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Boy Rocket

Boy RocketBoy ha una missione: ogni tanto deve salvare il mondo. E va detto che Boy il suo lavoro lo sa fare, e lo fa con molta serietà: segue tutte le regole e rispetta il rituale. D'altra parte, Boy è un eletto, e questo si evince anche dalla sua storia e dalla sua ascendenza. Il ragazzo è anche in contatto telepatico-psicotico con svariate divinità, come Giulio Cesare, Henry Ford e Adolf Hitler.
Comunque, per inciso, Boy salva il mondo ammazzando della gente un po' a caso. Ma è un rito sacrificale, il che è sempre stato cosa giusta, nella storia umana.

Di sicuro, oltre a un primo strato di divertissement, Boy Rocket è una storia che vuole farsi interpretare e capire. Forse troppo, e questo è un problema. Non tanto per la storia in sé: nel suo essere del tutto sconclusionata, riesce a mantenere una sorta di strana coerenza interna, dovuta a una trama che, nonostante le "interferenze", fila e si risolve, seppur rimanendo aperta a una seconda parte. Ma il problema nasce proprio da queste "interferenze"; che poi tali non sono, facendo invece parte a pieno titolo dell'insieme: la vicenda è infarcita di spunti filosofici, storico-culturali, religiosi e psicanalitici. Tanti, troppi, e troppo espliciti. Il lettore medio non riesce a star dietro a tutte le citazioni, ha bisogno di un bagaglio culturale considerevole, senza il quale non è possibile neanche il godimento della storia a un livello più leggero.

Boy Rocket si dimostra allora un'opera rivolta a un pubblico molto scelto e paziente, che sia capace di ricostruire tutti gli intrecci tematici presenti. Ma nella maniera più assoluta non sa (o forse non vuole proprio) essere una lettura accessibile al cosiddetto grande pubblico, vorticando in un'autoreferenzialità a tratti vertiginosa.
Mimì Colucci imbastisce una storia che, come si diceva, almeno nella trama risulta abbastanza semplice. I già citati contenuti ermetici sono veicolati da testi dal linguaggio paradossalmente quotidiano, mentre la narrazione si esprime in toni surreali e non di rado onirici. Proprio questa atmosfera trova poi il suo perfetto complemento nei disegni di Massimo Giacon, dettagliati e cartooneschi, e capaci di fondere senza stonate forzature la normalità con l'immaginifico.

Di buona qualità l'edizione del volume, che oltre al buon livello di carta e stampa vanta una veste grafica semplice e accattivante.


Valerio Coppola
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