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Capitan America - L’impero segreto

Il personaggio di Steve Rogers nasce come soldato servitore della propria patria e di quello che esso rappresenta.
Il ragazzo desidera così tanto entrare a far parte dell’esercito, ed andare a combattere contro i soldati dell’Asse, da non accettare i propri limiti fisici, offrendosi per un esperimento che lo renderà l’emblema vivente degli Stati Uniti: Capitan America.

Figura iconica per eccellenza dell’universo Marvel, Cap fin dall’inizio della sua carriera rappresenta gli USA in toto, compito arduo ma sicuramente più facile negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale, quando il cattivo era facilmente identificabile nella figura del nazista/Teschio Rosso, mentre gli alleati erano associati ai buoni.
Negli anni ’60, con la guerra del Vietnam, i conflitti razziali e l’assassinio di due presidenti, il sogno americano iniziò a lacerarsi e a perdere senso per poi cancellarsi definitivamente con lo scandalo Watergate e le dimissioni dell’allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon.

Già da tempo i comics avevano smesso di essere “solo” letture per ragazzi; Gwen Stacy era già morta nelle pagine di The Amazing Spider-Man, segnando la fine dell’età dell’innocenza dei comics e Capitan America non poteva esimersi dal riconoscere il cambiamento in atto nella società.

La figura di patriota a tutti i costi cominciava ad andargli stretta e già all’inizio degli anni ‘70 Steve Englehart iniziò a decostruire la figura del supersoldato.
Per prima cosa gli affianca il primo supereroe di colore, Falcon, facendo capire chiaramente quale sarebbe dovuta essere la posizione dell’americano medio riguardo l’integrazione razziale.
Sam Wilson diviene una figura talmente importante nella vita di Cap, da divenire coprotagonista della testata, tanto che il nome dell’albo viene opportunamente modificato in Captain America & The Falcon
 
La saga "L’impero segreto" fu il passo successivo che segnò il punto di non ritorno del personaggio.

Originariamente apparsa tra la fine del 1973 e la prima metà del 1974, quella presentata in questo volume in versione rimasterizzata e con nuove traduzioni, è la versione Marvel del succitato scandalo Watergate.

Pur essendo un perfetto esempio di storia Marvel Style, con azione, scazzottate tra supereroi e supercattivi e comparsate di ospiti d’eccezione, Englehart e Mike Friedrich elevano la narrazione ad un livello successivo e tutt’altro che banale, evidenziano il potere manovratorio dei media sulle masse, mettono in dubbio le figure di potere del proprio governo amplificando il loro pensiero. A tal riguardo, nell’ultimo capitolo della saga, quel “Capitan America deve morire” urlato a squarciagola da Cap stesso è facilmente interpretabile come “L’America è morta”, esternazione di un pensiero che allora doveva essere abbastanza diffuso tra i cittadini comuni.

Steve Rogers, il soldato pronto a tutto pur di servire il proprio Paese, ha perso fiducia negli ideali ai quali ha votato la propria esistenza. Successivamente smetterà i panni del crociato a stelle e strisce e vagherà per gli USA alla ricerca di se stesso e dei valori perduti, tornando ad indossare i colori della bandiera una volta capita l’importanza della propria figura quale rappresentante del sogno, per quanto utopico esso possa essere.

I disegni di Sal Buscema non spiccano per qualità artistica e Cap ha la stessa espressione digrignante per tre quarti del tempo; le lacune dal lato artistico sono però bilanciate dalla resa dinamica ed evocativa di ogni singola vignetta e dalla scansione narrativa semplicemente perfetta: elementi tutt’altro che secondari e che mantengono fresca e godibile una saga scritta più di trenta anni fa.

Oggi Cap è, più che mai, l’incarnazione degli USA: morto nell’epoca Bush, sacrificandosi in nome di un ideale di libertà che cozzava con l’idea che di libertà voleva fornire il sistema, è ormai pronto a rinascere per suggellare l’inizio di un periodo di grande speranza, iniziato con il giuramento dell’attuale presidente Obama.

A leggerla oggi, la saga de ”L’impero segreto” può aver perso un po’ di smalto e risultare datata o ingenua per la maniera con la quale affronta alcune situazioni; tuttavia, nell’accostarsi alla lettura di questo volume, non si può fare a meno di provare una certa soggezione.

Quella soggezione data dalla consapevolezza di avere fra le mani un pezzo di storia.



Cris Tridello

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
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