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Helldorado 1-2

Helldorado 1-2Una storia verosimile del XVII secolo, l’epoca in cui i conquistadores della corona di Spagna partirono alla volta del Nuovo Mondo per assoggettare i territori finora inesplorati dell’America centromeridionale. Ciò portò alla devastazione degli insediamenti primigeni e allo sterminio dei popoli non intenzionati ad accogliere passivamente l’invasione straniera.
La lotta tra i Syyanas, gli indiani nativi, e gli “Assassini” – così erano denominati, per nulla a torto, gli invasori europei – costituisce il fulcro di questi due volumi cruenti e desolanti nella descrizione dell’assenza di pietas nei confronti del più debole, con l’aggravante di una malattia pestifera dall’elevato tasso di mortalità che funge da castigo super partes. Uno scontro di civiltà che già nel loro microcosmo hanno correnti interne contrastanti non può che sfociare in un inverecondo massacro, dove la ragionevolezza non ha il minimo sfogo.

I personaggi tratteggiati dal duo costituito da Jean David Morvan e Miroslav Dragan sono combattuti tra l’eroismo quale riscatto personale e la rassegnazione per gli eventi incontrollabili che si svolgono sotto i loro occhi, sulla loro pelle.
Il capitano Abatirso, responsabile della spedizione spagnola, è un uomo frustrato e vanaglorioso incapace di slanci sentimentali in seguito a vicissitudini personali.
Dathcino, Hutatsu e Initsiii sono giovani indios che cercano la salvezza del corpo e dello spirito dell’intera comunità indigena in maniera singolare: il primo è un ribelle che contrasta da vicino le cattiverie degli spagnoli, il secondo è riflessivo e poco incline all’attività, mentre la terza racchiude in sé la bontà d’animo deficitaria nella gran parte dei personaggi (pur essendo la figlia del capo indio e indicata alla successione dello stesso, cura amorevolmente coloro che vengono colpiti dal virus mortale, rischiando il contagio), dimostrandosi l’oasi compassionevole dell’intera opera.

In attesa di vedere la conclusione della trilogia – il volume finale sarà pubblicato a breve dall’editoriale romana – non possiamo che consigliare questo lavoro così duro in cui permane un senso di disagio dopo la lettura, indice che Helldorado ha colto nel segno: emozionare il lettore in modo coinvolgente, non necessariamente circondandolo di buoni e rassicuranti sentimenti.
Eccellente la visione grafica dell’argentino Ignacio Noé, qui impegnato anche da ottimo colorista: tavole dettagliate e dinamiche con un gusto nella costruzione funzionale al tempo di lettura della singola vignetta, capace di raccontare perfettamente le lunghe scene mute presenti.


Giovanni La Mantia
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