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Classe di Ferro 1-20

Classe di Ferro 1-20Penalizzato sia da un titolo un po' anonimo, sia dal sovraffollamento di serie giapponesi pubblicate in Italia, Classe di Ferro è un manga spassoso ed irriverente che non merita di passare inosservato, grazie ai testi e disegni di uno strepitoso Akira Miyashita.

La maxiserie di 20 numeri, ormai giunta al capolinea, ha come ampio modello di riferimento il Ken il Guerriero di Tetsuo Hara e Yoshiyuki Okamura (alias Buronson), e racconta le surreali fatiche di alcuni potenti studenti di un istituto correttivo giapponese impegnati in un mastodontico torneo di arti marziali.
Tra apocalittici combattimenti, trappole mortali, energumeni immantellati con altisonanti nomi da battaglia e mosse folkloristiche dagli appellativi chilometrici, Classe di Ferro si delinea fin da subito come una gigantesca e sfacciata parodia di tanti manga di un genere che come caposaldo ha proprio il Kenshiro di Buronsono/Hara, il cui stile ipertrofico viene qui replicato ed ingigantito da Miyashita, con risultati che spaziano tra l’affettuoso omaggio e la dissacrante caricatura.

La parola d’ordine di questa serie è esagerare, con toni sopra le righe e gag esilaranti, che si fanno allegramente beffa di un intero genere narrativo del fumetto giapponese replicandone farsescamente tematiche e cliché.
Nonostante una certa ripetitività (combattimenti ed esordio di personaggi sempre più potenti), Classe di Ferro appare come un esercizio di stile perfettamente riuscito dove, accanto ad una robusta dose di adrenalinico divertimento, l’autore si permette il lusso di cambiare registro, usando toni adulti e drammatici inerenti temi cari ai mangaka come il sacrificio, l’onore e la morte, senza che la storia subisca rallentamenti o cadute di credibilità.

Leggere questo manga equivale ad un giro sulle montagne russe. La narrazione velocissima, piena di colpi di scena ed esagerazioni visive mai scomposte o gratuite, rivela una profonda conoscenza del genere preso di mira, tra effetti realistici e caricaturali ben evidenziati dallo stile di Miyashita, estremamente particolareggiato e con una buona costruzione delle tavole.


Paolo Pugliese
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