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John Doe 77

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John Doe 77Dopo più di sei anni di vita editoriale giungono al termine le avventure di John Doe. Prima alle dipendenze della Morte, in seguito incarnazione stessa della mietitrice, poi vagabondo senza memoria alla ricerca di Dio, ora il ragazzaccio ideato da Roberto Recchioni e Lorenzo Bartoli è diventato una vera e propria divinità alle prese con la costruzione di un suo personale mondo. Da qualche numero John Doe era proprio alle prese con il processo creazionista di un dio, in una storyline che si sarebbe sviluppata nel resto della serie fino al suo naturale finale. La testata è stata però interrotta bruscamente e con essa anche le vicende della quarta stagione di John Doe sono state troncate sul nascere.

Il settantasettesimo numero di JD parte come un episodio nella media, con una trama metafisica che prosegue quanto visto nel ciclo iniziato pochi numeri fa, senza risparmiare le classiche citazioni e i riferimenti ad elementi della cultura pop che hanno costellato l'intera serie. Poi improvvisamente, così come la notizia della chiusura del mensile ha travolto gli autori, il lavoro di John Doe viene interrotto dalle Alte Sfere. Un'entità superiore non ben definita che dall'alto del suo potere superiore giudica l'operato del nuovo dio e lo blocca senza troppe spiegazioni. Ed è qui che la narrazione diventa davvero interessante, perché il lettore comprende che la situazione di squilibrio e pericolo in cui si trova il protagonista è la stessa nella quale si sono trovati gli autori, in una parabola metafumettistica nella quale si fondono quella che doveva essere la trama standard di questo numero e il finale della serie, scritto forzatamente in poco tempo per sopperire a un'emergenza editoriale. L'atteggiamento strafottente di John Doe nei confronti delle Alte Sfere è uno schiaffo in faccia abbastanza palese alla scelta che la casa editrice ha compiuto nei confronti del personaggio, un modo per uscire di scena con stile, affascinante anche dal punto di vista narrativo. Rimane un certo malumore per come la trama principale sia stata risolta in modo frettoloso e senza sviluppare a dovere i semi che erano stati piantati all'inizio di questa nuova stagione, ma è un difetto che sicuramente non è da imputare agli sceneggiatori della serie.
Il tratto deciso di Andrea Gadaldi, salito a bordo del carrozzone John Doe appena in tempo per l'ultimo numero, riesce ad essere efficace e si adatta alle esigenze specifiche di questa storia, in particolare per un paio di splash page davvero d'impatto e alcune tavole estremamente espressive.

Toccanti le parole scritte da Roberto Recchioni e Lorenzo Bartoli in seconda e in terza di copertina, un accorato messaggio di ringraziamento ai compagni di viaggio (lettori e autori) nel corso di questa lunga scorribanda fumettistica che è riuscita a portare una boccata d'aria fresca nel panorama editoriale italiano.


Carlo Alberto "Deboroh" Montori
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