post-umani. Ma la nuova vita va stretta a Zack, che in preda a una sorta di incoscienza deciderà di dare libero sfogo ai propri istinti. Fino a dare fuoco alla polveriera e a dover fare i conti con il proprio passato, non senza qualche sorpresa.

Seguendo il rovescio di alcune idee utilizzate in Wanted da Mark Millar, Zack si ritrova in un primo tempo gettato in una vita lenta e piatta, dopo aver sperimentato per anni una potenza che era prima di tutto libertà, senza regole inutili e soffocanti, e con la possibilità di essere e avere qualcosa di più rispetto a un ruolo ritagliato negli schemi del sistema sociale. In quello schema sociale, invece, Zack ci si è trovato incatenato dopo la fine della propria carriera criminale, ma per uno che ha visto la società da fuori (e da sopra), tutto ora appare come un affannarsi stupido e ridicolo, portando a un nichilismo molto familiare all'età moderna. E proprio per questo, alla prima occasione, Zack tenterà di evadere dalla sua deprimente vita da "pezzo della macchina".

Se si guarda alla costruzione della storia, è evidente come Brubaker recuperi elementi tutt'altro che originali, per altro già usati in abbondanza proprio da lui in altri suoi lavori (anche i più mainstream). Dal protagonista cinico ma con un forte senso morale tutto suo, al tema del passato che torna sempre a tormentare, dell'eredità che diventa nemesi: il non poter sfuggire alla propria storia, se non affrontandola a viso aperto in cerca di riscatto. È un po' la filosofia dell'eroismo tipica di Brubaker. Ma nonostante questa reiterazione tematica, Incognito risulta tutt'altro che ripetitivo, grazie a una storia ben congegnata che mantiene sempre alto il livello della tensione e presenta continui punti di svolta e qualche colpo di scena (anche se a tratti prevedibile).

Sul fronte grafico, le tavole di Sean Phillips sono un piacere per gli occhi. La struttura leggera (favorita non poco dalle vignette senza contorni) è accompagnata da uno stile fatto di tratto nitido e chine sporche e pesanti. Un ruolo non marginale è giocato dai colori, con una tavolozza di pastelli mai sgargianti, ma che sanno accendersi quando la narrazione lo richiede. La costruzione della pagina segue una gabbia abbastanza regolare, mentre la rappresentazione del "fantastico" crea un effetto ancor più meravigliante in ragione di uno stile illustrativo comunque realistico.


Valerio Coppola
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