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Greystorm 1

Si presenta in edicola in un’elegante veste grafica, a cura di Gianmauro Cozzi, la settima miniserie della “nuova era” Bonelli: Greystorm, ideata da Antonio Serra, uno dei tre papà del celeberrimo Nathan Never, e (graficamente) dal già citato Gianmauro Cozzi, autore anche delle cover.

Nell’anno che i lettori trascorreranno con la nuova creatura dell’editore di via Buonarroti faremo la conoscenza dell’inglese Robert Greystorm, visionario inventore di fine 19° secolo, in un contesto narrativo che evoca (dichiaratamente) quello dello scrittore fantascientifico francese Jules Verne.
Insieme al suo compagno Jason Howard, Robert condivide il sogno di costruire una macchina volante che li porterà a sorvolare l’inesplorato Polo Sud.
In questo primo numero incontreremo i protagonisti ancora giovani, al tempo del college. Robert, orfano di ricca famiglia, attende la maggiore età per gestire appieno il patrimonio ereditato in modo da finanziare le sue invenzioni. Invenzioni che occupano la maggior parte del suo tempo facendogli spesso trascurare le lezioni al college: grazie al suo genio, però, porterà a termine gli studi con un punteggio addirittura superiore rispetto al suo amico Jason, più dedito ai doveri e meno scapestrato.

“Grandi progetti”, primo dei dodici numeri di Greystorm, rappresenta una partenza lenta per la serie e l’esordio altro non è che introduttivo all’intera vicenda. Probabilmente, se consideriamo l’intero progetto come un unico grande romanzo, quest’aspetto non dovrebbe affatto stupire, ma di sicuro da un primo numero ci si aspetta un po’ di mordente in più e maggiori elementi in grado di stimolare la curiosità dei lettori.
D’altro canto, “Grandi progetti” è bilanciato da una lettura agevole che fila senza intoppi, grazie a una sceneggiatura piacevole e lineare.
Il protagonista, carismatico e “bastardo”, risulta interessante e, insieme a un’ambientazione e un incipit stimolante, spinge il lettore ad affezionarsi alla vicenda e voler comprare almeno il numero successivo scritto da Stefano Vietti (che insieme ad Alberto Ostini accompagnerà Serra ai testi in quest’avventura). Vedremo, successivamente, come questa scelta influenzerà l’uniformità della serie che si preannuncia intrisa di continuity.

L’esordio di Greystorm può dirsi, infine, positivo, merito da attribuire anche al lavoro di Simona Denna (matite) e Francesca Palomba (chine) che realizzano tavole dettagliate con un tratto moderno e pulito che ben si adatta alle atmosfere evocate da Serra e che contribuiscono a rendere piacevole la lettura.
È ancora presto per poter dare un giudizio sulla serie, bisognerà attendere almeno qualche altro numero, ma di certo “Grandi progetti” non lascia il lettore con l’amaro in bocca e dà avvio ad una vicenda che si spera possa prendere (metaforicamente) il volo nei numeri successivi.


Gennaro Costanzo
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