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Dylan Dog Color Fest 3

Dylan Dog Color Fest 3Animalista. Claustrofobico. Mefistofelico. Nostalgico. Il nuovo albo full-color dedicato a Dylan Dog è tutto questo e altro ancora. Un poker di racconti che raccolgono lo spirito orrorifico e surreale della serie madre, reinventato secondo la sensibilità di alcune grandi firme del fumetto italiano. Ex-autori, ma anche nomi che sulle pagine dell’Indagatore dell’Incubo non si erano proprio mai visti.
Tutto da copione. Dylan Dog Color Fest 3 mantiene la promessa di presentare storie di qualità, anche se con gli inevitabili distinguo.

Si parte con “Nemici per sempre” di Tito Faraci e Giuseppe Camuncoli, ambientata nello zoo di Londra, scenario di uno scontro epico e bestiale. Non mancano le riflessioni sulla condizione degli animali tenuti in gabbia, con botta e risposta interessanti tra Dylan e la coordinatrice dei volontari. Camuncoli è magistrale nell’alternare il disegno moderno a uno stile retrò riservato a un paio di scene di contorno.

Dissacrante “La fiaba nera”. Bruno Enna cala il protagonista nelle vicende di Hansel e Gretel, profanando la fiaba e mescolandone un po’ i ruoli, con l’intento neanche troppo velato di dimostrare come in fondo neppure la versione originale fosse poi così fiabesca. Molto efficace il montaggio alternato, che vede Dylan intento a liberarsi dal forno in cui è stato rinchiuso mentre in parallelo viene spiegato come ci sia finito, ben servito dalle matite inquietanti di Corrado Roi.

Più tradizionale “La sposa del diavolo” di Corrado Mastantuono, in veste di autore completo. Il classico patto col diavolo diventa il pretesto per dare forma a una serie di morti sospette sulle quali Dylan Dog si ritroverà ad indagare.

Chiude “Il buio dell’anima”, in cui Claudio Chiaverotti riporta in scena un vecchio avversario dell’Indagatore dell’Incubo, Philip Cran, alias Mana Cerace. Creando un clima di assedio ben illustrato dai pennelli di Claudio Evangelisti, che dona alle tavole un aspetto fumoso e allo stesso tempo nitido.


Simone Celli
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